Morzenti vs. Ghilardi, atto finale

Domani assemblea federale al Lingotto di Torino: ve la racconteremo 'live'

Siamo agli sgoccioli per l’Assemblea Elettiva della Federazione italiana Sport invernali che, domani, al Lingotto di Torino, sceglierà il presidente e il Consiglio direttivo per il prossimo quadriennio olimpico che porta a Sochi 2014.
Come ormai tutti sanno, sono due i candidati alla carica di presidente: l’uscente Giovanni Morzenti e Carmelo Ghilardi, vice presidente vicario nell’ultima ‘legislatura’.
L’elenco, in ordine alfabetico, dei candidati.
Presidente: Carmelo Ghilardi; Giovanni Morzenti.
Consigliere: Riccardo Affò, Pier Angelo Albertini, Dario Bazzoni, Dante Berthod, Antonio Bosco, Guido Carli, Alberto Casse, Francesco Castiglioni, Pierluigi Checchi, Lorenzo Conci, Francesco Contorni, Corrado Dal Fabbro, Alessandro Falez, Franco Fontana, Arturo Guidi, Luciano Magnani, Roberto Malvezzi, Marco Mapelli, Gianfranco Martin, Vittorio Meneghini, Giuseppe Mirarci, Marco Mosso, Antonio Noris, Gian Pietro Pepino, Alberto Piccin, Amedeo Reale, Herbert Santer, Reinhard Schmalzl, Rainer Senoner, Mario Stegagno, Walter Wedam, Richard Weissensteiner.
Consigliere atleta: Daniela Ceccarelli, Anastasia Cigolla, Fabio De Crignis, Kristian Ghedina, Lara Magoni, Gabriella Paruzzi, Alessia Pittin, Alberto Maria Savini, Vittorio Sovilla.
Consigliere tecnico: Mauro Della Vedova, Benito Morioni, Enzo Sima, Alfons Thoma.
Di seguito potete leggere le interviste esclusive che abbiamo realizzato una settimana fa ai due candidati e che sono state pubblicate su ‘Race ski magazine’ numero 110 di aprile, ancora disponibile in tutte le edicole.

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MORZENTI PUNTA AL BIS

Il presidente della Fisi guarda con ottimismo alle elezioni del 24 aprile. L’obiettivo è continuare il risanamento della federazione avviato in questo triennio

