Una Valle d’Aosta da Coppa del Mondo. «Good Job»

Quando arriva la Coppa del Mondo o torna dopo ventisei anni, non sai cosa aspettarti. Non sai quello che le telecamere riprenderanno, quante persone raggiungeranno il parterre e quale sarà la cartolina che girerà il mondo. Sai però quanto lavoro c’è dietro, quali e quanto sono alti gli standard richiesta dalla Fis. Tutto questo il comitato organizzatore lo sapeva e anche bene. Dietro alla Coppa del Mondo di oggi non c’è più solo una gara, ci deve essere un grande evento, una grande festa di contorno. Lo ha più volte sottolineato l’assessore regionale allo Sport, Aurelio Marguerettaz, lo ha più volte ripetuto anche il presidente della Fisi, Flavio Roda. La Valle d’Aosta si è messa in moto, non si è inventata l’acqua calda, ma ha proposto semplici cose, tradizionali. Un padiglione Vip allestito con materiale tipico, esibizioni musicali e danzanti tipiche. Oltre ovviamente a tutte le cerimonie protocollari, richieste dalla Fis. Ma il vero colpo di sena è arrivato dal pubblico. Numeri impressionanti, colpo d’occhio a dir poco splendido. Uno scenario unico non solo per chi non ha mai visto una gara di Coppa del Mondo, ma anche per atlete e addetti ai lavori, abituati a vedere cose indescrivibili in altre Nazioni, Austria e Svizzera su tutte. Un pubblico delle grandi occasioni, una prima volta di La Thuile che riesce a mettersi in mostra anche meglio di altre località italiane. Una La Thuile che ha fatto 2.000 passaggi il venerdì, 7.000 il sabato e 10.000 la domenica. Alzi la mano chi si sarebbe aspettato questo delirio.

TIFOSI – Tifosi di tutte le età, tantissimi bambini degli sci club, accompagnati dalle divise rosse e bianche che identificano i maestri di sci. E poi semplici appassionati. Tutti chiassosi, tutti in festa, tutti ad ascoltare la voce dello speaker Zoran, riuscito nell’impresa di fare stare tutti in silenzio durante la discesa della prima concorrente. Poi è esploso tutto, musica e commenti tecnici. Arriva il turno del pettorale numero 13, Federica Brignone ‘on course’, la Valle d’Aosta è esplosa come non mai. E’ stato davvero un evento con la E maiuscola, uno di quelli che non si dimenticano. E stiamo parlando del settore femminile, sempre sottotono, specialmente quando vicino corrono i maschi (vedi Chamonix). «Bisogna dare una immagine della Valle d’Aosta in festa, una cartolina che i turisti portino via», aveva detto Aurelio Marguerettaz. Beh, la Valle d’Aosta ha fatto sistema, la Valle d’Aosta si è fatta bella, le immagini spettacolari di La Thuile hanno girato il mondo. Poi, se la conferma arriva anche dalle regine durante la conferenza stampa, è detto tutto. «Bella pista, bell’evento, vogliamo tornare», hanno più volte ripetuto Lara Gut (che ha anche scritto su Facebook) e Linsdey Vonn.

L’ORGANIZZAZIONE – Dietro ha lavorato un comitato organizzatore affiatato, con Killy Martinet, giovanissimo e in pista come direttore di gara. Hanno trovato tutte le condizioni possibili: tolto neve, indurito, lisciato, spostato i mucchi e poi ancora sale per l’ultima prova. Caldo e freddo, nuvoloso e soleggiato e anche il vento forte. Hanno fatto i miracoli, si sono fatti trovare pronti. Sulla Coppa del Mondo cala il sipario, il Circo rosa inizia a trasferirsi, il parterre viene smontato. Loro, gli uomini che hanno lavorato in pista, si trovano in fondo, si abbracciano, quasi si commuovono perché sanno di averla combinata davvero grossa, sanno di aver riportato una grande Coppa del Mondo in Valle d’Aosta, sanno che l’evento è stato grande, immenso, indescrivibile. E come direbbe e ha più volte detto Atle Skaardal: «Good Job».

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