Il web dovrebbe essere luogo di discussione costruttiva
Poco fa abbiamo ricevuto una telefonata del direttore tecnico Claudio Ravetto, piuttosto alterato per alcune dichiarazioni apparse sul nostro sito web. A ragione, posso aggiungere con il ‘senno di poi’. Purtroppo, però, non si trattava di considerazioni fatte dalla nostra redazione, ma di commenti inseriti da lettori. Le scelte per le gare di Soelden venivano pesantemente criticate, addirittura si utilizzavano epiteti come ‘mafioso’. Un atteggiamento chiaramente non accettabile, soprattutto perché tenuto sotto pseudonimo e offendendo pesantemente una persona. Abbiamo lasciato aperta la posssibilità di commentare gli articoli scritti dai nostri giornalisti per arricchire i contenuti, trovare nuovi spunti di dibattito, in modo civile e costruttivo, sfruttando l’interattività del web che da questo punto di vista è più elastico della carta stampata. Purtroppo, come sempre, qualcuno ne ha approfittato. Giorni fa il presidente Morzenti aveva sollevato la stessa questione a proposito di commenti fatti sul suo nuovo collaboratore Robert Brunner. La nostra posizione è chiara: non abbiamo nulla a che vedere con questo operato incivile, che abbiamo provveduto immediatamente a rimuovere. In un primo tempo abbiamo valutato di sospendere l’opzione di commentare gli articoli. Un po’ come dire che, vista la stupidità di pochi, devono pagare tutti quanti. Poi, riflettendo bene, abbiamo ritenuto più corretto – nel caso si verifichi ancora qualche episodio di questo genere – fornire ai diretti interessati le generalità di chi ha fatto certe dichiarazioni. Non importa se c’è il vincolo della privacy: chi non si attiene alle regole di un civile comportamento, è giusto che ne paghi le conseguenze. Ci scusiamo ancora con Claudio Ravetto e con tutte le persone che possono essersi sentite offese da dichiarazioni apparse sotto pseudonimo a commento dei nostri articoli.