Lucia Mazzotti chiude la carriera agonistica a Tarvisio

Sulle nevi di casa l'ultima gara per l'atleta tarvisiana d'adozione

La sciatrice azzurra Lucia Mazzotti termina ufficialmente la sua carriera agonistica proprio sulla Di Prampero, la pista di casa sede della tre giorni tarvisiana che chiude l’ultimo weekend di gare veloci prima delle finali di Lenzerheide (Sui). La friulana, che ieri ha concluso la sua prova in quarantaseiesima posizione, ha scelto di condividere questo importante momento della sua carriera con lo stesso pubblico di casa che, sin dal suo esordio in Coppa del Mondo, l’ha sempre supportata e sostenuta. Un’emozione non da poco per la sciatrice azzurra che ha dato il suo addio al circo bianco scendendo in pista con una tutina da gara ‘personalizzata’: sul retro la scritta ‘The End’. 

Lucia, che ha iniziato a gareggiare a livello professionistico all’età di 15 anni, ha debuttato in Coppa del Mondo nella discesa libera di Lake Louise, il 1 dicembre del 2006; solo nove mesi dopo arriva il primo infortunio. Al suo attivo vi sono 30 gare in Coppa del Mondo e  74 gare in Coppa Europa. Tra i migliori piazzamenti della tarvisiana: i due podi ottenuti nel 2007 in Coppa Europa, il primo posto nella discesa di St Moritz e il terzo nella combinata di Santa Caterina, la medaglia d’argento lo scorso febbraio alle Universiadi di Erzurum. In Coppa del Mondo la Mazzotti riesce ad ottenere il suo miglior piazzamento proprio durante il suo ultimo weekend in casa, il 23° posto ottenuto nella combinata di venerdì scorso.
La sciatrice tarvisiana, emozionata per il calore del pubblico e per il caloroso abbraccio che le hanno dedicato tutte le compagne della squadra commenta così questi suoi ultimi giorni di gara: «Sono state delle gare diverse dalle solite, sapevo che erano le ultime in Coppa del Mondo quindi ho cercato prima di tutto di divertirmi sulla pista di casa. Volevo fare un bel risultato, questo è normale, infatti sono abbastanza contenta del risultato che ho ottenuto in combinata l’altro giorno. Anche se devo essere sincera, in questi giorni il risultato è passato un po’ in secondo piano».
 
Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a lasciare?

«Ci sono diverse motivazioni, prima di prendere questa decisione ho valutato tantissime cose, la causa principale, però, sono sicuramente le mie ginocchia e, di conseguenza, la mia salute. Oramai sono più tre anni che vado avanti con infiltrazioni e antidolorifici. Certo, sono scelte che si fanno finché si può ma, arrivati ad un certo punto bisogna anche rendersi conto che la salute è più importante. C’è altro oltre allo sport anche se sono convinta che fino ad oggi ho sempre dato anima e corpo allo sci. Fino ad oggi ho cercato di dare il mio massimo, ora è arrivato il momento di lasciare».
 
Quando hai maturato questa decisione?

«Diciamo che sono diversi mesi che ci sto pensando, già a Natale avevo deciso. In questi mesi mi sono resa conto che anche con il riposo le ginocchia non miglioravano. In Coppa Europa ho cercato di fare dei buoni risultati per prendere un posto fisso in Coppa del Mondo ma durante le ultime gare ho capito che oltre al ginocchio mi era venuta mancare anche un po’ la voglia di scendere. Quando ero al cancelletto pronta per partire non avevo più la stessa convinzione di prima; lì ho capito che forse era arrivato il momento di cambiare».
 
La pagina più bella della tua carriera in Coppa del Mondo?
«Sicuramente sono stati questi tre giorni, sia per il pubblico di casa che ha deciso di supportarmi sia per l’atmosfera che ho vissuto. Chiudo sicuramente portandomi un bellissimo ricordo di questa giornata ma anche di tutta la mia carriera agonistica».
 
Hai qualche rimpianto?

«Assolutamente no, nella vita non bisogna avere né rimpianti né rimorsi. Forse ho avuto un po’ di sfortuna in questi tre anni. Anzi, io nella sfortuna non credo molto, diciamo che ho sbagliato io, e non solo, negli ultimi tre anni sono stata sottoposta a ben quattro operazioni. Solo nove mesi dopo il mio esordio in Coppa del Mondo ho avuto il mio primo incidente, forse quello era proprio il momento in cui avrei dovuto crescere e fare il salto di qualità. In tre anni sono passata ad essere considerata la giovane che faceva esperienza alla veterana che doveva già aver raccolto buoni risultati in carriera, tutto questo senza poter neanche gareggiare. È un vero peccato perché non ho mai avuto la possibilità di esprimermi fino in fondo e vedere veramente dove sarei potuta arrivare. In ogni caso sono felice del percorso fatto sin qui; ogni esperienza, ogni gara, ogni emozione, tutto è servito».
 
Ora cosa farai, hai già dei progetti per il futuro?

«Prima di tutto devo terminare i miei studi. Nei prossimi mesi discuterò la mia tesi di laurea e poi vorrei proseguire con la specializzazione in psicologia dello sport. E poi chissà, magari un giorno tornerò sulle piste da sci con un altro ruolo, questo mondo mi ha dato tantissimo e continuerò a fare tesoro di tutto quello che ho imparato in questi anni».
 
Ti mancherà tutto questo?
«Sì, è normale, mi mancherà tantissimo ma so che è giusto così. Vorrei fare un ringraziamento particolare a tutta la squadra, a partire dal nostro direttore tecnico, Claudio Ravetto, e a tutto lo staff tecnico che mi ha seguito ed aiutato in questi anni, naturalmente a tutte le compagne e compagni di squadra. Mi mancheranno ma sono sicura di aver fatto la scelta giusta, ora ho altri progetti da portare a termine».
 

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