AAA (serio) candidato alla presidenza FISI cercasi

Metà gennaio, siamo a due mesi e mezzo dalle elezioni federali e la situazione si fa preoccupante. Poche idee e confuse. Nei giorni successivi al pronunciamento del TAR sul ricorso dell ex-presidente Morzenti sono fiorite una serie di candidature, che al momento però sembrano rivelarsi poco solide. Il primo ad esprimersi è stato l’imprenditore piemontese Lamberto Gancia, che ha convocato un incontro a Verona l’11 gennaio scorso per discutere di progetti e programmi. Primo passo falso: un potenziale ‘uomo nuovo’ che si è circondato, tra gli altri, di nomi già visti nell’ambiente. L’usato sicuro federale, insomma, tra presidenti di Comitato e cariche nei principali sci club. È di oggi, però, la notizia sul sito che sostiene la sua candidatura dell’uscita di scena.
«Ho chiarito da subito che per me la condizione essenziale per accettare una carica così prestigiosa ed importate passa attraverso il consenso, la trasparenza ed il gioco di squadra. Se questo non c’è come mi sembra di star vivendo con la presenza di varie candidature alterante alla mia allora non mi interessa procedere su questa strada. Non sta a me però giudicare il profilo di chi si candida ma agli sci club che sono i veri azionisti ed il patrimonio della federazione». Questa la sua dichiarazione. E dunque? Una mossa per mobilitare l’ambiente, oppure una ritirata elegante? Staremo a vedere. Partenza ad handicap anche per l’altro candidato Lorenzo Conci. Il Comitato Trentino, da cui Conci stesso proviene, non ha gradito la presentazione del programma senza essere avvisato o coinvolto nella fase preliminare. Insomma, una zappata sui piedi per cominciare. Anche lui, però, ha mostrato un po’ di incertezza e non sembra una figura così autoritaria da prendere le redini della federazione nella situazione in cui versa. Si è ‘mormorato’ nell’ambiente anche di uno scambio di telefonate tra Conci e Gancia la settimana scorsa. Sintetizziamola così: «Ci mettiamo insieme, facciamo qualcosa insieme? Parliamone. No, però io voglio fare il presidente. Anch’io voglio fare il presidente. Nulla di fatto, dunque, amici come prima». Fantapolitica? Forse. Comunque un altro segnale che ‘stona’: si vuole lavorare per la FISI o fare il presidente per lustro personale? La passione di cui abbiamo letto nei primi stralci di programma di questi candidati passa solo dalla poltrona presidenziale e dall’esposizione mediatica che questa assicura? Il fronte ‘romano’ poi, nonostante sia circolato il nome di Nattino, sembra veramente privo di appeal, soprattutto in un momento di grave mancanza di fiducia nella politica e di chi, in un modo o nell’altro, ne faccia parte.
C’è poi il solito aspetto legato alla necessità di un presidente a tempo pieno. Nei giornio scorsi Dino Meneghin ha annunciato che non si ricandiderà alla presidenza della FIP (federazione italiana pallacanestro) perché è un mestiere da fare con professionalità e full-time. Due aspetti che difficilmente si associano con il volontariato soprattutto per soggetti in età lavorativa.
Siamo alle solite. Mancano le idee, manca coraggio. E la FISI va avanti con un commissariamento rigido che, piano piano, finirà per stritolare l’attività alla base. Nell’ambiente, intanto, sia tra gli atleti che tra i tecnici delle squadre, inizia a serpeggiare una vaga nostalgia di Morzenti. Si stava meglio quando si stava peggio?

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