Gigantisti in pista a Saas Fee

Gli azzurri di Guadagnini rifiniscono la preparazione a 3600 metri

Questa mattina nevicava abbondantemente, quindi il lavoro è stato ridotto rispetto al programma. Ma ieri gli azzurri delle discipline tecniche hanno lavorato duramente sul ghiacciaio di Saas-Fee. Magnifiche le condizioni ai 3600 metri, dove siamo saliti ad assistere all’allenamento dei nostri gigantisti in vista dell’esordio stagionale di Soelden. Un po’ di fatica per tutti, soprattutto a livello di respirazione, visto che dopo la lunga preparazione ad Ushuaia, questo era il primo vero impegno ad alta quota. Così si è dovuto fare i conti con la scarsità di ossigeno. Inoltre la neve piuttosto fredda e aggressiva ha creato qualche intoppo nei primi giri su di un tracciato di gigante regolare, ma reso impegnativo da due secchi cambi di pendenza. GUADAGNINI FIDUCIOSO – «Era inevitabile qualche difficoltà iniziale – ha commentato Matteo Guadagnini – anche perché allo Stelvio la settimana scorsa non eravamo riusciti a sciare ed è tempo di abituarsi alla quota, visto che a Soelden si gareggerà su un ghiacciaio».
Abbiamo visto Max Blardone davvero ‘in palla’, Manfred Moelgg un po’ più in rodaggio, mentre in gran crescendo di condizione Simoncelli e Schieppati. Inoltre Peter Fill ha palesato una sciata piuttosto convincente. Ipotesi confermate dallo stesso Guadagnini. «Effettivamente Max è molto sereno, ha assorbito molto bene il cambio di materiali ed ha trovato immediato feeling. Manfred sta ancora faticando un po’, alterna tratti davvero irresistibili a errori. Devo dire che anche i due atleti Salomon hanno completato al meglio il set-up dei nuovi sci e fortunatamente non hanno intoppi dal punto di vista fisico. Infine va sottolineata l’ottima forma di Fill, che fa segnare tempi interessanti e pare piuttosto motivato a riscattarsi».
Qualche preoccupazione in più per chi sta dietro ai big della disciplina. Se pare certo che sarà Innerhofer a correre a fianco dei ‘titolari’, Matteo ci è sembrato un po’ dubbioso sul resto della pattuglia. «Penso che in questo momento ci sia un po’ di buco generazionale. Dalla Coppa Europa non è arrivato nessun atleta pronto a competere ad alto livello e i giovanissimi del ’90 sono ancora acerbi. Nelle prossime settimane vedremo come completare il contingente». Il clima, comunque, ci è sembrato piuttosto sereno. A fianco dei gigantisti sono scesi in pista anche gli slalomisti del team di Max Carca: una prima parte di mattinata nel tratto basso del ghiacciaio, poi a causa della nebbia si sono spostati nello stesso tracciato dei gigantisti. Un’ottima occasione per trovare il feeling con archi di curva più lunghi. In pista, così, Giorgio Rocca, con paradenti nuovo di zecca dopo la ‘botta’ di Ushuaia, Patrick Thaler, Cristof Innerhofer e un Cristian Deville un po’ adombrato: in Argentina andava fortissimo, ora il problema al tendine rotuleo del ginocchio destro gli procura dolore e crea qualche apprensione di troppo.
Domani gli azzurri saranno ancora in pista a Saas Fee, condizioni meteo permettemdo, poi tutti di ritorno in Italia.

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