Sono aerei i nostri ragazzi. Lo hanno dimostrato anche oggi nella spettacolare discesa del Lauberhorn di Wengen. Hanno la potenza degli aeroplani, hanno cattiveria agonistica da vendere, hanno il fuoco dentro, hanno i nostri occhi puntati addosso perché vogliamo vederli sempre volare. Perchè ci sono discese e discese, quella di questo angolo di Cantone Bernese è unica, è una classica monumento, una leggenda. Come la Streif di Kitzbuehel d’altronde, dove i nostri aerei saranno in pista la settimana prossima. Dominik Paris plana. Eccome se plana. Fa ancora qualche acrobazia di troppo in volo, ma il motore gira già verso il massimo dei suoi valori. Trionfa su un altro pendio mito (a cui però manca, e di brutto, la cornice di pubblico) ossia la Stelvio di Bormio, sale sul terzo gradino oggi nella libera del 92° internationale Lauberhornrennen. E balza di nuovo in testa nella Coppa del Mondo di discesa. «Oggi ho messo tutto quello che avevo in pista. Ho visto Feuz in televisione e non aveva sciato così bene. Ho pensato allora di poterlo battere. Poi però,all’Hundschopf ho sbagliato e ho lasciato troppo tempo. Sotto ho sciato come mi ero prefissato fino alla Ziel S che ti catapulta al traguardo. Sono contentissimo di questo risultato perché a Wengen faccio sempre un po’ fatica e per questo motivo è ancora più bello salire sul podio».
Christof Innenhofer discreto 12° è in rampa di lancio. I motori sono accessi, lo aspettiamo al decollo definitivo a Kitz. Ci sono i Giochi cinesi da conquistare ed allora eccome che bisogna volare nella mezza settimana tirolese. «Ho fatto troppi errori e la gara l’ho persa alla Kernen S, dove ho sbagliato linea e ho perso tutta la velocità. Oggi non ero così in forma come ieri, non stavo benissimo. La cosa buona è che riesco a fare belle curve, ho fiducia per i prossimi appuntamenti».
Matteo Marsaglia è attardato in 28a piazza. Un aereo che dopo il volo maestoso in Colorado dove ha chioso 4° e il 10° di Bormio, oggi ha sbagliato l’atterraggio del Silberhorn. «Che rischio, mi sono sbilanciato e praticamente ho saltato tutto di traverso. Appena ho toccato la neve i miei sci sono andati l’uno contro l’altro e ho rotto praticamente dalla punta tutta una lamina di uno sci. Pericolo scampato tuttavia. Peccato, in basso se recuperavo qualche posizione potevo avvicinarmi ai quindici, che per me a Wengen va già bene. L’errore però mi ha messo fuori gioco». Qualche giorno negli hangar. Poi si riaccendono i motori alla volta di Austria e….Cina.