«Sono di Genova, sono nato al mare, ma vorrei stare in montagna sempre, vorrei esclusivamente stare sulla neve». Questa frase mi ha colpito e ogni volta che lo vedevo mi tornava in mente. Era poco meno di una decina di anni fa, la mia prima intervista a Matteo Franzoso. Mi ha colpito perché questa frase evidenziava un concetto ed era quello di stare sulle piste per sciare, allenarsi. E continuare a sognare.
Franz, che a livello giovanile primeggiava, per poi arrivare a vincere in Coppa Europa ed esordire successivamente in Coppa del Mondo. Franz che stava cercando di maturare per mettersi in mostra nella massima serie e per questo era in Cile: per avviare una stagione fondamentale per la sua carriera.
Stare sempre sulla neve voleva dire non staccare mai, avere sempre anima e corpo, così come la testa, su quello che da qualche anno era diventato un lavoro.
Vederlo mi restituiva un messaggio di ragazzo tenace, concentrato, pronto a impegnarsi. Mi faceva sempre quell’effetto. Viveva sulla neve perché amava quello che faceva in maniera enorme, senza mai lamentarsi, sempre pronto a mettersi in gioco, guardarsi dentro, cercare di capire quello che non andava per trovare una soluzione.
A volte anche pensando troppo, ma senza mai darlo a vedere. Sempre con il sorriso, quel sorriso che era per tanti. Colpiva l’educazione, la gentilezza, l’eleganza, la disponibilità. L’umiltà: sapeva che non era ancora arrivato dove voleva. Mi ricordo di Franz. Ciao ragazzo.