intervista di Davide Marta

Appare sereno Gianni Morzenti a due settimane dall’assemblea di Torino, in programma il 24 aprile al Lingotto, dove si voterà per rinnovare il consiglio direttivo della Fisi. «Ho ricevuto ampie garanzie dalla maggioranza degli attuali consiglieri e da buona parte dei Comitati – ci ha spiegato – quindi non vedo perché dovrei temere un’altra candidatura. Anche perché diversamente non mi sarei nemmeno presentato». Nonostante il mood, forse solo in apparenza, rilassato del presidente in carica, nell’ambiente si fa un gran parlare della lista presentata da Carmelo Ghilardi, insieme ad alcuni ex-componenti del consiglio federale. «Non capisco i motivi del loro malcontento. In fondo abbiamo lavorato tre anni nello stesso consiglio e se davvero avessero avuto tutte le soluzioni di cui parlano per migliorare le cose, sarebbero state ben accette, bastava metterle sul tavolo». Comunque Morzenti sembra soddisfatto del suo operato. «Il voto a questi tre anni di presidenza? Direi 7,5, credo che ce lo meritiamo per il lavoro svolto. Soprattutto se si guarda alle condizioni disastrose in cui abbiamo trovato la Fisi, con una situazione economica al limite del collasso. Ora sono tranquillo, perché al termine di questo mandato siamo in via di risanamento e la riorganizzazione è ben avviata: tutti i tecnici vengono regolarmente pagati, sono dotati di telefono e carta di credito aziendale. Insomma, abbiamo dato una bella ‘sterzata’».
Quindi perché votare per Gianni Morzenti?
«Perché ha sempre lavorato, insieme a tutto il consiglio, unicamente per il bene della federazione. E soprattutto perché possa essere portato a termine il percorso iniziato da persone che conoscono bene la situazione patrimoniale e amministrativa della federazione. Insomma, per dare continuità a ciò che è stato iniziato».
E gli errori che vengono ‘cavalcati’ dagli avversari in campagna elettorale?
«Nessuno può lavorare senza commettere errori. Su certe cose siamo andati meglio del previsto, in altre abbiamo peccato. Sicuramente si poteva fare di più in termini di comunicazione dell’operato al mondo dei tesserati, che sono la nostra base. Abbiamo sbagliato alcune scelte strategiche, come quella del segretario generale Costanzo, che è stato ottimamente sostituito da Cartasegna, ma in linea di massima sono soddisfatto».
Cosa ci può dire della discussa figura di Romi Gay, che avrebbe dovuto dare grande impulso all’attività marketing e che di fatto si è rivelata un flop?
«Non sono d’accordo su questa definizione: Romi è stato molto importante nella fase di passaggio ai nuovi contratti sui diritti televisivi e sulle sponsorizzazioni. Senza la sua consulenza non avremmo potuto incrementare le entrate in quel senso».
La questione degli sponsor è una di quelle che ha creato più discussioni in questi anni. Si dice che Morzenti abbia fatto ‘naufragare’ trattative già ben avviate. «Ho sentito una marea di chiacchiere su questo argomento. Tutti parlano di aziende che sarebbero venute in Fisi con i soldi in mano per sponsorizzarci: magari fosse andata così! Di trattative ne sono state fatte, ma lo spazio che ci veniva richiesto in termini di visibilità era decisamente troppo rispetto alla contropartita economica offerta. La trattativa con Mapei è tramontata perché le esigenze dell’azienda di avere una tuta personalizzata nella grafica, come la loro squadra di ciclismo per intenderci, non era assolutamente attuabile con i regolamenti della Fis. La Mela Trentina? I fatti hanno dimostrato che non c’era un reale interessamento, così come da parte di Bosch, che, dopo lunghe trattative, avrebbe voluto acquisire l’immagine della federazione per una cifra irrisoria. Purtroppo gli spazi che abbiamo a disposizione sono pochi e sono piccoli: non possiamo ‘svendere’ la Fisi per cifre ridicole, pur di incassare qualcosa. Siamo stati costretti a dire di no ad alcuni sponsor minori perché avevano pretese enormi rispetto a ciò che potevano garantirci».
Come mai la Fisi risulta una delle federazioni sportive in Italia con la minor crescita percentuale negli ultimi dieci anni nei contributi del Coni?
«Le tabelle per l’erogazione dei contributi sono quelle che sono. È chiaro che tutti vorrebbero avere più denaro. Devo dire che i rapporti con il Coni sono buoni e ci hanno dato una grossa mano nell’organizzare la trasferta olimpica di Vancouver. Sono anche favorevole alla proposta di Petrucci di inserire un loro rappresentante con ruoli di controllo all’interno della federazione».
Ma il rapporto con Petrucci non era deteriorato?
«È sempre stato buono. È chiaro che all’inizio ci sono stati un po’ di malintesi, dovuti alla situazione che ci siamo trovati davanti: il credito con Bormio 2005 alla fine era un debito, sui diritti televisivi erano stati sottoscritti contratti ‘capestro’ e la posizione di molti dipendenti in Fisi era da regolarizzare. Chiariti questi ed altri aspetti tutto è filato liscio».
