Il punto di De Chiesa: ‘Bella la discesa di Saalbach’

Dopo i segni di risveglio dicembrini e il brusco dietrofront nella discesa di Santa Caterina, ridotta a caricatura della regina dello sci, Saalbach ha riscoperto l’inversione di tendenza intrapresa quest’anno, almeno nelle intenzioni. Non si correva più dai mondiali del ’91 e, in ogni caso, riempita di dossi a catena chi l’avrebbe più riconosciuta! Bella, anzi bellissima e veloce da paura, la pista austriaca ha riappiccicato alla tv molti appassionati, ormai disamorati nei confronti della specialità. Questa volta, le velocità erano rilevate anche nei micidiali curvoni iniziali, per lo più ciechi e in pendenza fortemente a sfavore, sì da sprigionare forze centrifughe di inaudita violenza: 140 orari, per la precisione 144 la punta toccata dal vincitore Matthias Mayer in una tornata sul ripido! Pazzesco. E poi i salti, moltissimi, con quello finale che sparava suggestivamente sopra un’auto dello sponsor anche a 70 metri, con atterraggio non propriamente sul ripido. In casa Austria, notoriamente refrattaria alle fasi di volo prolungate, vedere una discesa dove si stava più in aria che sulla neve, per altro zeppa di asperità e sconnessioni, è stata una fantastica sorpresa. Se Hannes Trinkl, campione del mondo di discesa nel 2001 e tracciatore ufficiale FIS, è riuscito a imporre anche in Austria, ad eccezione di Kitzbhuel dove non ce n’è bisogno, vigente la legge della Streif, la linea spettacolare dettata da Markus Waldner, giudice arbitro maschile, la discesa forse ha preso la direzione giusta.

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