Proseguiamo con la nostra carrellata di interviste ad atlete straniere dello sci alpino. Dopo Tina Weirather, che ha confermato la nostra indiscrezione relativa al cambio di skiman, ecco Marie-Michele Gagnon, detta Mitch, canadese di Lac-etchemin Quebec, classe ’89, tornata ad alti livelli dopo un paio di stagioni difficili dovute principalmente a guai fisici. Gagnon, che vanta due vittorie (in combinata) e altri due podi (in slalom) nel circuito maggiore, conferma l’amore per l’Italia, ci parla delle novità apportate alla sua preparazione di recente e dice la sua anche sui troppi ritiri che si stanno verificando nel suo mondo da parte di colleghe poco sotto i 30 anni…
Marie-Michèle, ci parla della sua ultima stagione?
«E’ stata una buona annata, soprattutto nella seconda parte. Ma non sono ancora soddisfatta, no. Sogno in grande, eppure mi rendo conto che per arrivare in alto, per arrivare veramente al top, bisogna passare attraverso un cammino lungo e difficile, un processo lento. Lo accetto e mi godo comunque ogni passo di questo cammino. Sì, anche i momenti difficili, perché… rendono quelli positivi molto più belli!».
E’ cambiato qualcosa nella sua preparazione personale?
«Sì, per esempio abbiamo aggiunto un nuovo modello di preparazione a secco: ci dedichiamo maggiormente a esercizi di forza, ma strettamente collegati allo sci alpino e devo dire che sto apprezzando molto questo cambiamento. In più, per la prima volta andremo ad allenarci a Ushuaia, in Argentina, magari proprio con le nostre amiche italiane… Sarebbe un’ottima formazione!»
A proposito, dell’Italia cosa ama di più?
«Le persone, il cibo, le Dolomiti e i fan, fantastici. Sì, amo gli italiani, Federica Brignone è una delle mie migliori amiche. Stiamo bene assieme, condividiamo la stessa filosofia di vita. Per il resto, beh, lo sapete, non c’è bisogno certo di spiegazioni: la pizza italiana è irresistibile, le dolomiti poi regalano un paesaggio così… pittoresco».
Obiettivi per la prossima stagione? Pensa che potrà puntare un giorno alla Coppa generale?
«Mi fisso sempre degli obiettivi sì, ma non relativi ai numeri, bensì per migliorare in determinate aree. Per esempio, vorrei diventare più scorrevole… Ho sempre cercato di essere una sciatrice completa, capace di andare bene in tutte le discipline e in ogni situazione. Questa attitudine, che continua, mi dà fiducia per andare più veloce e ottenere i risultati che vorrei. Certamente mi piacerebbe un giorno provare a lottare per la classifica generale, è il mio sogno più grande. Ma, direi che… ho ancora un po’ di lavoro da fare prima di arrivarci. Lavoro, lavoro, lavoro, lavoro e ancora lavoro…».
Tante sue colleghe si sono ritirare addirittura poco prima di compiere 30 anni. Perché?
«Perché lo sci è uno sport meraviglioso, ma richiede molti sacrifici. Bisogna allenarsi tanto in diverse situazioni e poi, lo sapete, gli infortuni non mancano mai. Penso che le ragazze raggiungano il picco di maturazione, nel nostro sport, proprio attorno ai 28-29 anni, vicino ai 30 insomma. Ecco, evidentemente una volta toccato il massimo stato di forma-esperienza-maturazione, le sciatrici si sentono pronte per iniziare una nuova avventura nella vita».
Almeno una cosa che cambierebbe nell’organizzazione della Coppa o nel calendario?
«Più gare in Canada! Sì sarebbe bello, anche se sono già molto contenta per il fatto che il prossimo anno si gareggerà tantissimo negli Stati Uniti. Coppa del Mondo in agosto con partenza in Argentina? Non sono convintissima: mi piace vivere… l’estate!»
Grazie Mitch!