Presentazione stagione donne 2015-2016, nozze d?oro per la Coppa del Mondo
Cinquanta gloriose edizioni alle spalle, un futuro con qualche nube all’orizzonte perché un rinnovamento anche tecnico, ma soprattutto mediatico e organizzativo sarebbe necessario, considerato quanto fatto da altre discipline invernali che richiamano, oggi, più pubblico giovane. Ne parleremo a breve raccontando, a puntate, un po’ di storia della Coppa del Mondo che sabato 24 ottobre celebra l’incipit della sua 50esima edizione. Un trofeo comunque leggendario e forse anche unico, perché al termine di una stagione sfiancante, lunga, fisicamente tremenda, premia sicuramente lo sciatore più completo e costante, situazione che non sempre si verifica a Mondiali e/o Olimpiadi in questo sport e in generale in altre discipline.
NOZZE D’ORO – Per ora basti ricordare che il circuito da noi tanto amato nasce di fatto da un’idea lanciata nel 1966, durante i Mondiali di Portillo, in Cile (quelli dell’oro di Senoner in slalom), dal giornalista Serge Lang assieme ai direttori sportivi di Stati Uniti e Francia, Bob Beattie e Honoré Bonnet. La prima edizione del trofeo di cristallo è datata 1966-’67, ma di fatto le gare iniziarono il 5 gennaio 1967 per gli uomini (a Berchtesgaden, in Germania) e il 7 gennaio a Oberstaufen, sempre in terra tedesca. Vale la pena ricordare quali località già presenti nella prima edizione fanno tuttora parte del circuito con tappe fisse: Adelboden, Wengen, Kitzbuehel e Madonna di Campiglio, tutte a livello maschile.
TRIS VINCENTE – Due austriache, nella storia della manifestazione, sono riuscite a conquistare la classifica generale di Coppa del Mondo per tre anni consecutivi, entrambe salisburghesi e forse non è un caso: Annemarie Moser-Pröll, che addirittura fece pokerissimo consecutivo dal 1971 al 1975 (vinse anche nel 1979, sei trofei in tutto, nessuna come lei), e Petra Kronberger (1990-’92) che si ritirò a soli 23 anni, dopo i due ori vinti ad Albertville ’92, per dedicarsi alla famiglia, all’apice della carriera. Avesse continuato, chissà quanti altri trofei avrebbe portato a casa pur in un’epoca ricchissima di talenti. La diatriba con la federazione, l’addio all’amato manager, i problemi cronici al tendine rotuleo (da almeno tre anni) non hanno minimamente scolpito la bella e introversa atleta di Adnet che prova a replicare l’impresa, Anna Fenninger. Ha lasciato il main sponsor Raiffeisen per diventare una ‘Milka girl’, immaginiamo con cifre da capogiro. Ma da capogiro sono anche le statistiche di Anna, che nelle ultime 51 gare di Coppa del Mondo è uscita solo 5 volte dalla Top Ten, racimolando 12 vittorie, altri 16 podi e sette ‘top 5’, oltre a un oro e un argento olimpici e due ori e un argento mondiali, due coppe di specialità, due generali… Tutto è apparecchiato per il tris consecutivo, con la stessa tattica: magari non troppe vittorie, ma assoluta costanza di risultati che nessuna avversaria può vantare. Per ora. Sarà ancora l’arma vincente?
RIVALI – Nonostante l’anno sabbatico di Tina Maze, che forse rivedremo nel 2016-2017 (ma non ci giureremmo…), le avversarie non mancano per la salisburghese, anche se sarebbe auspicabile un innalzamento del livello generale tra le donne: è vero che ci sono fior fior di campionesse, ma restano poche e tra queste fuoriclasse e il resto del gruppo, vedi alla voce ‘slalom’, c’è un abisso. A vincere le gare sono più o meno sempre le solite atlete: maggiore concorrenza gioverebbe sicuramente allo spettacolo. Rivali per Fenninger, dicevamo. Intanto Lindsey Vonn, ovviamente, lo scorso anno ritornata prepotentemente al top con 8 gare vinte, due coppe di specialità e, udite udite, nessun oro mondiale a Vail… Sulla detentrice del record di vittorie nel Circo Bianco (sono 67 per ora, Pröll lasciata a 62) pesa però l’infortunio alla caviglia patito a metà agosto in Nuova Zelanda: come al solito sta bruciando le tappe, al 90% sarà in gara a Soelden, la speranza è che non affretti troppo il rientro come già capitato in passato. Poi avrà tempo fino alla ‘sua’ Lake Louise (dove ha vinto 14 volte!) per ritornare al top. Lindsey ha voglia di rivincite, dal 2012 non conquista più la Coppa del Mondo generale (ne ha vinte quattro), ma il trono ora è della Fenninger, più costante e in grado di vincere anche in Combinata, gara che l’americana non fa sua da quasi quattro anni. Dall’altra parte ecco Mikaela Shiffrin, 20 anni, pronta a prendersi il mondo dopo il rinnovo triennale con Atomic: ha lavorato ancora di più in gigante e si farà vedere in superG e nelle combinate con superG, ma la stessa cosa era accaduta anche la scorsa estate. Per primeggiare davvero in Coppa deve tenere un ruolino di marcia alla Hirscher, quindi non scendere mai dal podio. Possibilissimo in slalom, meno in gigante, unica specialità al femminile con concorrenza veramente numerosa e qualificata, nonostante le molte uscite di scena.
