Federico Brunelli, giovane di successo

In squadra giovanissimo, in rampa di lancio poco dopo. Proprio come Marta Bassino. Federico Brunelli oggi ha ventisei anni, ma quando mise per la volta la giacca FISI era poco più che maggiorenne. Si è lanciato in questo mondo dopo aver fatto il maestro di sci a Cogne, in Valle d’Aosta, per iniziare una nuova esperienza. Che presto è diventato un lavoro, ricco di soddisfazioni.

BRUNELLI Federico

Ha sempre avuto la passione per i materiali e la preparazione. Ha l’opportunità di intraprendere questo percorso e non vuole perdere l’occasione: si tira su le maniche, studia e prova soluzioni idonee. Inizia dalla squadra C al seguito di Jasmine Fiorano e Veronica Olivieri, Lisa Pfeifer e Alessia Medetti e partecipa alla prima edizione degli Youth Olympic Winter Games, andata in scena a Innsburck nel 2012. Arrivano sfilze di sci, ma nella sua casa di Gressan lo skiroom non esiste. Passano poche settimane e un semplice scantinato diventa un vero e proprio laboratorio, dove nulla manca. Ed è lì che inizia la sua instancabile crescita professionale: affila lamine quand’è in trasferta, cerca innovazione nelle poche giornate che trascorre a casa. Brunelli cresce, Marta Bassino fa il suo ingresso in squadra nazionale: si parla da subito di talento pronto a emergere. E la FISI le affida subito Federico Brunelli che in squadra C sta solo due stagioni, poi spicca il volo verso il gruppo Coppa del Mondo. Un anno insieme, poi le strade si dividono: il professionista viene promosso, il giovane talento rimane in Coppa Europa. Questione di un anno perché la cuneese di Borgo San Dalmazzo sale presto nel massimo circuito mondiale e ritrova proprio il Bru, come lo chiamano le sue atlete. È da quel giorno che la collaborazione tra il professionista e l’azzurra va avanti; sulla strada del valdostano però, poco dopo arriva una certa Sofia Goggia.

La situazione è delicata perché la bergamasca rientra dall’ennesimo infortunio e viene inserita nel team delle gigantiste. Anche di lei si parla di enormi potenzialità inespresse, è una scommessa per tutta la squadra. Sofia, Marta e Federico, il gruppo di lavoro si consolida, si cercano i giusti equilibri per provare a fare grandi cose che oggi si traducono in tre podi per Bassino e tredici (2 vittorie) per Goggia e che sono davanti agli occhi di tutto il mondo. Anche la sua immagine è cambiata e da sconosciuto è subito diventato lo skiman di Sofia e Marta, cercato dai colleghi e intervistato dai media. Salomon per la cuneese, Atomic per la bergamasca, il lavoro di Brunelli è doppio perché deve tenere i rapporti con entrambe le case e perché spesso passa ad Altenmarkt e Annecy per ritirare i materiali o per stare al passo con lo sviluppo. «In azienda vado diverse volte, anche perché diamo delle piccole indicazioni per arrivare ad avere il giusto sci – racconta -. E poi è un modo per rimanere aggiornato su tutte le novità». Federico Brunelli, così come Mauro Sbardellotto, divide la preparazione degli sci: quelli da velocità vengono limati a mano, quelli da gigante e slalom con la Snowglide di Pellizzari, una novità introdotta all’inizio della scorsa stagione. «L’angolo è una costante fissa e tutti gli sci sono preparati a 87 gradi, cambia invece il tuning che per il gigante è 0,6 millimetri, mentre per superG e discesa varia da 1 a 1,2». Sofia Goggia e Marta Bassino hanno piena fiducia nel loro skiman, che a sua volta ha carta bianca sulle decisioni da prendere.
«Sono simili le mie atlete, non chiedono grandi cose – racconta -. Io posso provare delle soluzioni, ma non tengo nascosto nulla: sono al corrente di tutto. Utilizzano gli sci e poi mi danno dei feedback che poi ogni due o tre giorni, quando sono in Sudamerica, inoltro insieme al report dei tempi alle aziende che fanno le loro valutazioni».

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