"Rocca? Può ancora vincere!" Parola di Matteo Belfrond

L'ex azzurro valdostano ha aiutato l'amico Giorgio negli allenamenti estivi

Nel ciclo di allenamenti che ha svolto a Zermatt nel mese di agosto, Giorgio Rocca ha potuto contare sul prezioso aiuto di Matteo Belfrond. L’ex azzurro, che ai tempi della squadra nazionale era suo compagno di camera ha collaborato con i tracciati e il video al training del livignasco. «Siamo molto amici, tutto qui. Così ho deciso di dare una mano a Giorgio nel periodo in cui si è trovato ad allenarsi da solo sul ghiacciaio di Plateau Rosà e ne abbiamo approfittato per confrontarci su alcuni aspetti tecnici».

Matteo ha le idee molto chiare e non è uomo che ‘le manda a dire’. «Sono stato onesto con lui: sono convinto che abbia tutte le carte in regola per tornare al vertice, purché riesca a mettere a punto alcuni aspetti tecnici. Mi sembra che fisicamente sia a posto e lui stesso mi ha confermato che i valori atletici sono allo stesso livello della sua stagione migliore. La questione è quindi tecnica: deve riacquistare quella solidità che caratterizzava la sua sciata. Ora è troppo vulnerabile». Un confronto costruttivo, insomma. «Credo che ci siano una serie di aspetti su cui deve lavorare: forse tende a impattare il palo con le mani troppo in basso e di conseguenza a tenere il busto troppo aperto. In questo modo i piedi rischiano di ‘scappare’ avanti e diventa difficile trovare l’appoggio per l’ingresso nella curva successiva. Non è possibile che un atleta del suo livello abbia vincolo, ma non appoggio in ingresso curva».

Matteo ha potuto chiacchierare anche con il nuovo tecnico Jacques Theolier, che per tre giorni ha seguito Giorgio prima della partenza per l’Argentina. «Mi piace come ragiona e come spiega le cose. È molto semplice e lineare. In un certo senso mi sembra che Theolier sia tornato un po’ indietro, cercando di mettere a posto alcuni ‘fondamentali’ dei nostri slalomisti. Hanno tutti margine di miglioramento, credo che lavorando sulla solidità e continuità d’azione possano andare davvero forte». Rocca ha avuto anche modo di confrontarsi con gli slalomisti austriaci, in allenamento a Zermatt nello stesso periodo. «Ho visto Raich, Pranger e Schoenfelder. Sono estremamente lucidi e professionali. Sanno quello che devono fare, arrivano molto presto sul ghiacciaio, fanno 5 o 6 discese concentrandosi su alcuni aspetti tecnici e alle 10 sono già di ritorno in albergo».

E il confronto? «Sono stati fatti dei test cronometrici. Inizialmente Giorgio era indietro, poi con grande caparbietà a fine giornata riusciva anche a stare davanti. Ma gli austriaci sciavano rilassati, lui tirava al massimo per fare il tempo e magari faceva il doppio delle discese. Gli ho detto che secondo me questo non è l’atteggiamento giusto per un campione del suo calibro: va bene l’impegno, ma troppa foga e troppa tensione non vanno bene. Ci vuole equilibrio anche in questo. Se ritrova la sicurezza e la solidità nella sua sciata, sono gli altri a dover rincorrere lui. Come nel 1996, quando vinceva e dopo le gare dichiarava di avere ancora margine. La sua manche capolavoro fu la vittoria a Chamonix. Ripeto, se ritrova quella solidità, allora può davvero tornare al vertice». Parola di Matteo Belfrond.

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