Quelle nuvole non ne hanno voluto sapere. Immobili, ferme, piantate in mezzo alla Corviglia. Se ne stavano comodamente sopra la pista dell’Engadina. E in maniera irriverente se ne sbattevano. Di tutto e di tutti. Ha vinto oggi quella coltre, quella coperta, mentre i poveri discesisti in calzamaglia giocavano a carte al team hospitality, mentre i coach stazionavano in pista e con il passare delle mezz’ore erano sempre meno speranzosi, e mentre in sala stampa si cercava quella notizia, quello scoop, che in giorni come questo è difficile da lanciare. E la radio di Markus Waldner gracchiava ogni mezz’ora annunciando il rinvio che era divenuto un rito. Dalle 12 fino a praticamente alle 15 e poi la decisione ufficiale che non c’era nulla da fare oggi. E così via in albergo in fretta e furia.
Arriva Max Carca, il direttore tecnico: «Era pericoloso, c’era la nebbia, giusta la decisione di non disputare la gara. Peccato tuttavia, questa mattina ho visto la giusta determinazione in Peter Fill e Dominik Paris. E allora a domani, consapevoli che con il primo e il terzo in classifica nella Coppa del Mondo di discesa siamo sempre competitivi». E allora si volta pagina, si guarda a domani. Alle 13.30 si riprova un’altra volta. Prima però, alle 11,15 saranno quattro azzurre in cerca di gloria per la libera iridata femminile: Sofia Goggia, candidata è dire poco al podio, quindi Elena Fanchini, Verena Stuffer e Johanna Schnarf. E che la notte porti consiglio: domani ci sono sei medaglie in palio…