Arriva la wild-card in Coppa del Mondo. O forse no

Vi ricordate la proposta del no-fluoro poi più volte rimandata per la difficoltà di macchinari certi per la rilevazione? Oppure il lancio in grande stile delle nuove combinate, quelle tecniche e veloci, addirittura inserite nella bozza del calendario di Coppa del Mondo, e dopo rapidamente cancellate? Adesso la storia si ripete in casa Fis.
Stiamo parlando della wild-card. La nuova regola che prevede la possibilità agli atleti che hanno conquistato la Coppa del Mondo, una medaglia individuale d’oro olimpica o ai Mondiali o una coppa di specialità, con almeno cinque vittorie, di poter rientrare e partire col pettorale 31 per tutta la stagione nella specialità di riferimento, dopo essere stati lontani dalla piste di gara da almeno due anni.

Guarda caso entrata in vigore proprio nella stagione dell’annunciato rientro di Marcel Hirscher. Nessun riferimento diretto, ovviamente, ma quanti possono vantare un palmares del genere? Poi l’ormai olandese andrà a fare i punti Fis in Nuova Zelanda e della wild-card non avrà bisogno. Ma intanto c’è.

Apriti cielo. La prese di posizione contro questa nuova norma non si non sono fatte attendere, da atleti, come AJ Ginnis o Daniel Yule, e dirigenti, partendo dai vertici dell’ÖSV, guarda caso. Solo per citarne alcuni. Parlano di regola calata dell’alto, non discussa né condivisa.

Le wild-card esistono in altri sport, pensiamo al tennis, ma spettano ai singoli comitati organizzatori della gara, soprattutto per questioni di ritorno di immagine o per avere un giocatore di casa in più. Non sono insomma generalizzate a tutto il circuito.

E cosa potrebbe accadere? Che il presidente Eliasch, magari sorpreso da tutto questo clamore, decida di far fare alla Fis l’ennesimo passo indietro. Tanto per cambiare staremo a vedere cosa accadrà.

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