Holdener, talento sbocciato. Gut, ora gestisci meglio la tua immagine

Chi ha lavorato nel recente passato con Wendy Holdener e la conosce almeno un po’, sa perfettamente quanto vale, di che talento dispone e che ha nelle corde la possibilità di allargare il suo raggio d’azione alla velocità. Sicuramente al superG, per la discesa il discorso è più complesso, ma ci si potrà arrivare lo stesso. Aveva bisogno di aprirsi anche un po’, è una ragazza sempre dura con sé stessa, ecco perché non ha ancora dimostrato appieno il suo valore. La sua sciata è migliorata, anche quella paradossalmente era… dura, basata soprattutto su un grande lavoro di ginocchia e di spigoli. Quest’anno ha trovato la chiave di lettura corretta dal punto di vista tecnico e poi il resto l’hanno fatto i podi e soprattutto la vittoria di Stoccolma, che le ha dato enorme fiducia nei suoi mezzi. L’autostima ha giocato un ruolo importante nella sua crescita, si è liberata anche di un peso, quello di dover stare davanti a Michelle Gisin, l’altra slalomista giovane e in ascesa come lei. Adesso le gerarchie in squadra sono chiare, è lei la leader. Credo che nelle ultime stagioni abbia un po’ patito questa situazione. E del resto a Wendy era sempre andato tutto bene: molto vincente in gioventù tra le ragazze della sua generazione, è stata lanciata presto in Coppa del Mondo anche perché c’era bisogno di nuove slalomiste. Si è sempre sentita la ‘stellina’ della situazione.

FUTURO – Adesso si aprono per lei scenari molto interessanti, in chiave Mondiali 2017 e Olimpiadi 2018. E vi dico: nei primi anni delle gare FIS, Holdener era sempre stata trà le migliori del suo anno in tutte le specialità, non solo in slalom. E’ un gran talento che solo adesso, probabilmente, sta trovando la sua maturità. A Lenzerheide è stata veramente brava, perché l’inversione delle manche l’ha catapultata in testa dopo lo slalom, situazione che ha gestito da veterana consumata. Brava. Tutto questo è anche figlio dell’effetto St Moritz: dopo il successo della candidatura iridata, cinque anni fa si è investito con un gruppo di atlete giovani per essere pronti al momento dei Mondiali. L’ho già detto, mi ripeto: la stessa cosa può e deve fare l’Italia in vista di Cortina 2021, mancano giusto cinque anni. Serve però voglia e duro lavoro.

GUTLara Gut arriva a vincere la Coppa del Mondo a 24 anni, a un’età in cui ce l’hanno fatta anche altre illustri colleghe, attorno appunto ai 24-25 anni. Quindi in questo senso niente di straordinario, dico però che la vince al momento giusto e non entro nel merito dei discorsi legati agli infortuni delle campionesse possibili avversarie, perché ovviamente lei non ha colpa per i ko di Vonn, Shiffrin e Fenninger. Per arrivare a questo risultato Lara negli anni ha dovuto superare momenti difficili, momenti in cui la sua gestione non sempre è parsa ben corretta. Finalmente ha trovato un modus vivendi con Swiss-Ski, si è resa conto di dover tornare a lavorare sulla tecnica di base ed ha chiesto aiuto a diverse persone che l’hanno aiutata volentieri, ha cambiato i materiali. I risultati si vedono, adesso secondo me manca solo una gestione più oculata della sua immagine, in quest’ambito c’è ancora tanto lavoro da fare. Serve qualcuno che l’aiuti, vorrei tanto vedere una Lara che si apra di più ai tifosi, che dimostri ai tifosi tutta la sua gioia….

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