Archiviata la lunga trasferta di Coppa del Mondo di Val Gardena e Alta Badia, gli occhi sono puntati adesso su Bormio dove il 26 sulla pista Stelvio ci sarà la prima prova cronometrata e le gare scatteranno il 28 e 29 con la discesa e il superG. E iniziamo a parlare della tappa valtellinese ricordando uno dei suoi primi vincitori, Daron Rahlves. Per anni, la sua figura è stata protagonista delle campagne di comunicazione della Coppa del Mondo a Bormio: Adrenalina Pura, recitava lo slogan, come quella che anche quest’anno si respirerà sulla pista Stelvio E Daron Rahlves quell’adrenalina l’ha domata alla grande: l’americano ha fatto sua la discesa di Bormio in ben due occasioni, nel 2002 e nel 2005, e anche per questo in Valtellina se lo ricordano bene. D’altra parte, parlandoci chiaro, non importa da quanti anni abbia appeso gli sci al chiodo (ha disputato l’ultima gara nel 2010): l’entusiasmo e l’emozione di quelle giornate sono ancora lì, come se fosse ieri. E il suo amore per la pista Stelvio, la creatura di Oreste Peccedi ed Aldo Anzi, si percepisce in ogni parola: «Credo che sia la pista più fisicamente impegnativa di tutta la Coppa del Mondo, anche perché è sempre estremamente ghiacciata. È come se fosse ruvida, e piena di dossi. Da quando metti gli sci fuori dal cancelletto, non c’è mai respiro. Già alla seconda curva” “arriva un primo salto importante: in questo mi ricorda Kitzbühel, dove bastano pochi secondi per entrare nel vivo della battaglia. Negli anni alcune piste di Discesa Libera sono diventate più semplici, Bormio no: è rimasta unica e intatta nella sua mitica e affascinante difficoltà. La Stelvio è follia, di quelle belle». Sono tanti i ricordi legati a Bormio che animano Daron, a cominciare dai suoi trionfi. «Un anno sono arrivato a Bormio con degli sci nuovi di zecca che mi aveva preparato lo sponsor tecnico, chiedendomi di provarli nella prima prova cronometrata: primo posto. All’epoca i numeri di partenza funzionavano in maniera diversa, così nella seconda prova si tendeva a rallentare un po’ per avere un numero migliore. Io però mi sentivo così bene che ho continuato a spingere: mi sono rialzato nel finale ma non è bastato, ancora primo. Gli allenatori austriaci iniziarono a dirmi che avevo sbagliato, che il numero di partenza mi avrebbe sfavorito e non avrei vinto. Io gli risposi che sarei stato veloce comunque. Indovinate come è finita?».
Il californiano classe 1973 ha partecipato anche ai Mondiali sulla Stelvio nel Febbraio 2005 dove chiuse al secondo posto, seguito poi dalla medaglia di bronzo in gigante. «È stata probabilmente una delle peggiori sconfitte che abbia mai subito, volevo quella vittoria più di qualsiasi altra cosa. Ma Bormio per me è sempre stata una sfida fantastica, e adesso si prepara ad ospitare le prove maschili di Milano-Cortina 2026. Non capita spesso che le medaglie olimpiche siano assegnate su una delle piste più sfidanti al mondo: per il nostro sport questo è il massimo, significa che gli ori olimpici saranno appannaggio di veri campioni». E fuori dalla pista? Bormio ha un sapore particolare, anche perché per via della sua data ci ho passato il Natale più di una volta. Una sera sono stato anche alla Messa di mezzanotte nella chiesa del paese».