Il campione livignasco a 'muso duro' per chiarire le proprie motivazioni
Qualche giorno fa avvamo annunciato in anteprima l’intenzione di Giorgio Rocca di non seguire i compagni nell’avventura estiva in Argentina e di prepararsi autonomamente a Zermatt nel mese di agosto. Notizia che è poi stata ripresa dai principali quotidiani nazionali. Giorgio pare non aver gradito quanto scritto su uno di questi giornali in particolare e ha affidato al proprio ufficio stampa la divulgazione di questa dichiarazione.
«Finalmente un’estate diversa. Ho deciso di continuare per fare la mia ultima stagione d’atleta con delle scelte che vanno fuori dalle righe e che fanno discutere, ma questo non è importante.
La preparazione atletica continua ad essere fatta con Roberto Manzoni. Abbiamo inserito delle piccole variazioni dettate dalla mia voglia di fare cose diverse con attività che mi stimolano sotto altri profili tipo equilibrio e giocoleria.
Per quanto riguarda la preparazione sciistica e tecnica è arrivato il nuovo allenatore Jacques Theolier che mi sta facendo lavorare in cose prima un po’ tralasciate e che abbiamo ripreso con buoni risultati.
Ad agosto ho deciso di fare 3 settimane di sci a Zermatt, con il mio skiman Reinold Brugger, il mio preparatore Manzoni e con altre persone che mi daranno una mano per fare una buona mole di lavoro sciistico.
Questa decisione è soprattutto personale e mi stimola per tornare al vertice con determinazione perchè in passato solo quando ho preso decisioni fuori dagli schemi sono arrivato all’obiettivo.
Nel primo periodo potrò sciare con Theolier per impostare il lavoro, poi mi aggregherò ai miei avversari stranieri (austriaci, svizzeri, croati…che mi hanno dato il massimo supporto) che rimarranno in Europa.
Al 23 agosto se il lavoro non sarà stato proficuo potrei decidere di andare in Argentina.
Sulle mie scelte ha pesato anche la situazione economica delle aziende che ha obbligato la FISI a stabilire un carico di circa 2/3.000 euro ad atleta per trasferta e solo tra 5 e 8 paia di sci a testa, pochi per me che sono abituato a portarne 15/20 paia.
Per quanto riguarda le cose scritte e sentite in questi giorni, mi auguro che l’autore non abbia mai nessuno dei suoi cari in difficoltà. Mettere in dubbio lo stato di salute di mio figlio è stata un’azione vile, soprattutto spero che in futuro questo signore si dedichi al giornalismo sportivo e basta.
Per finire mia moglie in questi anni mi ha sempre supportato e quando non è venuta alle gare è stato per stare con i nostri figli. Mi ha sempre sostenuto e consolato in questi anni complicati durante i quali ho dato importanza solo all’essere atleta trascurando il resto».