La seconda Coppa di Fill: oltre a ogni sogno e previsione

Peter Fill rivincendo la coppa di specialità ci ha regalato emozioni stupende, che poi abbia raggiunto l’obiettivo arrivando al secondo posto alle finali di Aspen, dietro al suo compagno di squadra Dominik Paris, ha reso la giornata storica. Un sogno il bis di coppa, un sogno la doppietta in gara, oltre ai sogni che sia avvenuto tutto nella stessa gara. Bravo Peter, nulla da dire, quest’anno la coppa è ancora più meritata perchè non è arrivata per l’infortunio di un avversario, ma viene conquistata sul campo con una gara tutta all’attacco, esemplari a proposito sono le sue curve nel tratto finale della pista. Alzare la coppa per due anni di seguito non è cosa da poco, dimostra la raggiunta maturità di Peter dovuta a diversi fattori: in primis la grossa serenità interiore che gli ha dato la famiglia, il grande Enzo Ferrari affermava che un pilota di formula uno diventa lento quando ha dei figli, nello sci alpino sembra che sia l’esatto contrario; il feeling con il nuovo ski man Daniel Zonin con lui al fianco i suoi Atomic e il suo assetto è sempre stato velocissimo. Vince anche la sua politica dei piccoli passi che non sarà spettacolare ed esaltante, ma che gli dà senz’altro ragione in una specialità come la discesa, senza un vero dominatore dopo l’infortunio di Aksel Svindal, dove tanti (troppi!) sono gli atleti sempre acciaccati. Ciò non toglie nulla però ai suoi meriti, ha saputo gestirsi più di tutti, è ancora perfettamente integro fisicamente, veloce e molto scaltro tatticamente, la serenità e la fiducia in sé stesso hanno poi fatto la differenza. Bravissimo anche Domme con un finale di stagione stratosferico, domina la discesa (per un attimo ho pensato che togliesse la coppa a Peter…) e senza due piccoli errori avrebbe dominato anche il super, non mi sorprende, da lui mi aspetto questo ed altro. Brava infine la squadra che ha saputo da subito interpretare una pista nuova alla coppa del mondo, non è mai facile adattarsi subito a tracciati non abituali, l’Italia della velocità è stata senza ombra di dubbio la più pronta e reattiva del lotto.

ASPEN, USA - MARCH 15: Peter Fill of Italy wins the globe in the overall standings during the Audi FIS Alpine Ski World Cup Finals Women's and Men's Downhill on March 15, 2017 in Aspen, USA (Photo by Francis Bompard/Agence Zoom)
ASPEN, USA – MARCH 15: Peter Fill of Italy wins the globe in the overall standings during the Audi FIS Alpine Ski World Cup Finals Women’s and Men’s Downhill on March 15, 2017 in Aspen, USA (Photo by Francis Bompard/Agence Zoom)

COPPA O MONDIALI? Infervora la discussione se sia meglio vincere la coppa di specialità o i Mondiali, se abbia maggior risalto la vittoria di Kitzbuhel o l’oro a Saint Moritz, se l’Italia sia stata grande con lo storico record di podi in coppa o piccola per il flop mondiale… Lapalissiano dire ‘meglio vincere tutto!’. Dipende poi dai punti di vista: per la federazione come ho già affermato penso che i Mondiali siano l’obiettivo senz’altro primario, per l’atleta professionista sciatore invece il discorso può essere diverso. Nel caso dei nostri due fenomeni citati per fortuna il discorso non si pone, Peter ha già vinto sia coppe che medaglie mondiali, Dominik ha già una medaglia al collo e sono certo prenderà presto il posto di Peter sul gradino più alto del podio di coppa. Forse a tutti e due manca ancora l’impresa, quella da raccontare ai nipotini: la spaccata di Kristian Ghedina, il palo di Christofer Innerhofer, la discesa con un sci solo a Bormio di Bode Miller ecco per un atleta che non vanta le statistiche di Marcel Hirscher sono questi i gesti che lo trasformano in personaggio, che lo fanno conoscere e ricordare anche al di fuori dello stretto ambito degli appassionati e degli addetti ai lavori. È solo il mio parere certo e ognuno può continuare a vederla come crede a riguardo, c’è una vittoria che però mette d’accordo tutti e azzera le discussioni: l’oro Olimpico! Si è detentori della Coppa per un anno, campioni del mondo in carica per due stagioni, campioni olimpici per sempre! Le medaglie olimpiche sono dell’atleta, della federazione, della nazione intera. Forza dunque mancano pochi mesi all’evento coreano, l’oro olimpico in discesa manca da troppo tempo in Italia, tra l’altro bruciano ancora troppo i sei centesimi di distacco di Innerhofer a Sochi. Buon lavoro a tutti quindi, e un in bocca al lupo per l’estate di allenamenti che vi aspetta.

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