Un podio di felicità. Ogni atleta aveva i suoi bravi motivi per essere raggiante nel parterre di Killington. Tessa Worley, una fuoriclasse assoluta, è tornata a dominare nel circuito maggiore quasi tre anni dopo l’ultima vittoria (gigante di St. Moritz, 15 dicembre 2013, poi il ko al ginocchio e i Giochi di Sochi 2014 saltati, al top della carriera) e con un calvario lunghissimo alle spalle (più che altro per ritrovare fiducia), quando sembrava ormai impossibile rivederla lì in alto; Nina Loeseth non ha tremato dopo aver chiuso al comando la prima manche, prendendosi la sua seconda top3 nella disciplina, lei comunque più slalomista che gigantista (quinto podio in assoluto); Sofia Goggia, beh, era il ritratto della gioia e mostrava finalmente la sua… redenzione, al primo podio in Coppa del Mondo dopo 4 operazioni alle ginocchia e dopo aver anche pensato di smettere (non scherziamo), solo due anni fa. Un’Italia grandiosa e da record, con cinque atlete tra le prime nove della classifica finale, mai accaduto nella storia della Coppa del Mondo in gigante! Gut esce e Shiffrin scappa via in graduatoria generale. Ma siamo solo alla terza gara, è presto per i discorsi sulla Overall…
NOVITA’ – Grande trionfo di pubblico a Killington, per una gara tutto sommato emozionante grazie alle rimonte viste nella seconda manche, ma un pendio rivedibile, breve, un tracciato sempre uguale dall’inizio alla fine: insomma, tecnicamente una prova che non ha entusiasmato. Poco male. La terza gara stagione della Coppa femminile 2016-2017, sulla nuova pista “Superstar”, è stata condizionata terribilmente dalle condizioni meteo e della neve. Neve bagnata, umida, che si rovinava in fretta dopo pochi passaggi. E nebbia presente a intermittenza: le prime sei atlete della seconda manche per esempio (tra cui Nadia Fanchini e Moelgg) sono state davvero sfortunate, poi tutto sommato la run decisiva si è svolta in condizioni più o meno uguali per tutte. Ha vinto dunque Tessa Worley, in rimonta di nove centesimi rispetto a metà gara (era seconda dietro Loeseth, ma sciando come ai vecchi tempi), una Worley simile a quella che dominò il Mondiale di Schladming 2013, decisa, determinata, precisa con le linee e senza sbavature. Una resurrezione attesa, ma non certo scontata, e assolutamente meritata per un’autentica fuoriclasse della disciplina: 9 vittorie e 14 podi in Coppa, tutti in gigante, oltre all’oro iridato 2013 e al bronzo 2011. Dietro di lei, staccata alla fine di 0”80, Nina Loeseth, sicuramente fortunata nella prima manche (pettorale n.1), ma brava a non tremare sul muro della seconda, pur avendo perso quasi tutto nel tratto centrale pianeggiante. E straordinaria Sofia Goggia, al primo podio in Coppa del Mondo dopo un calvario di infortuni e pensieri, oltretutto ancora in rimonta (da decima a quinta a Soelden, addirittura da quattordicesima a terza a Killington) con il miglior tempo di manche: una potenza sui piani, una certezza sul muro finale, dov’è entrata decisa, ma senza sbavature. Diremmo che… ha fatto bene a continuare la carriera, nonostante troppi dubbi: è ufficialmente entrata tra le grandi dello sci alpino. Voleva continuità, l’ha trovata in due gare, adesso viene il bello, leggasi superG e discesa: lei che ha sempre detto di sentirsi velocista. Complimenti.
LE ALTRE AZZURRE – L’Italia festeggia: mai nella storia del gigante in Coppa del Mondo cinque atlete erano terminate tra le prime dieci, in questo caso addirittura tra le prime nove. Ma se per Bassino (4a, da 6a grande continuità dopo il podio di Soelden), Marsaglia (7a, da 13a miglior risultato in gigante eguagliato per la terza volta), Irene Curtoni (9a da 12esima) c’è motivo di essere molto contenti, per Federica Brignone, forse, suona per la seconda volta un piccolo-grande campanello d’allarme: la valdostana, terza a metà gara, ha commesso ancora tanti piccoli errori, come a Soelden, precipitando in 8a posizione a 1”92 da Worley (in Austria terminò nona dopo aver chiuso quarta a metà manche). Un peccato: nulla di grave, ma un’ulteriore motivo su cui riflettere dal punto di vista tecnico. Detto questo, un trionfo azzurro cui manca solo la vittoria (arriverà, in gigante) per essere completo. Senza dimenticare il 16esimo posto di Elena Curtoni, in crescita, il 20esimo di Moelgg (quanto meno con tre posizioni recuperate nella 2a manche, l’aspettiamo in slalom) e il 23esimo di Nadia Fanchini, lei invece sempre in difficoltà tra le porte larghe. Poco male, adesso arrivano le “sue” gare veloci, a Lake Louise. Farà bene, vedrete… Certo, domenica sarà ben altra musica in slalom (15.30 e 18.30) con Moelgg, Curtoni, Costazza, Brignone e Bassino. In ogni caso, due podi in tre gare per le azzurre, due su due in gigante.
GIGANTE – Brunner è uscita quando stava viaggiando a ritmo da podio, Shiffrin ha chiuso quinta, ma un po’ sotto tono rispetto al solito, senza la consueta aggressività e pulizia tecnica nella sciata. Drev sesta, decima Baud Mugnier, al miglior risultato in carriera in Coppa. Tredicesima Vlhova, meglio nella seconda manche rispetto alla prima, 19esima Rebensburg ancora in ritardo di condizione (arriverà), 21esima la britannica Tilley.
COPPA DEL MONDO – La classifica generale vede Shiffrin ben salda al comando dopo tre gare con 225 punti, con Worley seconda a 140 e Loeseth terza a 115. Bassino è quinta con 110 punti, Goggia settima con 105. In gigante comanda Worley con 140 punti, davanti a Shiffrin, Bassino e Goggia, ma sono tutte molto vicine. Nella WCSL di gigante passo avanti per Goggia, entrata per la prima volta nelle prime 15.