Sempre più dubbi sulle piste 'barrate'

Riportiamo tradotto questo articolo apparso sul New York Times del 7 gennaio 2010 a cura della Associated Press, che ci pare poter essere di interesse per i nostri lettori. ”Lindsey Vonn è al centro del dibattito che da qualche tempo ha investito il Circo Bianco: è un errore ‘barrare’ le piste? «Questa pratica – aveva dichiarato Lindsey, dopo l’uscita nello slalom di Aspen – crea una sorta di ‘pond ice’ (ghiaccio stagno). La sciata risulta completamente snaturata. Penso che non sia utile a nessuno rendere le piste così difficili. Anche in televisione l’effetto che ne risulta è pessimo». E queste dichiarazioni erano precedenti ad un’altra uscita di Lindsey: quella nel gigante di Lienz, altra pista ‘barrata’ prima della gara, dove l’americana ha subito una frattura al braccio sinistro. Il ruzzolone della moglie ha indotto Thomas Vonn, anche lui in passato membro dello U.S. Ski Team, a dichiarare che l’utilizzo dell’acqua sulle piste da sci equivarrebbe a spruzzare olio ‘a caso’ ogni 200 iarde sulle piste per le gare automobilistiche. «Trasformano la neve in ghiaccio puro al cancelletto di partenza – ha scritto Thomas in una e-mail all’Associated Press – e su tutto il tracciato la rendono ‘grippy’ (aggrappante), che a mio parere è la condizione più pericolosa da affrontare per un atleta».
Quando una pista è ‘barrata’ l’acqua viene iniettata ad un livello di profondità variabile fra i 30 ed i 60 centimetri attraverso le minuscole bocchette di un tubo ad alta pressione. Nel momento in cui l’aria si infiltra crea uno strato di neve dura e ghiaccio, che fa sì che la pista non si deteriori al passaggio degli atleti e la preserva in caso di aumento della temperatura, di pioggia o di neve caduta di fresco, condizioni meteorologiche che altrimenti potrebbero inficiare lo svolgimento della gara. A volte la ‘barratura’ è utilizzata solo su parte della pista, in altri casi sull’interno tracciato.
«Quando la pista viene barrata è abbastanza improbabile – sottolinea Jim Hancock, da più di dieci anni responsabile della tappa di Coppa del Mondo di Aspen – che l’evento venga annullato e questo è un aspetto estremamente importante dal punto di vista dei diritti televisivi, dei montepremi e per gli interessi degli organizzatori della Coppa del Mondo. Il rovescio della medaglia è che questo procedimento rende le piste molto dure e ghiacciate, in taluni casi estremamente lisce». Fonti interne alla FIS hanno dichiarato che probabilmente le piste verranno ‘barrate’ anche a Whistler, sede delle gare di sci alpino durante i prossimi Giochi Olimpici.
«La ‘barratura’ ci consente di far disputare molte gare – afferma Atle Skaardal, responsabile per le gare femminili di Coppa del Mondo, in precedenza coach del team norvegese – anche con condizioni di tempo mutevoli. Fondamentalmente la ‘barratura’ è la nostra assicurazione». Skaardal, che coadiuverà la preparazione delle piste per le gare femminili a Whistler, si aspetta l’utilizzo della ‘barratura’ nelle discipline tecniche e forse anche in parte dei tracciati per le discipline veloci con maggior frequenza nelle gare maschili rispetto a quelle femminili. «Per nostra esperienza – ha evidenziato Skaardal – nelle gare femminili l’utilizzo della ‘barratura’ per discesa libera e superG non funziona molto bene. Rende il tracciato troppo aggressivo».
Le piste ‘barrate’ tendono ad essere più dure e quindi più pericolose in caso di caduta e proprio questo aspetto è parte del recente dibattito sul moltiplicarsi degli infortuni durante le gare di sci alpino, insieme alle considerazioni relative all’attrezzatura, alla sicurezza delle porte e alla crescente e, forse insostenibile, velocità nelle discipline veloci.
«Da quando le piste vengono ‘barrate’ – ha dichiarato Lindsey, dopo la sua caduta in Austria – le atlete hanno subito molti più infortuni. Personalmente penso che le piste non necessitino della ‘barratura’, ma, nel caso si decida di adottarla, bisogna farlo in modo migliore, infiltrando meno acqua nella neve. Il sistema attualmente adottato non funziona». Su questo tema Herbert Mandl, coach del team femminile austriaco, è d’accordo con la Vonn:«Un giudizio di poco sbagliato può rovinare completamente una gara».
Gli atleti, oltre a preoccuparsi per il tema sicurezza, stanno iniziando a pensare anche all’effetto che risulta dalle competizioni su piste ‘barrate’. «E’ estremamente difficile capire quanto puoi attaccare su una pista ‘barrata’ – sostiene Anja Paerson – alcune curve sono semplicemente lisce, altre tendono ad aggrappare, trattenendo lo sci». Scettica sull’utilizzo della ‘barratura’ anche Kathrin Hoelzl, prima nei giganti di Aspen e Lienz:«Il ghiaccio è ok. Troppo ghiaccio no». L’atleta tedesca ha inoltre sottolineato come sia più facile per gli uomini gareggiare su piste ‘barrate’, infatti per le gare maschili questo procedimento viene utilizzato da diversi anni, mentre per quelle femminili è stato adottato con regolarità solo durante le ultime due stagioni.”
 

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