La Fisi batte cassa con gli atleti

Ma gli azzurri non ci stanno

Chiamatelo come volete versamento, tassa, percentuale: uno dei temi del giorno alla presentazione di Torino è la richiesta da parte della Fisi di un contributo sui guadagni degli atleti: «Credo che un atleta – ribadisce il presidente Morzenti – che ottenga risultati grazie anche al lavoro della Fisi che si sobbarca le spese di tecnici e allenamenti, e grazie a questo ottenga anche maggiori guadagni degli sponsor, debba contribuire. Non chiamatela tassa, né dite che sarà il 30% di quello che si guadagna: ribadisco, nel prossimo consiglio credo si debba decidere di chiedere un aiuto agli atleti, come d’altra parte si fa in Francia o in Austria». Gli sciatori non la vedono così: Denise Karbon ha spiegato come da soli gli atleti si cerchino sponsor, si paghino manager o fisioterapisti. Dunque nessuna percentuale alla Fisi, meglio sarebbe decidere un ‘fisso’ ad inizio stagione per il lavoro della Federazione. Stesso principio ripreso e ribadito da Piero Gros alla platea del Palavela: «Ricordo che ai miei tempi avevo avuto un contatto con un grosso sponsor, ma alla fine non se ne fece nulla perché non ottenni la licenza dalla federazione. La situazione è cambiata, direi meno male, per gli atleti. Non sono d’accordo sulla proposta avanzata dalla Fisi, perché ogni atleta ormai si muove con un proprio management che cura questi aspetti. Capisco le intenzioni della Federazione: ma forse sarebbe meglio decidere prima quanto chiedere agli atleti».

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