Formia, il paradiso dello sport

Quando prendi in mano la valigia e inizi un lungo spostamento utilizzando automobile, aerei, treni e navette, qualche domanda te la poni. E siamo certi che non siamo gli unici, perché in più di una occasione, sui ghiacciai ci si interroga sulla stessa cosa. Perché andare fino a Formia per fare preparazione atletica? Forse è una domanda più che lecita, che trova però risposta appena oltrepassi il cancello controllato dagli uomini della sicurezza a tutte le ore del giorno e della notte. Se hai l’autorizzazione entri, altrimenti stai fuori. È la prima regola del CPO, il centro di preparazione olimpica gestito in modo diretto dal CONI. Punto, non ci sono mezze misure. Neanche per i giornalisti che devono avere il permesso dall’ufficio stampa prima di poter curiosare e lavorare all’interno del Centro. Il viaggio è lungo, fatto di orari e cambio di mezzi, poi finalmente arriviamo in Via Appia e attendiamo anche noi il nostro lasciapassare che ci viene concesso direttamente da Roma. Quando varchi il cancello ti si apre un mondo e tutte le domande fatte in precedenza hanno già una risposta, perché se a Napoli regna il caos e tra Formia e Gaeta il traffico è comunque sostenuto, lì dentro è il paradiso, della tranquillità e del silenzio. Sembra impossibile, ma lo è. Percorriamo via Pietro Mennea per arrivare alle strutture e incontriamo subito Matteo Marsaglia, che ancor prima di salutarci ride e dice: «Non pensavo di trovarvi qui». Invece sì, siamo tornati per il secondo anno consecutivo per analizzare nel dettaglio i 10 ettari curati in modo maniacale da una trentina di addetti. Quello di cui necessiti, a Formia c’è; che sia per il calcio o l’atletica, per la pesistica o le discipline invernali. 

«È una delle strutture più all’avanguardia d’Italia» racconta Andrea Viano, preparatore atletico. E ha ragione perché tra una zona di verde e l’altra si trovano impianti di atletica, calcio, tennis (6 campi), beach volley (coperto nel periodo invernale), palestre di pesistica e un centro medico per il recupero degli infortuni. «Queste grandi superfici permettono all’atleta di lavorare in una condizione di estrema tranquillità, non sembra mai pieno, invece di persone ce ne sono eccome – racconta Mario Di Nucci, coordinatore del CPO – Strutture e aree verdi mantengono un equilibrio ben preciso per dare serenità mentale a chi sceglie il nostro centro». Anche le temperature e l’aria che si respira sono del tutto particolare perché a Formia si può godere di un microclima curioso. La costa è protetta dalle montagne, le precipitazioni sono minime e vi è poca escursione termica tra estate e inverno. «Facciamo il bagno fino a novembre». 

A poca distanza dal mare spuntano i Monti Aurunci che gli sciatori della Fisi sfruttano come sede esterna di allenamento per giri in bicicletta oppure per cronoscalate che trovano sempre spazio all’interno dei programmi variegati e mirati a una preparazione globale in tutti i suoi aspetti, senza periodizzare l’attività. «Forza, potenza, resistenza muscolare e destrezza li portiamo avanti in ogni momento, anche durante la stagione – spiega Andrea Viano – È bene anche precisare che in inverno non facciamo i cosiddetti richiami, ma svolgiamo dei veri e propri cicli, calcolando che il tempo a disposizione è minore». 

Alba in sella alla bicicletta, poi circuiti per la parte alta in palestra, un classico menù che fa capire l’impostazione delle tabelle. «Perché la forza delle gambe va comunque sorretta da un certo tipo di struttura della parte alta, non possiamo avere una gamba esplosiva, se sopra non c’è solidità». Il periodo tra maggio e luglio, ma anche agosto, è quello più indicato per caricare a più non posso i muscoli e per mettere in saccoccia chilometri in bicicletta. «Grandi volumi di lavoro perché oggi si tende a sciare sempre di più, è necessario gestire l’intensità: anche solo per provare i materiali si gira molto in pista». Il primo giorno a Formia di Andrea Viano e dei suoi ragazzi è subito stato intenso, mentre la prima uscita di Luca Scarian è stata più leggera. «Prima i test a Olgiate, poi un lungo viaggio, questa mattina andiamo di esercizi per sciogliere». Coordinazione e andature sulla pista di atletica, controllando la postura di tutto il corpo prima di sfruttare gli ostacoli per altri tipi di lavoro. Il pomeriggio? Tutte in palestra per circuiti che hanno interessato braccia, addominali e dorsali. «Dovete arrivare cotte alla fine del lavoro». 

Concetti e parole ridondanti che richiamano la filosofia degli altri preparatori atletici che hanno una linea comune e un coordinamento che fa capo a Roberto Manzoni. Insomma, in Fisi vi è un gruppo di professionisti molto giovane, che ha studiato e si è seduto intorno a un tavolo per poter parlare la stessa lingua. «Difficile sentirsi dire cose differenti – aggiunge ancora Viano – c’è molta collaborazione tra di noi, poi chiaramente ognuno porta la sua esperienza. Ed è giusto dire e pensare le stesse cose, perché nel nostro sport c’è già abbastanza confusione quando siamo in pista». 