Ma la scelta di sostenere la candidatura di Chimenti alle elezioni del Coni, poi sconfitto, non potrebbe aver messo in cattiva luce la Fisi agli occhi di Petrucci? «Non sono mai stato contro Petrucci. Semplicemente Chimenti mi ha chiesto un aiuto, cosa che il suo avversario in quella campagna elettorale non aveva fatto. Tuttavia non si è creato alcun attrito con l’attuale presidente, anzi. La trasferta di Vancouver ci ha permesso di approfondire la conoscenza reciproca. Ho apprezzato e ricambiato la ricchezza umana di Petrucci».
Ma se con il Coni va tutto bene, cosa ci dice delle forti pressioni politiche del ministro Frattini contro di lei e il suo direttivo?
«In Fisi c’è libertà di politica e di religione. Noi ci occupiamo di sport. Se la politica intende interferire, così come c’è chi si espone contro di noi, allo stesso modo c’è chi ci sostiene. Se no, probabilmente, le richieste di commissariamento della Fisi che ad un certo punto venivano sostenute da Frattini sarebbero andate a buon fine, o no?».
Il risanamento del bilancio è uno dei cavalli di battaglia della vostra campagna elettorale, anche se la controparte lo ritiene non veritiero. «Dicono anche di avere un dossier, non capisco perché non l’abbiano mai mostrato durante le varie sedute del consiglio federale. I numeri, comunque, sono alla portata di tutti. Il bilancio è stato approvato e sottoposto alla revisione del nostro collegio, ma anche di quello del Coni. Sono assolutamente tranquillo da questo punto di vista. Quello che mi preoccupa, piuttosto, è che nell’altra lista ho visto il nome del presidente del consiglio dei revisori durante la gestione Coppi, quella che ha lasciato la federazione nella situazione disastrosa in cui l’abbiamo ereditata. Dovesse essere eletto, affiderei immediatamente la revisione del bilancio e la sua certificazione ad una società esterna».
Perché non farlo in ogni caso, sarebbe una dichiarazione di trasparenza, no?
«Sì, ma anche un costo. Comunque è un’ipotesi che non escludo».
Come mai è stato siglato un importante accordo per la sponsorizzazione tecnica, con importanti somme di denaro ‘in ballo’, con un’azienda come Vuarnet che sembra avere grossi problemi economici?
«Al momento della rottura bilaterale dell’accordo con Fila, è stata l’unica soluzione che ci è stata proposta. Fino ad ora non abbiamo avuto motivo di lamentarci, dovesse succedere in futuro valuteremo la situazione».
Cosa è cambiato durante questo mandato nei confronti dell’attività di base?
«Il mondo degli sci club può essere sostenuto solo con contributi economici. Inutile voler interferire nella loro attività, sono sufficientemente ben organizzati. E da questo punto di vista, pur senza aver fatto miracoli, abbiamo sbloccato la situazione: a dispetto della situazione di partenza e della congiuntura economica sfavorevole, siamo riusciti ad erogare contributi per oltre 300.000 euro ai Comitati per l’attività giovanile e 160.000 euro agli sci club, cosa che non avveniva da più di sei anni. Stiamo anche lavorando con la scuola per permettere ai giovani atleti di non avere ripercussioni negative dal punto di vista dello studio: è sul tavolo del ministro Gelmini una proposta per aprire un tavolo di discussione con i presidi di scuole e istituti frequentati dai giovani sciatori in modo da ottenere un orario più elastico per le lezioni e da consentire il recupero delle ore perse a causa di gare e allenamenti. L’ideale sarebbe arrivare alla soluzione adottata dalla regione autonoma del Friuli Venezia Giulia che ha anticipato l’inizio e posticipato la fine dell’anno scolastico per inserire un periodo di vacanze più lungo in inverno».
Capitolo Tessera Fisi. Ora come ora è giudicata inutile, o quasi. E’ previsto qualche cambiamento per il futuro?
«È dura ricostruire qualcosa che è stato demolito negli anni precedenti. Ci stiamo provando, eravamo riusciti ad ottenere un ottimo accordo per l’assicurazione, anche se la compagnia Augusta ha disdettato il contratto e ora ci sarà da lavorare per trovare qualcuno che ci garantisca le stesse condizioni. Comunque, dopo anni di calo nel numero di tesserati, per la prima volta abbiamo riscontrato una lieve inversione di tendenza e questo è un segnale incoraggiante. Chiaramente la tessera dovrà offrire maggiori vantaggi per avvicinare alla Fisi più sciatori, ma serve anche una struttura in grado di promuovere e ‘vendere’ tali contenuti».
E lo staff tecnico dello sci alpino in caso di riconferma alla presidenza? Si sono sentite tante voci dopo le Olimpidi… «È prematuro parlarne, perché nella lista dei consiglieri ci sono alcuni tecnici come Thoma, Ceccarelli, Pittin e Schmalzl che possono sicuramente dare un contributo in fatto di scelte. Ci si metterà subito al lavoro se tutto andrà per il verso giusto, ma prima bisogna pensare al rinnovo delle cariche federali».

