Lo cercava da tempo quel podio in gigante. La disciplina che l’ha proiettata in alto continuava a voltarle le spalle in quest’ultimo periodo. Prima qualche errore di troppo, poi sempre qualche centesimo in più che non è valso il podio. Tre quarti posti bastavano, ma forse se li era già dimenticati dopo l’argento ai Giochi Olimpici di Pechino. Oggi, a distanza di qualche settimana, un’altra conferma. Federica Brignone si lascia definitivamente alle spalle i fantasmi del gigante, si prende di forza un podio che dopo la prima manche sembrava ormai essere lontano. Non impossibile: cadute, errori, recuperi sono sempre possibili. Le gare finiscono al traguardo della seconda manche.
E così ha cancellato qualche tensione di troppo che ha patito nella prima, ha spinto al massimo e compiuto un vero capolavoro giù per il ripido pendio di Lenzerheide. Ha fatto segnare il miglior tempo, ha recuperato tre posizioni. Podio. Chissà cosa sarebbe successo con un distacco inferiore dopo la prima…
«Dopo tutti i quarti posti di questa stagione, sempre per una questione di centesimi, e il podio olimpico sono veramente contenta di questo risultato – spiega -. Ero molto distante dopo la prima manche e avevo bisogno di una grande seconda run, ho osato. Finalmente mi sento più libera, son partita nella prima tesa mi sono però detto che avrei dovuto godermela, andare a tutta e son riuscita a sentirmi libera. Ho provato ad attaccare, a sentire i miei sci attaccati alla neve ed è venuto quello che volevo. Dedico la vittoria ai miei tifosi che son potuti tornare a seguirci, a coloro che si son svegliati di notte per le Olimpiadi ma soprattutto a me, mio fratello e il mio skimen per una stagione straordinaria. Aggiungo una dedica per tutti quelli che mi hanno aiutato nel nostro lavoro, alla squadra, e devo ringraziarli perché questi risultati sono merito soprattutto loro. Io metto fuori i bastoni e finalizzo, ma il lavoro è generale».