Non posso proprio esimermi dall’unirmi al coro per fare i complimenti alle nostre ragazze, ci hanno regalato un’emozione incredibile con il podio tutto azzurro nel gigante delle finali di Aspen. Ancora concentratissime dopo una stagione stressante. Brava Marta Bassino che trovo migliorata tecnicamente, più solida, sempre mentalmente di un’altra categoria Sofia Goggia e finalmente la Federica Brignone che ci si aspettava da tanto. Ora Federica e mamma Ninna Quario devono smetterla di dire, come facevano fino a poco tempo fa, «va bene così!» perché solo in questo finale di stagione «va bene così!», anzi non basta ancora perché una con queste doti non può non aver ancora vinto una Coppa di specialità o essere arrivata solo quarta agli ultimi Mondiali. Credo che la scossa sia arrivata dalla rivalità con la Goggia, a dimostrazione che il dualismo può essere positivo. Spero che ora anche Federica sia conscia delle sue possibilità e non si fermi più a piangersi addosso, può ancora migliorare anche sotto l’aspetto tecnico. Un bravo anche a Gianluca Rulfi detto Rufus in rappresentanza di tutto lo staff femminile che mi dicono molto coeso. Dopo questa doverosa divagazione torno ai maschietti.
DISCIPLINE TECNICHE MASCHILI – Se il settore femminile ride, anche per lo storico primo posto nella classifica per nazioni, lo fa un po’ meno il settore maschile (quarti e fuori del podio…) e in special modo il settore delle discipline tecniche. Non è che i risultati alle finali siano stati poi così male, bravi Manfred Moelgg e Florian Eisath entrambi al quinto posto, discreti Luca De Aliprandini e Giuliano Razzoli, combinazione anche loro entrambi all’undicesimo posto e in netta crescita dopo i rispettivi infortuni. Stefano Gross è veloce ma che dovrà lavorare molto con il professor Beppe Vercelli per superare i fantasmi della sua testa. Tutto il settore discipline tecniche però non ha dato l’impressione di essere in crescita, né di essere all’avanguardia tecnicamente e atleticamente, al momento non ci sono atleti su cui si può ciecamente scommettere. Soprattutto non si vede quel rinnovamento da tanto auspicato: i pochi giovani hanno ancora molta strada da fare, in coppa Europa siamo nettamente indietro e il nostro settore giovanile fa fatica a veicolare fino alla WC i tantissimi talenti che abbiamo nelle categorie inferiori. Lunga vita a Peter Fill e che Dominik Paris sia quel salvagente che mi aspetto, vediamo come si riprende l’uomo medaglia Christof Innerhofer in discesa, purtroppo in gigante e slalom la strada è più lunga e in salita. Occorrono meno confusione e più certezze, sono stati troppi i cambi di staff (alcuni anche “brutti” vedi Steve Locher!), da quel che si sente altri sono in cantiere (via Stefano Costazza?), serve più personalità e leadership nella guida tecnica e atletica. Nulla però è mai definitivo nello sci alpino e speriamo che la lunga estate ci porti quel cambio di marcia sperato, in gigante si modifica anche il materiale, per noi può essere una opportunità! Questo anno i soldi non sono un problema, la FISI ha a disposizione i primi dividendi dei diritti televisivi dei Mondiali di Cortina 2021 (si dice: settecentocinquantamila euro) e il CONI normalmente nell’anno Olimpico elargisce sempre contributi speciali (un milione di euro?). Speriamo che questi soldi siano ben spesi, vengano destinati all’obiettivo Olimpico in primis e in seconda battuta al futuro della FISI, non sprecati in fumosi progetti che si rivelano poi fallimentari o peggio in regalie per campagne elettorali.
COPPA DEL MONDO – Stratosferico Marcel Hirscher, anch’io come i media austriaci a metà stagione pensavo che Marcel fosse avviato al viale del tramonto, superato tecnicamente dai giovani rivali Henrik Kristoffersen in slalom e Alexis Pinturault in gigante. Mi sono clamorosamente sbagliato, Marcellino (solo per statura non certo per grandezza) ha letteralmente distrutto i suoi avversari, li ha mandati in totale confusione. Lui ha dominato i Mondiali, la Coppa generale e le Coppe di specialità, gli altri sono spariti. Tanto lavoro dovranno ancora fare per destituire l’incontrastato Re o forse l’unica possibilità che hanno per farlo è sperare che dopo le prossime Olimpiadi decida di abdicare per raggiunti limiti di stress da vittorie. Forse inconsciamente lo sperano in tanti fra i suoi avversari, ma non certo noi appassionati che vogliamo continuare a godere nel vederlo buttarsi in pista con rabbia e ferocia agonistica come solo lui sa fare.