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GHILARDI: «LA MIA FISI? APERTA E PARTECIPATA»

Sostenuto dal Comitato Alpi Centrali, Carmelo Ghilardi è lo sfidante di Morzenti per la carica di presidente federale

intervista di Davide Marta

La candidatura di Carmelo Ghilardi è stata ufficializzata dopo le Olimpiadi di Vancouver dal Comitato Alpi Centrali: si sapeva da tempo che l’attuale presidente vicario non era più in sintonia con Morzenti e questa mossa pareva inevitabile. «La mia visione della federazione è totalmente diversa da quella dell’attuale presidente. Questo mi è bastato per capire che non sarebbe più stato possibile andare avanti insieme e che era necessario cambiare qualcosa». Carmelo Ghilardi, classe 1952 di Selvino in provincia di Bergamo, paese di cui riveste il ruolo di sindaco, in Fisi dal 1996, parla con fermezza e decisione. «Voglio una Fisi partecipata, non una struttura verticistica, con un presidente che si comporta da ‘padre padrone’. Credo che sia indispensabile estendere il più possibile le decisioni, delegare gli incarichi a chi ha le competenze, mettere più persone e più idee nella ‘stanza dei bottoni’. Ma soprattutto bisogna tornare a parlare di sci, mettere da parte contrasti e conflitti, sterili discussioni e operare per il bene di questo sport». È un fiume in piena il candidato presidente, lo sfidante designato di Morzenti, con cui nell’ambiente della Fisi si dice che i rapporti fossero sempre più tesi negli ultimi tempi. «Io sto con gli atleti, questa è la frase che mi piace utilizzare per promuovere la mia candidatura. Dobbiamo lavorare per gli atleti e in tal senso mi sembra doveroso interpellare chi ha fatto questa professione nella vita, per avere gli input giusti sotto il profilo tecnico». Nella sua lista, a tal proposito, presenta i nomi di Kristian Ghedina, Gabriella Paruzzi, Fabio De Crignis, Gianfranco Martin, ma anche di Alberto Casse, per anni uno degli allenatori più rappresentativi in Coppa del Mondo. «C’è bisogno di gente nuova, che porti idee innovative. La lista è un mix tra questo tipo di persone e altri, come il sottoscritto, che hanno un’adeguata esperienza in ambito federale. Continuità e rinnovamento devono viaggiare a braccetto per rilanciare la federazione, per poi consegnarla nei prossimi anni a qualcuno giovane ed entusiasta che abbia voglia di raccogliere il testimone». Proprio Kristian Ghedina ha rilasciato una dichiarazione di sostegno alle idee del candidato presidente. «Mi piace il progetto di Ghilardi, di una politica più allargata e partecipata, per questo ho deciso di sostenerlo. Voglio portare in consiglio la voce degli atleti: del resto mi sento un atleta e non un politico, e mi piacerebbe difendere e portare avanti il nome e gli interessi della mia categoria. Ghilardi è pronto ad ascoltare e conosce benissimo l’ambiente dello sci e le problematiche gestionali». Il ‘Ghedo’ sembra aver messo da parte spensieratezza e voglia di scherzare per dedicarsi con impegno ad un ruolo nella gestione dello sci italiano. «È innegabile che stiamo attraversando un momento di crisi, ma questo non giustifica il fatto che gli atleti vengano abbandonati a se stessi, mentre dovrebbero avere il massimo dell’attenzione. Sono stati messi da una parte. Mi ricordo che quando gareggiavo non c’erano questi problemi. Ci vuole attenzione ai bilanci, ma senza sottrarre troppe risorse ai veri protagonisti dello sport». Un sostegno forte, dunque, per la campagna elettorale di Ghilardi. «L’attività agonistica di alto livello è impegnativa – ha aggiunto Carmelo –  e richiede importanti risorse economiche. In questi anni non c’è stata un’adeguata campagna di marketing e promozione per reperire queste risorse sul mercato: è una carenza che intendo colmare con persone capaci, in grado di ‘vendere’ nel modo giusto l’immagine della federazione e dei propri atleti». Risorse che vengono, oltre che dal mercato, anche dal Coni e dagli enti pubblici. «Il mio rapporto con le istituzioni è sereno, anche perché si limita a discorsi inerenti lo sci. Non ho mai sconfinato, né intendo farlo, nella politica: mi occupo solo della federazione italiana sport invernali». Una delle priorità di Ghilardi sembra quella di stemperare i forti contrasti che in questi anni hanno caratterizzato la figura di Morzenti, con una linea più ‘low profile’ ma ben indirizzata al raggiungimento dell’obiettivo. «Dopo le ultime elezioni, in cui avevamo deciso di sostenere Morzenti, ci siamo trovati di fronte ad una situazione che mai avremmo immaginato. Credo che il rispetto sia fondamentale in ogni tipo di rapporto professionale, nessuno ama essere trattato come una pezza da piedi. Ad un certo punto abbiamo detto basta e ora vogliamo provare a muoverci seguendo un’altra strada». Ghilardi si è impegnato ad incontrare i vari Comitati tra fine marzo e inizio aprile per presentare il suo programma. «Le sensazioni sono positive. Ho riscontrato interesse per le nostre idee e tanta voglia di cambiamento. Staremo a vedere, noi siamo convinti di farcela, se non sarà così, potremo dire di aver fatto del nostro meglio». Serena la sua conclusione. «In fondo, per quanto seriamente, stiamo solo parlando di sci e di sport della montagna, non di problemi inerenti la sicurezza nazionale!».

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