Wengen Live – Lauberhorn mutilato e poco spettacolare. Fill settimo
Parliamoci chiaro, la gara è stata valida e i campioni sono tutti davanti. Però lo spettacolo è stato davvero scarno. O meglio, niente a che vedere con la discesa tradizionale. E dovevate vedere la faccia che hanno fatto i tifosi che erano saliti con il trenino per gustarsi il salto mozzafiato dell’Undschopf. E dovevate sentire anche gli atleti in partenza, che avevano subito capito che oggi era un’altra gara.
LAUBERHORN, UN’OPERA D’ARTE LASCIATA A META’ – Colpa delle raffiche di vento della mattina, che hanno obbligato a far partire la quinta libera della stagione 2012-2013 sotto il mitico salto dell’Undschopf. Peccato. Il Lauberhorn mutilato sa proprio di poco. Come un’opera d’arte lasciata a metà, come un urlo strozzato in gola. E in questa gara quantomeno originale perchè vi erano inevitabilmente meno passaggi impegnativi, ha avuto la meglio Patrick Kueng. Lo svizzero è ‘profeta in patria’ e i suoi diretti avversari sono proprio appiccicati. L’austriaco Hannes Reichelt infatti chiude a 6 centesimi, a 7 invece il norvegese Aksel Lund Svindal. Quarto a 24 l’austriaco Max Franz, e a 35 centesimi l’eterno yankee Bode Miller. A 44 ancora Austria con Matthias Mayer.
AZZURRI: BENE SOLO FILL – Primo azzurro in classifica Peter Fill: chiude settimo a 54 centesimi da Kueng, complice di due errori. Il primo nella curva angolata che predede il salto del Silberhorn, il secondo nei curvoni finali, Ziel-S. Werner Heel, il vincitore della prima prova, quindicesimo a 85 centesimi, mentre affonda sul Lauberhorn Christof Innerhofrer solo ventunesimo a 1.14 e mai davvero in gara. Venticinquesimo Silvano Varettoni a 1.30, quindi appena dietro a 1.33 Dominik Paris. Quarantaduesimo Siegmar Klotz e quarantacinquesimo Mattia Casse.
RAVETTO: «SOFFRIAMO TROPPO IL FACILE» – Ecco il direttore tecnico Claudio Ravetto a fine gara: «C’è poco da dire, dal momento che facciamo ancora troppa fatica sul facile. Per gli altri facile vuol dire adattamento, per noi facile si tramuta invece in difficile, nel senso che in queste condizioni non riusciamo ad esprimerci. Non è da oggi certo, ma bisogna correre ai ripari».