Ski Racing lancia la sua clamorosa proposta. Da leggere.
Ne abbiamo già parlato tante volte anche da queste pagine e lo faremo ancora. La Coppa del Mondo di sci festeggia le 50 edizioni a partire dal prossimo 24-25 ottobre, ha un passato glorioso e storico alle spalle, ma mostra tutti i segni dell’età e necessiterebbe di numerosi cambiamenti per rendere il prodotto più divertente, più dinamico, più ‘giovane’, più visto in televisione ecc ecc.. In una parola… ‘più’. Altre discipline invernali hanno fatto o stanno facendo passi da gigante in questo senso, leggi biathlon, ma anche sci alpinismo e freeride, specialità in grandissima crescita e con un notevole seguito da parte del pubblico giovane. Vi riportiamo punto per punto il pensiero di Ski Racing. Non siamo d’accordo proprio con tutto, ma certamente è uno spunto di riflessione interessante. Ecco le proposte. Cosa ne dite?
RACING SKI – «Nata da un’idea lanciata nel 1966, durante i Mondiali di Portillo, in Cile, dal giornalista Serge Lange assieme ai direttori sportivi di Stati Uniti e Francia, Bob Beattie e Honoré Bonnet, la Coppa del Mondo sta per celebrare la sua 50esima edizione. Come potranno i prossimi 50 essere all’avanguardia per un circuito che in realtà è diventato ‘vecchio’? Questo è quello che il presidente FIS Niklas Carlsson ha chiesto ai vari comitati durante l’ultimo meeting tenutosi a luglio in Bulgaria. Si è parlato di cambiamenti per decenni, sempre rimasti poi nel cassetto. Con lo spirito di chi vuole migliorare le cose per guardare avanti, proponiamo dieci idee per salvare la Coppa del Mondo».
10 – Tornare alle antiche regole per lo slalom gigante.
Non esiste un mercato al dettaglio per gli sci da gigante. Sono sci specializzati e unici come quelli per il salto. Abbiamo detto tutto. Ma le aziende hanno comunque bisogno di trarre profitto dal loro coinvolgimento nello sport di alto livello. La velocità può facilmente essere controllata attraverso i tracciati e tute meno aerodinamiche. A questo punto ci potrebbe essere un merchandising legato a questi sci, come accade per esempio per il ciclismo.
9 – Unire lo ski-cross al circuito della Coppa del Mondo di sci.
(Ipotizziamo significhi fare le gare nello stesso giorno e nella stessa località non assieme, NdR). I format in cui tutti gli atleti gareggiano assieme o comunque uno contro l’altro sono facili da capire e producono sicuramente ‘dramma&divertimento’ in egual misura. Lo ski-cross, ‘figliastro’ dell’alpino, ha bisogno di tornare a casa e far parte del circuito di Coppa dello sci a tutto tondo. Il numero di località in grado di ospitare le tappe aumenterebbe sensibilmente. Decisamente più convincente di una combinata alpina, lo ski-cross necessita di competenze specifiche.
8 – Innovare la tecnologia televisiva.
I Mondiali 2015 a Vail hanno stabilito un nuovo standard per le riprese TV, con diverse novità. Ma molto si potrebbe fare ancora per integrare le immagini ‘live’ con una possibile diretta web, per creare un accesso universale agli spettatori con dati in presa diretta e via dicendo. Telecamere sugli atleti, analisi GPS di velocità e tattiche, paralleli virtuali tra protagonisti, una visione anche sul mondo degli allenatori sono solo alcuni suggerimenti. Se guardate una partita di baseball o football americano, o anche solo un match di tennis o una gara di F1, vi renderete conto che il pubblico ama essere ‘bombardato’ da statistiche. Generare statistiche che aiutano a capire la storia e l’evoluzione dello sport potrebbe essere molto importante. Quale miglior soluzione di mostrare le immagini in diretta e contemporaneamente i dati?
7 – Più interazione con sponsor e tifosi.
Lo sport è anche divertimento puro e semplice. Sponsor e fan, di fatto, rendono lo sport professionistico possibile e (potenzialmente) remunerativo per gli atleti. Ma se andate a una gara di Coppa del Mondo, vedrete gli atleti un po’ troppo segregati rispetto a fan e sponsor: in pista, a pranzo, ovunque. Si possono fare tanti esempi diversi, per esempio nell’NBA esistono posti a sedere a pochi metri dal campo, nei vari palazzetti. Non possiamo permetterci di far vivere il nostro sport in una ‘bolla isolata’. Servono sforzi per esporre di più gli atleti a fan e sponsor.
6 – Rendere più moderno il format di gara.
