Marsaglia: 'La Stelvio fa sempre male'

Bormio Live – 'Matte': «Sabato a tutta». Battilani: «Finale duro»

La ‘Stelvio’ fa male. Come sempre. Può essere più dura o più morbida, ma quando tagli il traguardo i muscoli sono in fiamme. Mettetela come volete, ma la Stelvio è sempre e comunque sfiancante, sfibrante, dolorosa. Un atto quasi di follia incosciente dall’inzio alla fine. Pendio impegnativo, unico: budelli di ghiaccio che si alternano a diagonali mozzafiato, gobbe, salti, c’è poco tempo per stare giù in posizione. E soprattutto per pensare.

ECCO MARSAGLIA – Chiedetelo a Matteo Marsaglia dopo la prima prova: «E’ sempre una faticaccia qua a Bormio. La pista è estremamente difficile. E’ vero, un po’ più molle la parte dal Canalino Sertorelli fino al Salto di San Pietro, ma in fondo è una mazzata. Sembra facile il finale, ma la gara si fa sempre lì. Nelle curve finali fino a Feleit ci si gioca le prime posizioni».

SFIBRA, SFIANCA, BRUCIA
– Sfibra, sfianca, brucia. La Stelvio è sempre da temere. Per questo in ricognizione Gianluca Rulfi si è messo proprio dopo la Piana di San Pietro e ha indicato ai suoi ragazzi di tener duro fino alla fine. «Basta un piccolo errore è sei fuori linea», ripeteva alla sua ‘pattuglia’ il responsabile del team azzurro dei velocisti. Lo sanno tutti cosa vuol dire affrontare la Stelvio, e per questo anche oggi molti ‘jet’ hanno fatto tattica. Quando credi di aver lasciato alle spalle i passaggi tecnicamente più rilevanti come il salto de ‘La Rocca’, come le curve di Fontana Longa, come la ‘esse’ d’ingresso in Carcentina, come la diagonale stessa della Carcentina e poi il Salto di San Pietro, arriva paradossalmente il pezzo saliente del percorso. Se perdi un attimo il controllo sei fuori, se sei appena in ritardo esci di traiettoria e addio sogni di gloria.

FINALE DECISIVO  – «Sarebbe meglio finisse a San Pietro la gara, il finale ti ammazza», sosteneva l’apripista Henri Battilani in ricognizione. Matteo Marsaglia si leva la tuta all’arrivo. Gronda si sudore, si attacca alla borraccia per idratarsi. Poi saluta e si fa fotografare con un gruppo di Giovani atleti di club locali. E afferma: «Ho sofferto nel finale, ma ho anche risparmiato le energie. Qui preferisco dosare le forze. La pista mi piace, non ho tirato, voglio farlo in gara. Mi manca ancora qualcosa in discesa, faccio più fatica a tirare i curvoni lunghi, in superG mi trovo molto meglio. Ma la Stelvio è una grande pista, voglio i ‘top ten’».

Altre news

Zermatt chiude alle Nazionali, ma a rimetterci veramente solo gli svizzeri

Ci avete tolto la Coppa del Mondo, bene non daremo la possibilità di allenarvi in ghiacciaio. Questa in estrema sintesi la decisione del direttivo della Zermatt Bergbahnen. Nella prossima estate solo le squadre di sci d’élite, insomma le Nazionali,...

Calendari di Coppa del Mondo, a che punto siamo?

Sui calendari di Coppa del Mondo tanto si è detto in queste ultime stagioni. Dalle lettere aperte degli atleti, sino alla recente proposta (Change the Course) della federazione norvegese di dividere la stagioni in blocchi geografici, spostando l’avvio della...

Race Future Club, Scolari ai club: «Osserviamo anche gli altri, la scuola italiana non è sempre sinonimo di perfezione»

Si è chiusa a Cortina d'Ampezzo la terza edizione di Race Future Club, l'iniziativa di Race Ski Magazine che premia i migliori Children italiani quest'anno in collaborazione con Fondazione Cortina. Questa volta da 20 atleti il passaggio a 24,...

Race Future Club, Longo ai ragazzi: «Conta vincere, ma siate sempre umili per continuare a crescere»

«Ci tenevamo tanto a ricordare Elena Fanchini e così abbiamo deciso di dedicarle i nostri uffici ed una sala in particolare. Siamo orgogliosi di questo», fa sapere Stefano Longo, presidente di Fondazione Cortina e vice presidente vicario Fisi, mentre...