Inner d'argento in discesa libera! Vince Matthias Mayer

Spettacolo sulla Rosa Khutor per l'opening dello sci alpino ai Giochi

Cielo velato sulla Rosa Khutor per la prima gara da medaglie dell’Olimpiade di Sochi 2014. Tribune semi-deserte, come riporttato dai nostri inviati in pista, che si sono via via popolate nel corso della gara. Temperatura leggermente sopra lo zero, dopo il freddo nelle prove, anche a causa del cielo coperto, visibilità un po’ più limitata, un po’ di vento nella zona di partenza. Proprio a causa del vento è stata rinviata di 15 minuti la partenza.
 
La pista si è confermata estremamente tecnica, fondo duro e addirittura più mosso delle prove, con sci che sbattevano tantissimo. Addirittura più grip, dato che le lastre di ghiaccio lucide che si sono viste in prova sono state ‘ammorbidite’ leggermente dall’aumento di quattro/cinque gradi della temperatura. Spettacolo in pista, fin dalle prime discese, che hanno messo in luce subito ottime prestazioni: prima Carlo Janka, poi lo yankee Trevis Ganong, fino a Kjetil Jansrud che ha preso con decisone la leadership.

Tra i favoriti il primo a scendere è stato Matthias Mayer, che anche senza avere un pedigree da grande discesista, in prova aveva destato grandissima impressione. La sua discesa è sembrata subito impeccabile: più controllato nella sezione tecnica in alto, si è letterlamente scatenato nel tratto centrale della pista. Tra il terzo e quarto intertempo, forse la zona in cui la pista poteva sembrare più facile, Mayer ha invece fatto la differenza. Il fattore stanchezza si è fatto sentire per tutti in un segmento di pista dal fondo durissimo e con curve profonde, con diversi dossi da lavorare. Il giovane Matthias lì è filato via liscio come l’olio, senza pagare dazio all’acido lattico. Dopo di lui abbiamo visto cedere di schianto prima il nostro Peter Fill, poi Bode Miller e anche Aksel Lund Svindal, tutti davanti o molto vicini a Mayer nella parte alta.
Bode è sembrato stanco, Svindal non ha mai avuto la brillantezza che ha dimostrato in tantissime occasioni, forse proprio Fill è quello che poteva davvero impensierire i primi.
 
Il podio si è congelato, passaggio dopo passaggio, con Mayer davanti ai due noervegesi Jansrud e Svindal. Poi è partito il nostro Christof Innerhofer. In alto ha letteralmente ‘demolito’ tutti. Quasi sei decimi di vantaggio su Mayer al primo passaggio, margine quasi invariato al secondo. Poi Inner ha commsso un paio di impercettibili errori di linea nei dossi precedenti al penultimo salto, perdendo un po’ di velocità. Quel tanto che è bastato per sfrecciare sul traguardo in zona medaglia, praticamente attaccato all’oro, ma a 6 centesimi di distacco da Mayer, un metro e trenta centimetri traducendolo in distacco sulla pista… Urlo liberatorio di Inner davanti alla telecamera della mondovisione, un argento vivo che apre nel modo migliore l’Olimpiade azzurra. Onore a Matthias, classe 1990 figlio di Helmuth Mayer, che riporta l’Austria sul gradino più alto del podio olimpico della discesa dopo tanto tempo. Ma noi siamo contenti così, Innerhofer ha dimostrato una volta di più di essere un grande campione e questa medaglia impreziosisce ulteriormente la bacheca di un atleta davvero speciale. Settimo posto per Peter Fill (a trentanove centesimi dal podio), undicesimo e dodicesimo Paris ed Heel.  

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