Il finale c’è, per fortuna, ed è lieto, nel senso che ora la ragazza sta bene, ed è l’unico aspetto che conta. Tornerà anche a sciare, sì, a gareggiare non si sa, lo si capirà più avanti. Ma il calvario è stato lungo, tortuoso, duro, fatto di quattro operazioni, dicasi quattro, per varie complicazioni sorte dopo l’infortunio subìto 21 mesi fa. Monica Zanoner, trentina, classe 1999, discesista azzurra molto promettente, sette gare disputate in Coppa del Mondo dal 2022 (31esima ad Altenmarkt-Zauchensee il 13 gennaio 2024, in libera, come miglior risultato) ci racconta un percorso a tratti incredibile, davvero a ostacoli, che però è riuscita a superare un passo alla volta.
INFORTUNIO
«Mi sono fatta male a Orcieres, in discesa, in Coppa Europa (dopo aver sfiorato, come scritto sopra, i primi punti in Coppa del Mondo, quindi nel momento migliore della carriera, NdR), dopo una brutta caduta. Ho sentito subito un dolore lancinante, sapevo di essermi rotta il femore della gamba destra. E sono anche rimasta sveglia tutto il tempo, quando avrei quasi preferito… svenire, dato il male indescrivibile sentito. Mi hanno portato in ospedale, a Gap, operandomi immediatamente, nel pomeriggio, con l’inserimento dei cerchiati e di un chiodo».

CALVARIO
«E con il chiodo sono iniziati i guai. Nove giorni a Gap per varie complicazioni, mi è uscita pure un’embolia polmonare e nessuno ha saputo dirmi perché! Una volta arrivata a casa ho tolto i punti in una clinica specializzata, notando che il ginocchio era molto gonfio, seppur, almeno quello, ancora intatto. Dopodiché si è scoperto che avevo la gamba intra-ruotata e non di poco, ma di 46 gradi, dopo una TAC. Il 23 febbraio quindi mi hanno operato un’altra volta, a Bolzano. Tutto bene fino a luglio/agosto, quando continuavo a sentire un dolore forte all’anca. E non passava mai. Il chiodo che mi avevano cambiato a febbraio, raddrizzando la gamba per carità, era stato però inserito male, visto che usciva fuori dall’osso di circa un cm e mezzo. La parte che fuoriusciva mi toccava tutti i tessuti attorno, perennemente infiammati. Facevo fatica anche solo a camminare per casa, d’inverno, per capirci. Ho consultato un altro ortopedico che mi ha operato per la terza volta a marzo 2025, anche perché l’osso faceva fatica a calcificare. Ho cambiato finalmente il chiodo, per la terza volta, e da lì è cambiata anche la vita».
LUCE
«Il 29 luglio scorso mi hanno operato per la quarta e, spero ultima, volta, per togliere definitivamente questo benedetto chiodo. L’osso ora è guarito, potrei anche tornare a sciare, ma a livello fisico non mi sento ancora pronta. Il muscolo sta crescendo, non è ancora però come quello della gamba “sana”. Finché non mi sentirò tranquilla e sicura, non andrò a sciare. Presumo a fine novembre, forse, ma prima voglio tornare a stare bene fisicamente. In questo anno molto difficile ho avuto davvero tanti alti e bassi. E ho capito che si danno per scontate tante cose, ma quando si dice “la salute viene prima di tutto”, è verissimo. Anche banalmente: andare a farsi una passeggiata a un certo punto ti manca come l’aria. Bisogna prima stare bene, e poi lo sci verrà da sé. Lo sci per me è sempre stato al primo posto, ora al primo posto ci sono, inevitabilmente, altre cose».

FUTURO
«Per la FISI sono stata infortunata troppo tempo e quindi… non sono più in squadra. Intanto scierò per l’Esercito, sono sempre in contatto con l’allenatore. Stiamo programmando il ritorno, ma con calma, senza fretta. Tornerò anche in gara? Bella domanda. Non lo so, sinceramente. L’idea è quella, perché mi piacerebbe molto riprendere da dove ho lasciato, ma allo stesso tempo dico che è una cosa che capirò con il passare dei mesi. Sicuramente in questo inverno non farò gare, ma capirò se voglio tornare al mondo agonistico o meno. Già solo l’idea di un altro infortunio mi manda fuori di testa: dopo tutto questo tempo, e ancora non sono completamente a posto, la vivrei veramente male. Devo anche capire se sono disposta a rischiare un’altra volta e questo ancora non lo so. Faccio una cosa alla volta: ora penso a riprendermi, poi a sciare, vedere come va e infine penso che capirò cosa vorrà il cuore, ma soprattutto cosa dirà anche la testa».
In bocca al lupo, Monica.




