Seconda prova per la discesa maschile sulla Rosa Khutor e motori che si stanno via via scaldando. Qualcuno dei big si è nascosto, altri sono costretti a ‘sparare’ tutto, come gli austriaci, impegnati nella qualifica interna. I valori in campo, dopo la ‘ricognizione’ di ieri, iniziano a delinearsi. Vediamo quali potrebbero essere gli highlights in vista della discesa di domenica che assegnerà le prime medaglie olimpiche dello sci alpino.
La lunghezza, innanzitutto. A parte Kitzbuehel (2.03 il vincitore), tutte le altre piste quest’inverno (vuoi a causa di maltempo e conseguenti adattamenti del percorso, vuoi oggettiva conformazione) sono risultate più corte di quello che si sta dimostrando la Rosa Khutor. Nella preolimpica del 2014 vinse Beat Feuz addirittura in 2.14, i tempi delle prove, complice il fondo nevoso veloce, si assestano attorno a 2.06. Gli speed track sono abbastanza considerevoli: nel tratto alto Patrick Kueng ha fatto segnare oggi 118.10 km/h, il più veloce in basso è stato Marco Sullivan a 134.54 km/h (tallonato dal nostro Dominik Paris a 134.37 km/h). Cosa vuol dire? In sintesi che la pista non è così banale come si ipotizzava alla vigilia, che è più lunga di quelle su cui si è corso quest’inverno, che si va veloce e che si salta tanto, cosa a cui (Saslong a parte…) gli atleti iniziano ad essere meno abituati. Dunque occhio a eventuali sorprese, ma non tanto in termini di outsider, bensì di atleti con caratteristiche diverse da quelli abitualmente davanti in stagione. Non vuol dire che vincerà un nome nuovo, bensì che si apre un po’ il ventaglio dei pretendenti.
Nella prova odierna quello che è sembrato più in palla è stato Bode Miller. Fino al terzo rilevamento era al comando, poi ha commesso un errore e ha portato a termine il suo training con il sesto tempo. Gli austriaci sono davanti (Mayer miglior tempo, Kroell terzo ex-aequo con Svindal), Franz settimo. Ma come detto, c’è una qualifica in ballo e la necessità di dare qualcosa di più in termini di tensione agonistica. Chi potrebbe farsi minacciosa è la Svizzera: un redivivo Carlo Janka è in seconda posizione, ma soprattutto è in crescendo costante di condizione da un mese a questa parte. La pressione per lui sta a zero, ma anche se ci fosse ha dimostrato in carriera di saperla gestire senza troppi patemi. Didier Defago sta bene, a Kitzbuehel ha dimostrato che non intende abdicare dall’oro di Vancouver senza almeno provarci. E Patrick Kueng, anche se non ha incantato in questi due giorni di prove, è comunque all’apice della sua carriera. E nemmeno Feiz è completamente demotivato, nonostante la migliore condizione sia ancora lontana. Per ora sono nascosti i francesi: pochi acuti da Theaux e Clarey, il migliore oggi è stato Roger in decima posizione.
Oggi la progressione di Peter Fill (quinto tempo a 62 centesimi da Mayer e a 9 centesimi dal podio) è stata eccellente fino al quarto rilevamento, in cui è sempre transitato in posizioni da medaglia. Ha perso qualcosa in basso, è da capire se ha alzato il piede dal pedale o meno. Werner Heel ha fatto un tratto alto molto buono, transitando in seconda posizione al primo rilevamento e facendo segnare addirittura il miglior parziale tra il primo e il secondo intertempo. Anonima, invece, la prestazione odierna di Paris e Innerhofer. Il primo sembra ancora un po’ impacciato, anche se in entrambi gli speed track è passato come un missile, il secondo ha già dimostrato nella prova di ieri di poter tenere il passo dei primi.
A conferma della nostra impressione, le dichiarazioni rilasciate dagli azzurri nel parterre e diffuse dall’ufficio stampa della FISI. «Oggi ho provato a tirare più di ieri e infatti non ho preso subito la linea migliore. Oggi i salti c’erano eccome, si saltava parecchio. La pista è veramente bella e impegnativa, chi vincerà qui sarà quello che riuscirà a fare la discesa più tosta: ci vuole molta tecnica, molto coraggio e anche un po’ di fortuna. Non penso che possa vincere chi non è un grande discesista» ha commentato Peter Fill. Christof Innerhofer ha confermato la sua discesa ‘guardinga’. «Nella prima parte ho sciato da turista, sono stato molto easy. Ieri avevo spinto nella parte in alto, oggi in basso. E’ una scelta ben precisa che mi serve a risparmiare energie per la gara di domenica. Io credo che la strategia di gara non si limiti solo al momento della gara, ma riguarda anche ciò che si fa nei giorni precedenti».
Staremo a vedere. Intanto guardatevi lo slide in alto: i passaggi di tutti i migliori nella prova di oggi vi aiuteranno ad interpretare il ‘body language’ e a farvi un’idea.