La classe della atlete si trasforma nel raggio di sole che in pista oggi non si è in realtà mai visto. Finale thrililng, epico e spettacolare a Lenzerheide, con tanti verdetti emessi in volta sola e in una giornata storica soprattutto per la svizzera, davanti a un pubblico eccezionale per calore, sportività e… pazienza! Certo, la gara non è stata esattamente regolare, soprattutto in superG, causa nebbia, ma la forza della campionesse ha messo tutti d’accordo. Wendy Holdener tira fuori la classe ben nota agli addetti ai lavori, si trasforma in velocista che potrà diventare e vince la combinata alpina sulla “Silvano Beltrametti“, prendendosi in un colpo solo anche la coppetta di specialità assegnata dopo tre sole gare. Kirchgasser finisce seconda, Lara Gut, che sognava l’impresa per completare il trionfo, terza, ma con i 60 punti odierni allunga a 355 il vantaggio su Rebensburg e diventa inarrivabile per tutte. La ticinese conquista la Coppa del Mondo generale, la prima per lei, la dodicesima per la Svizzera che chiude un digiuno lungo 21 anni. Due azzurre nelle dieci, Schnarf e Marsaglia.
GARA – La nebbia condiziona tutta la giornata a Lenzerheide: le due manche vengono invertite, con lo slalom prima del superG. Il risultato però è una gara spettacolare e ben più combattuta del solito. Che sia la formula vincente per una disciplina troppo bistrattata, ma comunque presente a Mondiali e Olimpiadi e quindi da onorare sempre? L’epilogo finale è uno dei più divertenti che si ricordino in questo format, ma la nebbia, scesa a banchi, in momenti e luoghi diversi durante il superG (ritardato di 30′) ha indubbiamente reso la gara un po’ irregolare. E la tracciatura più stretta e con più curve è risultata complessa tatticamente da digerire per molte atlete, soprattutto nel tratto iniziale, 3-4 porte sotto il primo dosso, e in fondo, su un ultimo passaggio da anticipare il giusto. Gara difficile, com’è giusto che sia per un superG che assegna anche un titolo di specialità. Wendy Holdener si dimostra un fenomeno, gestisce il vantaggio accumulato in slalom con un coraggio e una classe da top assoluta, scende senza paura, sbanda, rischia più volte ma crea una velocità pazzesca in superG, vince la seconda gara in stagione e in assoluto, la prima in combinata alpina chiudendo con il 12esimo tempo in superG e un totale di 1’59”31. Beffa per Kirchgasser: seconda a 0”46, al sesto podio senza vittorie in Combinata. Lara Gut non trema, non fa calcoli e in mezzo alla nebbia scende per vincere. Sembra fatta dopo la sua prova quasi perfetta, ma Kirchgasser (per un centesimo) e soprattutto la compagna Holdener la beffano. Poco male: sale a quota 1362 punti, ne ha ora 355 di vantaggio su Viktoria Rebensburg a quattro gare dal termine, diventa così irraggiungibile (la tedesca non farà lo slalom alle Finali) e potrà festeggiare a St. Moritz, dove ottenne il primo podio e la prima vittoria in carriera a 17 anni, la conquista della sua prima Coppa del Mondo generale, sette stagioni più tardi. Tanto di cappello: il punteggio ottenuto finora (e non è finita) le sei vittorie e gli undici podi stagionali parlano per lei. Ha avuto anche fortuna, certo, non capita sempre che nella stessa stagione si facciano male Vonn, Fenninger, Shiffrin e Maze si prenda un anno sabbatico, ma non ruba nulla a nessuno. Dopo Morerod, Nadig, Hess, Figini, Walliser e Schneider diventa la settima svizzera a conquistare la sfera di cristallo, per un totale di 12 trionfi per la nazione rossocrociata.
ALTRE – Quarta Feierabend, al miglior risultato assoluto in Coppa del Mondo, quinta Gagnon, sesta Barthet, settima Ross con il best-time in superG, ottava Schnarf con un errore gigante commesso in alto, altrimenti si sarebbe giocata il podio, nona Marsaglia, decima Haaser. Per l’Italia altre due top ten che portano il bottino a quota 64 stagionali, record stracciato di venti lunghezze rispetto al precedente della stagione 1993-’94. Ventunesima Marta Bassino, primi punti per lei in combinata alpina. Fuori tra le altre Federica Brignone, Ferk e Stuhec.