Morzenti, e adesso che succede?

Quali le ripercussioni sul suo ruolo in FISI?

Sabato 30 ottobre il Tribunale di Cuneo, competente per il giudizio di I grado nel procedimento Morzenti-Caboni, accogliendo l’impianto accusatorio, condanna il Presidente federale a 4 anni e 6 mesi di reclusione per il reato di concussione. Non vengono concesse le attenuanti generiche e, in base all’art. 317-bis del Codice Penale, Morzenti viene interdetto in perpetuo dai pubblici uffici. In base alla legge 241/06 sull’indulto gli viene condonata la pena di 3 anni di reclusione. I legali di Giovanni Morzenti, Gianandrea Anfora e Alessandro Ferrero, manifestano la chiara intenzione di voler ricorrere in appello. Il collegio giudicante ha 90 giorni di tempo per il deposito delle motivazioni della sentenza; dopo la presa visione delle motivazioni, gli avvocati della difesa potranno presentare la domanda di ricorso in appello. Un iter procedurale ancora lungo, durante il quale Morzenti potrebbe rimanere in carica. La FISI è infatti un’associazione senza fini di lucro, con personalità giuridica di diritto privato a cui è riconosciuta autonomia tecnica, organizzativa e di gestione, sotto la vigilanza del CONI, che è a sua volta sottoposto alla vigilanza del Ministero per i beni e le attività culturali. L’incarico di Presidente FISI non rientra quindi nel novero dei pubblici uffici e la decadenza dalla carica è normata dall’art. 50 dello Statuto FISI, che prevede, fra le cause di incompatibilità per rivestire una carica federale, l’aver riportato una condanna penale passata in giudicato per reati non colposi a pene detentive superiori ad un anno ovvero a pene che comportano l’interdizione dai pubblici uffici. Ma stiamo parlando, in entrambi i casi, di sentenze ‘passate in giudicato’ ovvero dopo la condanna nel II grado di giudizio (il cosiddetto processo d’Appello), mentre nel caso di Morzenti si tratta di una condanna di I grado e gli avvocati difensori hanno già espresso la volontà di ricorrere in appello. Irrilevante il tema ‘prescrizione’ nel caso del reato di concussione, infatti, anche con l’applicazione della legge ex-Cirielli (n. 251 del 5 dicembre 2005), il termine di prescrizione scatta dopo 12 anni.
Difficile immaginare un intervento diretto del CONI per un’eventuale rimozione del vertice FISI: il Tar, se chiamato in causa, non potrebbe che dare ragione a Morzenti e imporre il rientro nell’incarico fino a sentenza definitiva.

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