OUTSIDERS – E poi ecco un trio atlete da tenere in grande considerazione per motivi diversi: Lara Gut, pronta al rilancio e ricca di entusiasmo dopo il cambio di materiale, con nuove motivazioni, un nuovo skman (Chris Krause, al posto dello ‘storico’ Barnaba Greppi), gli aiuti di Cuche, Ravetto e Morisod a livello tecnico, la consapevolezza di dover essere più costante in tutte le discipline per puntare al grande obiettivo. E’ la mina vagante per la overall, ricordando che due anni fa vinse più di Anna Fenninger, conquistò la ‘coppetta’ di superG e il terzo posto nella generale. Quindi Tina Weirather, fresca di rinnovo biennale con Atomic, che nessuno considera, ma che prima dei Giochi di Sochi 2014 e di farsi male per l’ennesima volta era in testa alla classifica di Coppa del Mondo E avrebbe potuto anche vincerla, senza il ko fisico; e poi, udite udite, Viktoria Rebensburg: la sua Federazione sta lavorando per metterla nelle condizioni quanto meno di lottare per la sfera di cristallo. Come miglior piazzamento in assoluto ‘Viki’ può vantare il sesto posto della stagione 2012-2013, nell’annata record di Tina Maze, con 787 punti. Ma per la coppa servono normalmente tra i 1400 e 1600 punti, al di là di exploit superiori di Vonn o Maze…. In Germania comunque ci credono ed è per questo che all’interno dello staff qualcosa è cambiato. Dalla squadra maschile, per esempio, è arrivato Robert Krumbacher, anche per lavorare ancora meglio sul set-up dei materiali, che per altro Viktoria ha cambiato un anno fa, passando da Nordica a Stoeckli. «Serviamo la nostra migliore atleta, Vicky ha la priorità» – ha fatto sapere Wolfgang Maier, direttore dello sci alpino tedesco. Idee chiare… Strappare la Coppa del Mondo ad Anna Fenninger sembra molto difficile, ma attenzione perché quando i tedeschi si mettono in testa di compiere un’impresa, soprattutto nello sport, spesso poi la portano a termine…
RITIRI – La stagione ripartirà con oltre trenta atlete in meno, tra cui nomi di altissimo livello: Tina Maze, ovviamente, ferma per un anno, quindi Nicole Hosp, Kahtrin Zettel, Dominique Gisin, Jessica Lindell-Vikarby, Andrea Fischbacher, tante velociste svizzere come Abderhalden, Dettling, Kamer, e poi ancora Daum, Marion Bertrand, Susanne Riesch, Marchand-Arvier, Ruiz Castillo, Sterz-Mader, Brittany Phelan passata allo Ski Cross. Tutto questo, ne parleremo in maniera più approfondita nell’articolo dedicato alla squadra italiana, regala ad alcune atlete, in modo particolare azzurre, numeri di partenza migliori e toglie un po’ di concorrenza ad altissimo livello soprattutto in gigante e superG. Ma attenzione a non esultare prima del dovuto, per due motivi: innanzitutto perché lo sport sa sempre generare nuovi campioni, qualcuno che salirà prepotentemente alla ribalta ci sarà in questa stagione e la speranza è che sia proprio… italiana; secondo, perché le atlete che nella scorsa annata hanno conquistato tutte le coppe messe in palio dalla FIS più tre ori mondiali su cinque sono sempre presenti, e si chiamano appunto Anna Fenninger, Lindsey Vonn, Mikaela Shiffrin.
CAMBI DI MATERIALI – Pochi cambi significativi, i principali quelli di Lara Gut, passata da Rossignol a Head e Julia Mancuso, sostituta ‘naturale’ di Tina Maze a Stoeckli (da Head). Sejersted e Cook sono approdate rispettivamente a Head e Stoeckli da Atomic e Rossignol, mentre la nostra Lisa Magdalena Agerer prova a rilanciarsi passando a Voelkl da Atomic.
