Guglielmo Bosca non è ancora guarito al cento per cento, ma quando ha sentito profumo di Campionati Mondiali ha deciso di tentare il tutto e per tutto per provare a essere presente a Saalbach. Ha rimesso gli sci ai piedi pochi giorni fa, subito sembrava impossibile poter essere al via delle gare iridate, poi invece ha trovato buon feeling negli allenamenti insieme alla squadra austriaca. «I tempi erano tirati, ho lavorato duramente dal punto di vista atletico per tentare un grande recupero – racconta -. Mi sentivo competitivo ed ero sorpreso nel test effettuato qui in Austria».
Poi la prima prova cronometrata, senza forzare, il colloquio con gli allenatori della squadra azzurra e la decisione congiunta di non correre. Da lì il forfait. «La speranza c’era, sarei partito con un buon numero e la possibilità di giocarmi qualcosa c’era – dice – Mi sarebbe piaciuto correre, ma abbiamo optato per questa scelta».

Gugu era consapevole di doversi prendere qualche rischio, perché sa che quella frattura non è ancora guarita del tutto. «Ma per correre una gara iridata avrei azzardato qualcosina». E ora? La stagione non è ancora finita, ma volgerà al termine molto rapidamente. E forse a questo punto non ne vale la pena tornare in pista, magari a Crans Montana, senza essere al top della condizione. «Perché c’è anche il discorso legato ai punti e per lo status di infortunato posso prendere parte a una sola gara – dice – Ora valuterò bene cosa fare e poi mi rimboccherò ancora una volta le maniche per tornare».
Guglielmo è purtroppo abituato. In carriera ha subìto infortuni gravissimi, che lo hanno portato più volte in sala operatoria. Lo scorso anno il podio nel superG di Garmisch, ora una stagione neppure iniziata, vista la caduta nella seconda prova di Beaver Creek costata la frattura composta del perone della gamba destra. «I tempi sono lunghi, ci avrei provato volentieri per i Mondiali, per un’altra gara vedremo». Ieri intanto, dopo la prima prova, ha fatto ritorno a casa.