Ora non dobbiamo esultare per un 24° posto fatto da chi il Rettenbach lo conosce come le sue tasche, non sposiamo neppure la frase: “Hai visto non si allena con la squadra e alla fine si qualifica“, così come non possiamo immaginarci un salto in avanti sugli sci.
Ma è giusto e doveroso registrare che Giovanni Borsotti ha staccato un 24° posto nell’opening di Sölden che ha fatto discutere. Ci stava la scelta del direttore tecnico Max Carca di escluderlo dal team di Mauro Pini, in fondo Giovanni aveva avuto mille possibilità per primeggiare nei tanti anni in squadra.
Il problema però sta da un’altra parte. Aveva senso se quello che abbiamo a disposizione è quello visto domenica nel classico gigante di apertura? Giovanni Borsotti è vero, è sempre lì. Per un certo verso sarebbe da dire senza infamia e senza lode, per un altro chiudere un gigante di Coppa del Mondo a ridosso dei top 20 con il livello nel settore maschile delle discipline tecniche che c’è, non è proprio da scarsi.
Giovanni Borsotti, che sembrerebbe pronto a rientrare in squadra azzurra si gode questa piccola soddisfazione. «Ho sciato poco, avrò fatto otto giorni fatti bene prima di Val Senales – racconta – In totale un paio di settimane abbondanti di training, ma due periodi a giugno in condizioni di caldo significativo per essere a 3000 metri. Ci sta non essere certo della condizione, ma quest’anno mi sono detto vediamo come può andare la stagione dopo un’estate e parte dell’autunno insoliti».

Ha lavorato con il centro sportivo di Selva Val Gardena e aggiunge: «Non sono qua a parlare male di nessuno, anzi, ma voglio ringraziare davvero i Carabinieri e la Rossignol. I primi mi hanno fatto capire l’importanza anche delle cose semplici, mi viene in mente Giulia Albano in ghiacciaio e quella voglia matta di sciare quasi come una ragazzina senza l’ansia del cronometro. Avevo perso un pò di serenità, in estate l’ho ritrovata. Non so come sarà il futuro, ma ho già fiducia adesso. Vedrò se partecipare alla rifinitura pre Colorado con la squadra azzurra, so solamente che devo fare bene nei prossimi appuntamenti. Metti che poi faccio quel colpaccio in Val d’Isère e Badia? Quel colpaccio che ho sempre sognato…».
Domenica si è vista una buona seconda manche di Alex Vinatzer. Basta alla viglia delle Olimpiadi? Il gigante di apertura è sempre strano e particolare e già dal prossimo potrà cambiare tutto, ma intatto registriamo questa classifica. A Sölden in generale siamo andati male. Nella stessa località, qualche anno fa, l’ex DT Claudio Ravetto dopo un brutto opening aveva ammesso con lucidità: «È come perdere 5-0 un derby».
Prende forza il 24° posto di Borsotti, messo fuori e invece capace ancora di combinare qualche cosa, con un bel muro e centesimi volati via nei piani. Tuttavia viene proprio da dire che si stava meglio quando si stava peggio. Intanto Luca De Aliprandini dice ‘la forma arriverà quando conta’. La domanda è: ma quelli che sono saliti sul podio a Sölden rischierebbero di non arrivare al top ai Giochi?
Archiviamo Solden, per guardare al prossimo appuntamento di Levi con lo slalom e con la speranza di essere qua a raccontare una grande prestazione dei nostri ragazzi.




