Alla fine arriva il team privato per Federica Brignone

Qualche rumors nell’ambiente era uscito già a Jasna, durante l’ultima tappa di Coppa per le prove tecniche, prima delle Finali. Poi ecco le voci che filtrano durante le gare di St. Moritz, quindi la realtà, ormai certa, anche se tutta in divenire, in parte da scoprire. Perché l’indiscrezione c’è stata, ma molto resta ancora da contestualizzare…

CAMBIO – La notizia ha comunque del clamoroso, perché sono passati ormai 13 anni dall’ultima volta per una sciatrice italiana (Karen Putzer, stagione 2002-2003, per altro la migliore di un’azzurra nella storia di questo sporti in Coppa del Mondo, quindi il precedente è beneaugurante). Ebbene sì, Federica Brignone valdostana nata a Milano, 25 anni, ottava nell’ultima classifica generale del circuito, vincitrice di due gare, una in gigante e una in superG, con altri quattro podi a corredo (in totale sono tredici), prova il grande salto per sognare un obiettivo grande così, grande come la sfera di cristallo, anche se le ultime dichiarazioni, risalenti a qualche mese fa, andavano nel senso opposto, ovvero verso l’idea di continuare con la squadra, magari, possibilmente, con un gruppo ristretto di polivalenti. Che ci sarà, probabilmente. Ma la figlia d’arte vuole tentare lo stesso l’avventura personale anche perché le garanzie ancora non ci sono sul mini-team e non si sa quante atlete ne faranno parte.

BRIGNONE – Con avallo federale? Come e con chi? Lo scopriremo nei prossimi giorni. Lentamente si è giunti alla costruzione di un progetto cui Federica e il nuovo staff (skiman, fisioterapista, allenatore, manager) stavano lavorando da mesi. Ma i dettagli sono ancora top secret. E la guida tecnica? Aspettiamo conferme dalla stessa Brignone. Per ora tutto tace, anche se l’identikit potrebbe corrispondere a un allenatore, non necessariamente italiano, che esperienze di questo tipo le ha già provate. Di alcuni tecnici indecisi sul proprio futuro, già in passato a capo di team privati, si è già parlato proprio da questi stessi lidi, e ci sono poi allenatori liberi, come per esempio Mauro Pini, che guidò Tina Maze proprio nell’anno dei due ori olimpici, subentrando a stagione in corso, nel 2013-2014….

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