Gli slalom sono composti da due manche, solitamente alle 10 e alle 13 del mattino. Magari qualcuno si chiederà: perché?. E la risposta è… perché è sempre stato così. Ma gli spettatori della prima manche, fateci caso, sono spesso meno della metà della seconda. Gli spettatori se ne vanno dopo il primo gruppo nelle discipline tecniche o i primi 30 nella velocità. Perché non limitare le gare di Coppa a 45 atleti, indipendentemente dalle Nazioni di appartenenza, facendo partecipare automaticamente i migliori 30 della WCSL, il campione olimpico e mondiale e il vincitore della Coppa del Mondo? Tutti gli altri devono invecequalificarsi attraverso, per esempio, una Continentale Cup che si tiene il giorno prima o meglio ancora al mattino, in modo da rendere la gara stessa un super evento giornaliero. Perché non tracciare le due manche già al mattino, con relativa ricognizione da fare subito e poi far disputare le due manche a 20’ di distanza l’una dall’altra. L’intera gara durerebbe due ore al massimo e il via potrebbe essere posto alle 12 o 12.30, in modo da finire in tempo per l’après-ski.
5 – Classiche a punteggio maggiorato.
Inutile nasconderlo, non tutte le gare di Coppa sono uguali. Vincere a Kitzbuehel o Adelboden non è come farlo a Hinterstoder. E allora bisognerebbe far pesare di più le vittorie in determinate classiche. Quindi, perché non raddoppiare il punteggio in alcuni casi con gli atleti che magari decidono se partecipare proprio a tutte le gare in stagione oppure scelgono di concentrarsi solo su determinati eventi?
4 – Equilibrare il campo partenti.
Negli sport di maggior successo, di pubblico e soprattutto economico, esiste un equilibrio maggior rispetto alle gare di sci, in modo che il risultato sia sempre in discussione. Più atleti sono in grado di vincere, migliore risulterà lo spettacolo. Nello sport americane le idee sono chiare, la squadra più forte ha il calendario peggiore e le scelte peggiori del college al draft, i ricavi sono distribuiti a tutti e i tetti salariali servono a evitare che i ricchi possano accaparrarsi sempre i giocatori più forti. Nelle gare di sci la filosofia non è coerente: i miglior sono troppo avvantaggiati dal start list rispetto agli atleti meno forti o ai più giovani e solamente la seconda manche dà qualche chance in più agli atleti più promettenti. Perciò si potrebbe far partire gli atleti già dalla prima manche in ordine invertito rispetto alla WCSL, per i primi 45 sciatori. Lo sport ha bisogno come il pane di più vincitori diversi, di vincitori che provengano da diverse parti del mondo.
3 – Trovare nuove sedi di gara.
La produzione che sta dietro alle diverse gare di Coppa del Mondo è sicuramente di alto livello e lavora in ottima sintonia con i vari organizzatori. Perché non mettere però ‘le varie gare in offerta’? Se una nuova location è in grado di produrre un evento di alto livello con un ottimo montepremi, perché non deve trovare spazio in calendario? Molte nuove sedi potrebbero trovare spazio modificando i formati, allungando la stagione agonistica e focalizzandosi di più sulla globalizzazione dello sci.
2 – Aumentare il montepremi per gli atleti.
Poco è stato fatto in questo senso. L’introito del vincitore è imbarazzante rispetto ad altri sport. Un montepremi sottodimensionato svilisce sport stesso e atleti.
1 – Globalizzare il mondo dello sci, andare oltre Austria, Svizzera, Italia.
La Coppa del Mondo è davvero tale se il 48% delle gare (per esempio nel calendario 2015-2016, uomini e donne compresi) sono ospitate da tre sole Nazioni, Italia, Austria, Svizzera? Se ci aggiungete solamente Francia e Germania, la percentuale sale al 64%. Ma questa non è più Coppa del Mondo, è forse una Coppa delle Alpi. Due dei più grandi mercati mondiali nello sci, l’area del nordamerica e dell’Asia, sono poco rappresentati nel calendario. La Cina manca completamente ed è un mercato in super espansione. La Coppa del Mondo dovrebbe durare 30 settimane e potrebbe andare in 30 Nazioni differenti ogni anno…
BONUS – Abbandonare i team Nazionali per squadre professionistiche. Immaginatevi una competizione con team che si chiamino Red Bull, Qatar Airways, Audi, tanto per fare tre esempi a caso, tutti a darsi battaglia per mettere in pista la squadra migliore con gli atleti migliori, pagati per sciare. Questo potrebbe significare più supporto agli atleti per permettere alle Federazioni di sostenere le spese ingenti principalmente per focalizzarsi sullo sviluppo e sulla crescita delle varie discipline. Rendere questo sport uno sport per professionisti eleverebbe di molto la qualità delle gare, farebbe aumentare i premi e porterebbe più interesse e trasparenza.