Sesto podio stagionale, quinto in gigante, tredicesimo in assoluto (con due vittorie). La miglior stagione della carriera di Federica Brignone prosegue, a 25 anni, con un altro piazzamento tra le prime tre oggi a Jasna. Anche se la coppa di specialità non può più essere conquistata, visto che Brem e Rebensburg sono troppo lontane in classifica, a un gigante dal termine. Mai oltre la quinta posizione quest’anno, la valdostana ‘paga’ però le due uscite a Courchevel e Maribor perché per il resto è stata la più continua. Tutta esperienza da incamerare per il futuro e ancora non è finita questa stagione ad alto livello. Con lei abbiamo parlato della gara odierna, ma anche di polivalenza e futuro. Ecco le sue impressioni da Jasna.
PAROLA DI FEDE – «Ho fatto fatica a tenere il ritmo nella prima manche – ci dice dalla Slovacchia -, con una sciata troppo rotonda. Mi è mancata un po’ di spinta nella prima parte di gara. Chiaro che poi dopo la discesa della Brem ho pensato male, come tutti, del tipo “ho fatto schifo” e invece non mi ha superata più nessuno. Lei nell’ultimo mese si è solo allenata, in gigante, e oggi si è visto eccome, mentre io come molte altre atlete ho gareggiato in più discipline. Nella seconda siamo state ‘buttate’ giù alla fine molto velocemente per la paura che peggiorassero le condizioni. Abbiamo trovato nebbia è vero, ma quasi non me ne sono accorta, ho pensato solo a spingere, tirare un po’ su le linee e fare insomma quello che non avevo fatto nella prima. Come al solito al traguardo quando non vedo luce verde sono incaz.. nera e così è stato anche oggi dopo la mia seconda manche, ma poi alla fine ho portato a casa un altro podio e quindi dico che sono felicissima. Siamo sempre lì, con Brem, Rebensburg e Gut: dall’inizio della stagione è una bella lotta fra di noi e la sfida non è ancora finita».
COPPETTA – «La coppa di specialità? Mi rode tanto per le due uscite, perché per il resto sono sempre andata sul podio tranne un quinto posto, a un decimo dal terzo, mentre le altre hanno avuto almeno una gara con, che so, un ottavo, un nono posto. Io no, sono sempre stata lì eppure mi ritrovo… quarta nella graduatoria di specialità, oggi, a causa delle due uscite, che pesano tantissimo. Un peccato. Ma non cambierò mai il mio atteggiamento: io scendo per vincere, punto, e continuerò a farlo senza calcoli. Piuttosto, preferisco sbagliare e uscire, ma dopo averci provato. Senza rimpianti. Sostengo la mia filosofia: provarci sempre».
POLIVALENZA – «Fisicamente mi sento benissimo nonostante tutte queste gare e credo di averlo dimostrato sia oggi che ieri al termine di manche molto lunghe. Sì certo in fondo ero stanca anche io, oggi, come tutte, soprattutto al termine di una run di 1’15” in gigante con tutte quelle curve. Ma non distrutta, assolutamente. Mi sento molto bene ripeto, fare tante gare mi diverte, mi libera la mente, non so quasi spiegare il concetto, ci provo: ogni weekend ho più prove, se una gara va male non c’è il tempo di pensarci, ne arriva subito un’altra. Sì, così mi godo davvero la Coppa del Mondo nella sua grandezza. Quello che stanca sono i viaggi e gli spostamenti, le attese infinite, non le gare. E poi può pesare il fatto di non allenarsi per un po’. Ma va benissimo così».
FUTURO – «Un allenatore dedicato per le polivalenti? Vedremo, certo potrebbe servire non poco per migliorare ancora e allenarsi meglio. A fine stagione ne parleremo, io ho le mie idee, ascolterò il pensiero di tutti e dirò eventualmente la mia, ma non adesso. Adesso non è il caso di disperdere energie, bisogna pensare solo alle ultime gare. Dopo ci sarà tempo di discutere qualsiasi proposta. Vedo solo che le altre squadre o sono molto piccole, oppure hanno una persona in più che si spostra tra velocità e discipline tecniche…».