Simpatica, brillante, vincente, sorridente. In grado di recuperare da un incidente grave nel febbraio 2021 (frattura a tibia e perone della gamba sinistra, stagione 2021-2022 saltata per intero), per diventare poi la prima atleta norvegese a trionfare in discesa libera nel circuito maggiore. Con il contorno di due bronzi iridati, otto podi complessivi in Coppa del Mondo e tanti sogni nel cassetto, a soli 27 anni. La norvegese Kajsa Vickhoff Lie si racconta così a Race Ski Magazine.
Kajsa, come sta? Pensa già a Milano-Cortina 2026?
«Davvero bene, attualmente. Quest’estate in Norvegia abbiamo avuto un meteo fantastico, quindi ho cercato di trascorrere la maggior parte del tempo all’aria aperta. Adoro quando riesco a concludere la stagione in buona salute e trascorrere poi l’estate facendo quello che voglio. Quest’inverno ho avuto un po’ di problemi alla schiena, quindi ho sostenuto tantissimi esercizi mirati per prepararmi al meglio alla prossima stagione. Sì, non ho mai partecipato alle Olimpiadi vere e proprie, quindi per me l’importante è rimanere in buona salute e mantenere la fiducia in me stesso fino all’inizio dei Giochi» .
Com’è… diventare uno sciatore alpino nella patria comunque dello sci nordico?
«Direi che siamo una grande nazione sciistica in generale e che l’interesse per lo sci alpino è aumentato molto in Norvegia negli ultimi due anni. Quindi sono orgogliosa di far parte di una squadra con valori così importanti che il mio Paese ama seguire».
E’ stata la prima donna norvegese a vincere una gara di discesa libera in Coppa del Mondo. Non solo: è successo in Norvegia e davanti alle ultime due campionesse olimpiche della disciplina, Sofia Goggia e Corinne Suter. Può raccontarci le emozioni di quel giorno?
«Quel giorno è qualcosa che vorrei tutti potessero provare almeno una volta nella vita. Era un mio grande obiettivo e raggiungerlo davanti a così tanti amici, familiari e sponsor è qualcosa che non dimenticherò mai».

Cosa rappresenta e ha rappresentato Ragnhild Mowinckel per tutte voi che fate parte della squadra attuale?
«Ragnhild ha davvero definito lo standard di come è ora tutta la nostra squadra femminile. Ha iniziato a inculcare a tutte una nuova mentalità, per essere buone compagne di squadra, assumersi la responsabilità del proprio sviluppo, essere curiose e non aver paura di fare domande. E, naturalmente, a essere sempre gentili con tutti. Mi manca molto e facciamo del nostro meglio per portare avanti i valori che abbiamo creato insieme».
Le capita di ripensare al terribile incidente che ha coinvolto lei e Schneeberger in Val di Fassa, nel 2021? Da allora Rosina (che ebbe la stessa frattura, ma scomposta) purtroppo si è ritirata, mentre la sua carriera è decollata. Come è riuscita a superare quello shock? E che rapporto ha una velocista con la paura?
«È stata una giornata terribile. Ma per me ha fatto una grande differenza il fatto che l’abbiamo affrontata insieme e che siamo state compagne di stanza nei giorni peggiori, oltretutto durante il Covid. Penso che come sciatore alpino si sia sempre consapevoli del rischio di cadere o di infortunarsi, quindi per me non è stata una grande differenza. La differenza l’ho sentita quando sono tornata dall’infortunio: mi sono semplicemente convinta che potevo superare una cosa del genere. E questo mi ha motivato».

Di cosa ha bisogno per trovare costanza, anche nello slalom gigante?
«Costanza significa fiducia, e la fiducia nello sci è la cosa più importante se vuoi salire sul podio ogni fine settimana».
La rivedremo dunque tra le porte larghe?
«Sì, adoro lo slalom gigante. Quindi mettetevi comodi, aspettate e vedrete».
Che rapporto ha con l’Italia (sede dei prossimi Giochi Olimpici)? Quale piatto italiano le piace di più? Amici?
«L’Italia è uno dei miei paesi preferiti al mondo. Sia d’estate che d’inverno. Sono così entusiasta del fatto che le Olimpiadi tornino in Europa, e sono felice che siano in una sede che mi piace molto. Beh, ho un ristorante italiano in Norvegia, quindi ovviamente la pizza è in cima alla lista. Penso che una delle prime amiche che ho conosciuto nel circuito di Coppa del Mondo sia stata Federica Brignone. È così positiva, inclusiva e ama fare cose, quindi negli ultimi due anni siamo diventate ottime amiche».
Finora ha vinto due medaglie ai Campionati Mondiali, sempre ex aequo! Qual è il ricordo più bello di quei podi?
«Il ricordo più bello è sicuramente quello di aver condiviso entrambe le medaglie con due donne davvero fantastiche. Tutto è più bello se lo condividi, ed è stato davvero divertente. Anche l’ultima a Saalbach, dopo una stagione turbolenta; ma sono riuscita a rimettermi in sesto e a conquistare quella medaglia. È stata una sensazione davvero bella».





