Quando scia così è impressionante. Intendiamoci, non che non l’avesse già fatto, e non solo in questa stagione, ma la seconda manche di Federica Brignone nel gigante di Åre è di quelle da manuale. Linee incredibili, pieghe al limite, capacità di far correre sempre gli sci. Il cronometro parla chiaro: ha rifilato 1.49 a Sara Hector e 95 centesimi a Lara Gut-Behrami in una manche da meno di un minuto…
Poi ci sono gli altri numeri: quelli che dicono vittoria numero 26 in Coppa del Mondo, 67 podi ad appena due da un certo Gustav Thoeni.
Intanto arriva la perla svedese. «Nella prima manche non avevo grande fiducia. Sono stata fortunata perché non mi sentivo bene nella prima parte che poi è stata tolta e questo mi ha favorito visto che quel tratto aveva neve aggressiva. Avevo fiducia di rimontare e così è stato: ho provato a fare il massimo, sono entrata in ritmo, ho spinto e mi è venuto tutto bene, ma non pensavo di farlo così bene».
Senza paura. «Sono scesa senza timore di uscire, ma soltanto con la volontà di spingere porta dopo porta. Vincere qui era un obiettivo, sono orgogliosa di quanto sto facendo, siamo un gruppo fantastico, il clima in squadra è bello e anche con gli allenatori stiamo facendo un grande lavoro. Adesso mi lancio in slalom con il solo intento di divertirmi».