Brignone: «Coreani gentilissimi, pista un’autostrada. Discesa? Sono ancora una… novellina»

C’è una curiosità statistica interessante legata alla stagione 2016-2017 di Federica Brignone. Dalla tappa di Garmisch-Partenkirchen, passando poi per Kronplatz, Cortina d’Ampezzo, Stoccolma (dove non ha gareggiato), Crans Montana e Jeongseon la valdostana ha totalizzato 478 punti. Solo Ilka Stuhec, con 561, le sta davanti in questo particolare periodo, con Sofia Goggia ottima terza a 461, ovviamente ricordando che sono state disputate più prove veloci che tecniche in questo lasso di tempo. Certo, chissà come sarebbe stata la sua annata se la figlia d’arte avesse macinato gli stessi risultati fin da Sölden… In ogni caso, con 655 punti in classifica generale e sei gare ancora da disputare (potrebbe anche farle tutte, tra Squaw Valley e Aspen) c’è comunque la possibilità di trasformare un’annata iniziata ben al di sotto delle (sue) aspettative, in una comunque da record, almeno rispetto a sé stessi, visto che lo scorso anno Federica chiuse ottava nella graduatoria overall con 787 lunghezze e non è molto lontana da quel traguardo. Intanto da Squaw Valley, in California, dove venerdì e sabato sarà in gara tra gigante e slalom (manche alle 19 e 22 ora italiana, con Irene ed Elena Curtoni, Moelgg, Marsaglia, Goggia, Bassino tra le porte larghe, cui si aggiungerà in slalom Costazza), Brignone ci parla della Corea, della pista di Jeongseon e del suo rendimento in discesa libera.

Federica Brignone sul podio a Crans Montana (@Zoom agence)
Federica Brignone sul podio a Crans Montana (@Zoom agence)

COREA – «I coreani sono davvero gentilissimi – ammette -. Noi ci siamo ritrovate in un Hotel in mezzo al nulla, a metà tra le piste da gigante e slalom di YongPyong e il comprensorio per le prove veloci. Ci volevano circa 30′ di autobus ogni mattina per arrivare su. Per le prove tecniche c’è una vera stazione con turisti e anche un paesino, a Jegonseon per ora invece… niente. L’arrivo è servito con una seggiovia, perché si trova circa 500 metri più in alto. Cibo asiatico? Particolare, con piatti anche buonissimi, ma ovviamente dipende dai gusti».

Federica Brignone (@Zoom agence)
Federica Brignone (@Zoom agence)

JEONGSEON – «La pista olimpica da discesa sembra un’autostrada – ci dice Federica -. Non è mai molto pendente, quindi è difficile fare la differenza per una come me. Certo, è piena di movimenti del terreno. Per il superG invece è più interessante, perché lascia molto spazio all’interpretazione del tracciatore, essendo appunto molto larga (e in realtà non so se sia un bene o un male). Ovviamente spero che tracci il nostro allenatore anche durante i Giochi 2018. Non ci sono grosse difficoltà e quindi anche se le curve non le chiudi troppo, alla fine vai bene lo stesso».

Brignone ok

DISCESA – «Sono davvero contenta per i risultati ottenuti quest’anno nella disciplina e sinceramente non lo avrei mai detto – conclude Federica -. Comunque non è finita perché… potrei anche disputare la libera ad Aspen! Sì, penso (e spero) di potermi allenare ancora di più la prossima estate in questa specialità. Lo scorso anno ho fatto alla fine solo quattro giorni in Sud America di discesa, per poi appunto ottenere questi risultati. Io sono un po’ una… novellina, chissà come andrà allenandosi di più».

Matteo Guadagnini e Federica Brignone (@Zoom agence)
Matteo Guadagnini e Federica Brignone (@Zoom agence)

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