STAGIONE – All’orizzonte si staglia un’annata senza Olimpiadi e Mondiali con numero di gare aumentato (da 33 a 41): nove discese, dieci slalom, nove giganti, otto superG, quattro Combinate Alpine, un City Event (Stoccolma, cancellato quello di Monaco). Una piccola mano è arrivata dalla fortuna, perché i ritiri e gli anni sabbatici di cui sopra hanno regalato ai nastri di partenza una situazione favorevole alle azzurre, si diceva, che però dovrà essere sfruttata: troviamo infatti almeno un’italiana nel primo gruppo di ogni disciplina (tre in gigante, quattro in superG, due in discesa, una in combinata, una in slalom), addirittura cinque nei mini-sottogruppi delle migliori sette, tra gigante (Nadia Fanchini e Federica Brignone), superG (Nadia Fanchini), discesa (Elena Fanchini) e combinata alpina (Francesca Marsaglia). Non è tutto, ma aiuta. Senza dimenticare che nelle ultime sette stagioni le uniche azzurre in grado di vincere nel circuito sono state due discesiste, sempre a Cortina curiosamente, Daniela Merighetti nel 2012 ed Elena Fanchini nel 2015. Premesse buone, ma poi contano solo i risultati…
NOVITA‘ – C’è la curiosità per capire quali possano essere le atlete che nel prossimo futuro, anche non immediato, magari un lustro, si giocheranno la Coppa del Mondo. Sciatrici polivalenti modello Tina Maze, cioè fortissime anche in slalom, al momento non appaiono all’orizzonte. Il ‘prototipo’ è ormai quello della gigantista veloce che si cimenta in Combinata. Chi prenderà per esempio il posto di Hosp e Zettel, oltre alle solite note (Goergl, Hansdotter comprese) tra le prime dieci della classifica generale al termine della stagione 2015-2016? E’ stato interessante il salto di qualità di Sara Hector, che può cimentarsi anche in superG ed è cresciuta molto in slalom, per ora solo a livello continentale; stesso discorso per Wendy Holdener, migliorata in gigante e magari con un’idea di affrontare qualche superG. La speranza, per ora solo nascosta, è che possa essere un’azzurra: per la prima volta nella storia, possiamo vantare sei atlete (più una) che si cimenteranno in quattro discipline. Federica Brignone, Nadia Fanchini, Francesca Marsaglia, Elena Curtoni, Sofia Goggia, Karoline Pichler (ammesso voglia fare qualche combinata) e, quest’anno probabilmente ancora senza libere, ma poi arriverà anche lì, Marta Bassino. E’ già un passo avanti rispetto al recente passato. Per conquistare almeno 600 punti e quindi entrare appunto tra le prime dieci della classifica generale servono vittorie, podi, costanza di rendimento, grande preparazione fisico-tecnica, e testa. Ci riaggiorniamo fra cinque mesi, sperando di trovarne almeno una lassù…
COMPLIMENTI – Complimenti ad Adeline Baud che si è sposata, a Denise Karbon neo mamma di Pia (con sorpresa in arrivo sul primo numero della rivista, a Novembre) e… ad Anna Fenninger e Tina Maze, in grado di regalarci una stagione 2014-2015 unica, che forse non rivedremo mai più. Perché se è vero, come già sottolineato più volte, che la sfera di cristallo era già stata assegnata all’ultima gara e per pochi punti (capiterà ancora), è altrettanto vero che non si era mai vista una situazione in cui le grandi duellanti per la classifica generale si trovano al primo e secondo posto a metà dell’ultima prova in calendario, cioè tra prima e seconda manche del gigante conclusivo. Pazzesco… Pathos, pressione, freddezza, testa, adrenalina. Un duello indimenticabile che forse in Italia è passato un po’ sotto traccia in quanto non prevedeva una nostra atleta tra le protagoniste. Ma è stato invece bellissimo. Alla fine soli 22 punti hanno diviso Anna, vincitrice, da Tina, perdente, ma in realtà vincitrice anche lei. Vi lasciamo con gli highlights della stagione magica della salisburghese, 15 minuti per rivivere le sue migliori performance, augurandovi buona Coppa del Mondo 2015-2016 a tutti, nella speranza di vivere ancora duelli così entusiasmanti. Magari, prima o poi, anche con un’atleta italiana protagonista. Dopo aver assistito a una finale tutta azzurra agli US Open di tennis, Vinci-Pennetta, probabilmente irripetibile, che dite, sognare qualsiasi impresa ora è lecito?