Dal punto di vista atletico invece, tutti i ragazzi hanno in mente gli obiettivi.
Gli stravolgimenti vengono messi da parte «anche perché certi cambiamenti richiedono comunque uno o due anni prima di essere visibili». Un progetto unico e lineare e un centro di preparazione olimpica che sta diventando la casa estiva degli azzurri. Di tutte le discipline invernali e di tutti i livelli, tanto che lo sci alpino ha portato non solo gli atleti di Coppa del Mondo, ma ha convocato anche i gruppi Coppa Europa. Un coinvolgimento totale, con i preparatori dei team maggiori intenti a dare indicazioni anche in basso. 

«Ormai possiamo dire che è realtà: Formia è la base della nostra preparazione e ognuno si organizza e gestisce in base alle esigenze – prosegue Viano – Alcuni sono arrivati prima, altri hanno sfruttato le strutture per recuperare dagli infortuni, altri ancora sono passati solo qualche giorno». Una collaborazione sempre più fitta tra Coni e Fisi per ogni tipo di attività, anche quella legata alla ricerca e alla scienza, come accaduto per esempio per lo snowboard. «Da tre anni le discipline invernali vengono a Formia – spiega Mario Di Nucci del Coni – speriamo diventi un rapporto continuativo: la nostra missione è proprio quella di fornire un supporto globale». All’interno del centro si trovano atleti di tutte le età, stesso discorso per i preparatori. Persone che parlano, altre che eseguono; si fa per dire perché a questi livelli c’è sempre un ritorno di feedback e il confronto. La differenza di età a volte è sotto gli occhi di tutti, ma instaurando un certo legame umano e sfruttando professionalità e competenze, tutto ritorna sullo stesso piano. «Se lavori bene, dai le giuste motivazioni e comprendi gli obiettivi di ognuno, vai avanti senza problemi – spiega Viano – Io seguo atleti più grandi di me, molto sensibili e disponibili». Sportivi di tutte le età e di tutte le discipline perché Formia mette a disposizione le sue strutture per l’alto livello e in chiave prettamente olimpica. Così, a distanza di una corsia, sulla pista di atletica trovi sciatori che corrono e ostacolisti che preparano i prossimi meeting internazionali, oppure ancora la nazionale di pesistica sotto sforzo e l’under 19 di calcio che sfila per entrare sul campo. 

Un centro che dispone di una foresteria con 150 posti letti e di un ristorante con 170 coperti. «Non una mensa – precisa il Coni – un ristorante dove gli atleti possono scegliere il menù, con tanto di dietologa». I numeri dei passaggi fanno venire i brividi perché a Formia ogni anno transitano circa 35 mila persone, molte con soggiorno incluso, tante altre di passaggio perché la struttura non ha perso il rapporto con il territorio e di fatto è anche la casa di tutte le società sportive che praticano attività nei dintorni. «In mezzo all’élite riusciamo comunque a garantire spazio ai locali e ad altre realtà di livello inferiore». E pensare che Formia era nato come punto di riferimento per l’atletica leggera. 

È stato costruito nel 1955 e ancora oggi accoglie tantissimi atleti che praticano una delle tante specialità dell’atletica: circa quattro o cinque mila stranieri arrivano ad allenarsi. A distanza di tempo le cose sono però cambiate e dagli anni Novanta l’immensa zona a cavallo tra Lazio e Campania accoglie tra le venti e le venticinque federazioni. Un notevole passo avanti, con le discipline invernali che occupano una buona parte perché oltre all’Italia arrivano anche Germania e Svizzera, soprattutto dal mondo del bob. Un esempio? 35 atleti a medaglia alle ultime Olimpiadi sono transitati dal CPO di Formia. «Solo allenandosi qui capisci veramente quello di cui puoi disporre – prosegue Andrea Viano – Il clima fresco e ventilato anche se in realtà fa caldo, tutti gli impianti sportivi e le attrezzature, i centri terapeutici e la vicinanza con il mare: c’è tutto. Staccare lo sguardo dalle montagne fa bene, i ragazzi vengono a Formia volentieri». Già, perché appena più in là della trafficata strada statale che porta a Napoli, c’è il mare con una spiaggia silenziosa e attrezzata. Ma non di ombrelloni e lettini, bensì di campi e strutture per lavorare con la sabbia sotto i piedi. E per chi vive gran parte della propria vita al freddo e in mezzo alla neve, potersi anche solo svegliare con un tuffo in mare, prima di iniziare a lavorare, è certamente uno stimolo e un motivo in più per dire: «Mi metto in viaggio per ore e vado a Formia». Sì, fin laggiù, perché ci si allena con strutture all’avanguardia e il mare di fianco. E lontano dal rumore che avvolge le città.

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