SAN VIGILIO DI MAREBBE – Applausi per Lara Gut-Behrami, per il periodo che sta attraversando, per come gestisce pressioni e pettorali rossi e per come ha sciato la prima e la seconda manche del gigante di Kronplatz. È stata la migliore sulla Erta ed è lei a dominare una prova spettacolare. Le altre hanno inseguito a gran distanza, con due atlete pari-merito: la neozelandese Alice Robinson e la svedese Sara Hector, staccate di 1″09 dalla vetta.
In casa Italia sorride solo Sofia Goggia, che fa il secondo tempo di manche, anche meglio di Gut-Behrami e recupera fino al quinto posto. Una soddisfazione e una gran liberazione. Felice anche il tecnico Luca Agazzi, che ha iniziato con lei un percorso per migliorare la base di appoggio, la solidità del gesto. «In partenza mi ha detto: “vado a tutta e spingo”». Della serie o va o non va. È andata, bene. Goggia non chiudeva nella top 5 di un gigante di Coppa del Mondo dal 2018, da quando chiuse terza a Kranjska Gora. Federica Brignone termina sesta, a sei centesimi da Sofia. Non è contenta, vuole spingere ma non riesce, qualche pensiero di troppo in testa, ha bisogno di essere più leggera. «Prendo un aereo e parto… ma non torno più». Stesso discorso per Marta Bassino, che conclude decima a 2″36. Quattordicesimo posto per Roberta Melesi, sedicesimo per Asja Zenere e 26° per Elisa Platino. Nel complesso una buona Italia, che manca però l’acuto sulle nevi di casa. La stessa Brignone lo cercava, senza trovarlo. A Goggia non si poteva chiedere di più, a Bassino neppure dopo la prima parte di stagione.
Gut-Behrami vola anche nelle classifiche. In queste ultime due settimane ha fatto incetta di punti. E con Mikaela Shiffrin ferma per infortunio, ora l’elvetica è a 95 punti dall’americana, ma con due gare in meno a Garmisch. Brignone è sempre terza a 331. La svizzera è leader anche del gigante con 85 lunghezze sulla Brignone. Una sfida serrata, anche di nervi.