Manca poco a Levi e si ricomincia a parlare di slalom. Per l’occasione voglio soffermarmi su un aspetto di cui tanto si è parlato durante la passata stagione: le contro-prestazioni della nostra squadra femminile in slalom speciale, accentuate ancora di più dal fatto che le nostre ragazze si sono ben difese nelle altre discipline e che Mikaela Shiffrin ha spesso ridicolizzato tutte con performance da extraterrestre. Certo la crisi non è solo degli ultimi tempi, nasce da più lontano ed evidentemente ha ragioni profonde. L’ultimo podio in un slalom femminile di W.C. è di Manuela Moelgg nel 2011 a Zagabria. Ora è imprescindibile ritornare competitivi, in ragione del trittico che ci attende: 2017 Mondiali Saint Moritz, 2018 Olimpiadi coreane, 2019 Mondiali di Are e ancora più necessario dopo l’assegnazione (unici candidati…!) dei Mondiali del 2021 a Cortina, per quella data bisognerà per forza fare bella figura anche in questa specialità!
QUALI NUOVE STRATEGIE? – Occupandomi oggi della consulenza tecnica di alcuni comitati e di molti sci club, ho cercato di informarmi con gli allenatori federali, ho partecipato all’aggiornamento speciale slalom indetto dalla STF per apprendere le idee, le nuove direttive, insomma il nuovo progetto federale per rilanciare lo slalom in gonnella. Ebbene, forse non ho capito, o forse non volevano confrontarsi con me, o per chissà quale altro recondito motivo, ben poche informazioni ho raccolto. Forse non c’è la volontà di divulgare strategie segrete, il che è già di per sé sbagliato, in quanto la comunicazione e il coinvolgimento della base è indispensabile per un obiettivo di così ampio respiro. Oppure, ed è questa la mia sensazione, ci sono poche idee e soprattutto ben confuse. Peccato perché intanto il tempo passa e a questo punto si è già praticamente persa un’altra stagione estiva, dove tutti sanno si gettano le basi per l’inverno a venire.
PROGETTO VERTICALE? UNA BOIATA CLAMOROSA – A dir la verità qualcosa dalla FISI è uscito, si è parlato di Progetto Verticale, dove le atlete meritevoli anziché confrontarsi all’interno del proprio gruppo di lavoro vengono subito spinte a confrontarsi con il gruppo di WC per accelerarne la crescita sotto tutti gli aspetti: tecnico, tattico, atletico e soprattutto mentale. Ebbene sarò ipercritico o prevenuto, ma la ritengo senza giri di parole una boiata clamorosa. Certo se la nostra atleta di punta fosse la Shiffrin sarebbe facile e furbo affiancarle i nostri “talenti” con l’unica direttiva di cercare di copiarla in tutto e per tutto, rubandogli anche il più piccolo segreto. Ahimè però la Shiffrin è americana e noi non abbiamo atlete neanche vicine a quel livello, quindi che cosa copiano le nostre giovani? Un modello che, a detta della Federazione stessa, è sbagliato e va profondamente cambiato? È come se in una famiglia i genitori non fossero contenti del comportamento e delle cattive amicizie del primogenito e spingessero i fratelli più giovani a uscire sempre con lui!
NOMI SBAGLIATI – In un progetto degno di questo nome sono sì importantissime le strategie ma anche e soprattutto le persone che le portano avanti. Ebbene qui un poco è cambiato. E’ stato sostituito Cesare Pastore allenatore del gruppo giovani con Heini Pfitscher, Angelo Weiss è rimasto più vicino alle polivalenti, sostituito da Luca Liore, è stato aggiunto Matteo Guadagnini quale DT (ruolo che solo due anni fa era obsoleto, ora nuovamente indispensabile…ma…) Radio FISI molto ha spettegolato dietro a queste scelte. Si vocifera di allenatori prima allontanati per dichiarazioni avventate ai media, poi reinseriti per telefonate di atlete o di potenti, scelte effettuate non tanto sul merito ma in base al comitato di appartenenza e comunque sempre dopo la benedizione superiore. Peccato per esempio per Fabrizio Martin delle Alpi Occidentali, che indubbiamente meritava la promozione dopo che tanto bene aver fatto con le sue ragazze ai campionati di categoria proprio in slalom speciale. Solo ed esclusivamente voci naturalmente! Personalmente non mi permetto di giudicare né le decisioni né gli uomini, non è il mio ruolo, poi sono tutti professionisti e tra l’altro cari amici. Mi permetto però di dubitare che anziché la ricerca di soluzioni efficaci, si sia percepita una certa puzza di campagna elettorale anticipata, visto che questi staff rimarranno in carica fino alle Olimpiadi e per l’assemblea elettiva subito successiva. Spero con tutto il cuore che siano solo maldicenze ma, a pensar male, si fa peccato ma spesso ci si indovina…
LO STELLONE ITALICO – Dalle considerazioni fatte si evince facilmente che non sono molto in sintonia con il progetto slalom femminile della nostra federazione, o meglio credo sia ridicolo parlare di progetto. Molto di più avrei messo in campo, riguardo idee tecniche, atletiche, strutturali, coinvolgimento della base, obiettivi e verifiche di breve, medio, e lungo termine, uomini. Insomma non bisogna essere manager di una multinazionale per avere in testa quattro concetti di come si costruisce una programmazione. A questi livelli di sport poi non bisogna neanche copiare e inseguire gli altri, si continuerebbe a essere sempre in ritardo; si deve invece cercare di anticipare i tempi, guardare ben oltre il proprio naso, innovare, prendersi dei rischi. E non mi si obietti che è un fattore di soldi, in quanto ancora oggi lo sci alpino è principalmente e fortunatamente un problema essenzialmente tecnico. Il margine è enorme Shiffrin e Kristoffersen della scorsa stagione sono lì a dimostrarlo! Naturalmente non è mio compito pianificare o anche soltanto suggerire idee e contenuti, mi permetto solo di sottolineare in tempi non sospetti che un’altra volta ci si affiderà a qualche genitore particolarmente avveduto, a qualche allenatore illuminato o all’improvvisa esplosione di un talento spuntato da chissà dove. In una parola tutto è, ancora una volta, affidato al buon stellone italico. Essendo comunque un irriducibile tifoso del team italiano auguro a tutte le nostre slalomiste di smentirmi clamorosamente, regalandoci emozioni e successi!