Da non infilarsi le calze a sfiorare il podio: il ritorno di Matteo Marsaglia

E’ proprio vero che esistono sciatori veloci o lenti, non giovani o meno giovani. Una seconda vita, una resurrezione, un ritorno. Il quarto posto di Matteo Marsaglia sulla Birds of Prey Golden Eagle di Beaver Creek è tanta roba. E’ il segnale della rinascita, è il segno di una rincorsa travagliata, tortuosa, complicata. E la voglia di rimettersi in gioco quando non credono più in te. «Dall’A2 (il team azzurro dove era stato inserito n.d.r) con amore», dice Matte con un pizzico di polemica postandolo su instagram. Ci sono stati momenti difficili, di sconforto, anche di delusione. Matte ha sempre cercato di superarli, ha stretto i denti, anche se qualche volta, non solo si è sentito abbandonato, ma ha anche pensato di lasciar perdere, dire addio alle gare. Ha superato due interventi alle ginocchia con rotture di crociato, menischi e piatto tibiale, un’operazione a entrambi i tendini rotulei, un altro per un ‘ernia inguinale, una lussazione al bacino.

Matteo Marsaglia ©Fisi/Pentaphoto

Ma questo ottobre la schiena lo ha sfiancato, abbattuto. «Ho pensato anche di venire a Baever Creek dove ho vinto  in passato e dare l’addio». Invece in Colorado la sua seconda carriera è ripartita. Come è strana la vita, come è strano lo sport. «La prima parte dell’estate l’ho dedicata come sempre al lavoro atletico. Stavo bene, mi sentivo in forma. Poi da fine luglio ho accusato dolori alla schiena poi sempre più insistenti, probabilmente non sono riuscito alla lunga ad assorbire la mole di lavoro a secco eseguita prima. Ho fatto una risonanza magnetica, non avevo più un disco fra L4 e L5». Le prime cure sono risultate inutili, lo spettro di un intervento chirurgico che però avrebbe voluto dire ciao alla stagione si avvicinava. «A settembre facevo fatica a sciare in campo libero, al mattino anche a mettermi le calze». Poi insieme ai medici Marsaglia ha trovato la soluzione con un ciclo di infiltrazioni e di onde: bombe di antidolorifici per tentare insomma l’ultima carta. «A metà ottobre sono tornato a fare la vita normale, poi dopo la nascita del mio bambino sono volato a Copper Mountain per la rifinitura in vista delle gare. Dopo tre giri tuttavia mi fermavo, ma stavo meglio finalmente…». A Beaver Creek la svolta. Bene in prova, brillante in superG con pettorali proibitivi, poi la zampata finale con questo quarto posto in discesa che vale un’enormità soprattutto infonde una fiducia bestiale per il futuro. «C’è un’altra occasione sulla Birds Of Prey, non voglio farmela sfuggire». Poi si torna in Europa. E poi c’è il sogno olimpico. La Cina ora per Matte adesso è dietro l’angolo. 

Matteo Marsaglia ©Agence Zoom

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