Grandissimo Manni Moelgg! La corona di cristallo che va al vincitore di Zagreb è tua, te la meriti tutta! Che gran testone sei, lo sei sempre stato. Quello che potrebbe essere considerato un brutto difetto caratteriale, per te nello sport è la dote più preziosa. Cocciuto, sempre affamato di risultati. Lo hai dimostrato subito fin dalle prime apparizioni in CE e poi in WC. Biondino, gentile, con bei modi, ma con una fame incredibile e nessun rispetto o soggezione verso atleti stranieri o compagni di squadra che fossero. Ti ho visto combattere, si proprio combattere, in senso sportivo naturalmente, con Giorgione Rocca che ai tempi in cui tu iniziavi era il leader della squadra, con cui non era lotta solo in gara, ma anche a chi faceva il miglior tempo in allenamento, a chi partiva per primo nelle prove, a chi arrivava prima in pista. Ti ho visto più e più volte andare in crisi, per infortuni, per errori di cambio del materiale o per problemi di tecnica, ma ti ho visto anche sempre ritornare, risorgere, spinto da una fiducia in te stesso persino esagerata. Si, l’apparenza inganna, il tuo bel faccino da bravo bambino ha sempre celato una determinazione incredibile, anche quando abbassavi la testa, in apparenza vinto, io sorridevo perché sapevo che quella sarebbe stata la molla che ti avrebbe spinto a risalire. Anche l’ultimo infortunio, di ormai due anni fa, la rottura del tendine di Achille è stato provocato dalla testardaggine: “ancora una serie di balzi, sto bene, ancora una e poi basta…” e patatrac!!! Non per niente ami la bici, sport della fatica per eccellenza. Però, ancora una volta, eccoti di nuovo sul gradino più alto del podio, battendo avversari che sembrano marziani, cocciuto e testardo come al solito, meglio se contro tutto e contro tutti. Ricordo il tuo accanimento per il gigante, già nel lontano 2002 non eri contento di essere stato inserito nella squadra di slalom, tu che ti consideravi un grande gigantista. Alla lunga hai avuto ragione, sei l’unico che ai Mondiali di Schladming nel 2013 hai preso la medaglia in gigante, non i Blardone o i Simoncelli che in questa specialità avevano più talento e mestiere di te. Ora, lasciando perdere il gigante e dedicandoti esclusivamente allo slalom, forse potresti allungare ulteriormente la carriera, ma tu neanche a parlarne, sempre dritto e avanti per la tua strada, sono certo farai di tutto per risorgere anche lì. Abbiamo lavorato insieme per anni, discusso molto, litigato anche parecchio, testoni e presuntuosi tutti e due, ore e ore di analisi al video per trovare o ritrovare la strada giusta, confronti spesso accesi, mai fini a sé stessi, sempre guardando avanti, cercando soluzioni per migliorare. Quest’anno pur avendo già fatto un podio, ammetto che da te mi sarei aspettato di più, nei confronti di Marcel Hirscher e Henrik Kristoffersen che stavano dominando la stagione, ti vedevo un po’ rinunciatario, come se ti accontentassi di non fare errori, di rimanere fra i top senza cercare l’acuto. Oggi mi hai smentito in pieno e colgo ora l’occasione per ringraziarti per tutte le soddisfazioni che mi hai regalato, le medaglie, la coppa e le vittorie che ancora una volta hai donato a tutta l’Italia, ma soprattutto per come la tua cocciutaggine ha stimolato anche me a crescere e migliorandomi come persona e come allenatore.
FAMIGLIA – Mi piace ricordare anche la tua famiglia. Tua sorella Manuela (anche lei quest’anno è tornata eroicamente sul podio) con cui vi sorreggete a vicenda, ti ho visto essere più teso per una sua gara che per le tue, cocciutissima anche lei e, detto di una donna, suona ancora più particolare (povero Werner!). I tuoi genitori, più o meno della mia età (questo mi ha sempre un po’ impressionato), che vi hanno costantemente sostenuto nello sport e nelle vostre iniziative imprenditoriali, credo di non sbagliare se affermo che proprio la mamma vi deve aver trasmesso quel carattere estremamente competitivo che vi contraddistingue. Ultimo, ma non per importanza, il fratello più giovane Michael, che per un infortunio giovanile o semplicemente per una carriera da atleta più sfortunata non ha raggiunto i vostri livelli in ambito sportivo, avrebbe quindi potuto ingelosirsi e isolarsi e invece si è messo totalmente al tuo servizio come skiman, autista, consigliere, oggi penso anche come nascosto allenatore personale. Credo proprio che i meriti di questa vittoria spettino un po’ anche a lui.
GARA – Gara strana, troppo facile, vento che l’ha falsata, fra gli Italiani sempre uno solo salva l’onore e gli altri un po’ così-così. Tutte fregnacce! Oggi Manfred ha vinto, l’Italia ha vinto finalmente! La prima gara della stagione, la prima gara dell’anno solare, trovo giusto parlare esclusivamente di questo senza altre considerazioni, senza se e senza ma!