Un anno di Recycle Your Boots, il progetto lanciato da Tecnica Group nel 2021 che prevede il recupero e il riciclo degli scarponi da sci. «Anche se in una stagione ancora complicata per la pandemia – ha spiegato Maurizio Priano, Blizzard-Tecnica International Marketing Manager e Project Leader Recycle Your Boot – abbiamo raccolto oltre quattromila paia di scarponi usati, in sette paesi, Italia, Germania, Austria, Svizzera, Francia e Svezia. Siamo ovviamente soddisfatti, adesso il nostro obiettivo sarà quello di raccoglierne 20.000 nel prossimo triennio, coinvolgendo anche il marchio Nordica, ed entrando in altre nazioni come Gran Bretagna, Belgio, Olanda e Repubblica Ceca».
Un progetto non facile visto che lo scarpone ha oltre un centinaio di componenti e le plastiche utilizzate variano da produttore a produttore. Senza dimenticare che non esiste una precisa normativa per l’importazione dei materiali di seconda mano, visto che tutti i processi di riciclo sono sviluppati in Italia, grazie anche alla collaborazione con l’Università di Padova, sotto l’egida del professor Alessandro Manzardo.
«Per ottenere un materiale riciclato di alta qualità – le parole di Giorgio Grandin, Tecnica Group Innovation Manager – è necessario sapere che tipo di plastica viene utilizzato. Per questo dalla prossima stagione i nuovi scarponi Tecnica e Nordica avranno sullo scafo un Qr code che permetterà di conoscere non solo i materiali, ma anche il loro flex e il produttore, in modo da ottenere poi un prodotto omogeneo per il riutilizzo».
Ma Recycle Your Boots (che il futuro come la sottolineato Arianna Colombari, Tecnica Group Communication & Sustainability Director potrebbe coinvolgere sci e attacchi) è già presente, non solo per le plastiche riciclate usate per parti dei nuovi scarponi, ma anche per il riutilizzo delle scarpette. E qui si intreccia la collaborazione con un’altra azienda italiana, Liski.
Il poliuretano delle scarpette viene trasformato in lastre di materiale rigenerato che unito ad altre di poliuretano vergine diventa l’imbottitura dei materassi di protezione. Vera economia circolare, si potrebbe dire, dallo scarpone in pista al materasso in pista. O in gara, perché la sicurezza addirittura aumenta. «Siamo riusciti a creare prodotti con grandi performance in termini di sicurezza – la parole di Carlo Fernandez, Operation Manager Liski Sport Equipment – I risultati dei crash test ci hanno indicato che questi materassi, che sono solo da 16 centimetri, hanno le stesse caratteristiche di quelli da 20».