Hirscher per il ‘pokerissimo’ e la storia

Stagione maschile 2015-2016. Marcel imbattibile? A meno che Pinturault..

Segnatevi la data: 5 gennaio 2016, vigilia dello slalom maschile di Zagabria. Quel giorno, la Coppa del Mondo di sci alpino maschile, nata 48 ore prima di quella femminile, toccherà ufficialmente la 50esima edizione. Il 5 gennaio 1967, infatti, a Berchtesgaden, land della Baviera, Germania, dove Adolf Hitler fece costruire la sua residenza estiva, il Berghof, oltre al leggendario Nido dell’aquila, un rifugio in posizione panoramica utilizzato per incontri diplomatici, scattava il circuito diventato poi tanto famoso ai giorni nostri, con uno slalom speciale.

STAGIONE 1966-67 – La prima di sole 18 gare, all’epoca, vinta dall’austriaco Heinrich Messner, classe 1939, che si impose con il tempo di 1’37’’26. L’Italia ottenne un bel risultato proprio con il campione iridato in carica della disciplina, Carlo Senoner, che fu quinto a 1’’27. Sarebbero seguite poi le tappe di Adelboden, Wengen, Kitzbühel, Megéve, Madonna di Campiglio, Sestriere, Franconia, Vail e Jackson Hole, negli Stati Uniti, dove la Coppa si concluse senza podi italiani il 26 marzo 1967, con Jean Claude Killy trionfatore a quota 225 punti. 

LA STORIA, OGGI – E proprio la cinquantesima edizione potrebbe celebrare un trionfo storico, quello di Marcel Hischer, a caccia del quinto successo consecutivo nella classifica generale di Coppa, impresa mai riuscita a nessuno come del resto il poker, centrato invece a marzo dal folletto di Annaberg, Land del Salisburghese come Anna Fenninger, 27 anni il prossimo 2 marzo. Con l’acquisizione dei tanti cavalli nel motore (leggi chili di muscoli) guadagnati l’estate scorsa, Marcel Hirscher ha completato la sua maturazione tecnica prendendosi prepotentemente la leadership anche del gigante, dominando soprattutto sul ghiaccio. Il resto lo ha fatto in slalom e con la sua straordinaria continuità, gareggiando praticamente ‘solo ‘in due discipline, gigante e ‘rapid gates’: dalla stagione 2011-2012, quella della prima sfera di cristallo vinta su Feuz, l’austriaco ha disputato 40 slalom, ottenendo 11 vittorie e 26 podi, e 33 giganti, con 12 successi e 27 top3. Sommando il tutto, significa che nelle ultime 73 prove tecniche del circuito ha ottenuto 23 successi e 53 podi in totale. Numeri impressionanti. Non solo: l’ultima uscita in gigante in Coppa del Mondo è datata 6 febbraio 2011, a Hinterstoder, in Austria; nelle successive 19 apparizioni tra le porte larghe, lungo l’arco di tre annate, Marcel non è mai andato oltre il quarto posto. Arrivando sempre al traguardo.

LEGGENDA – A quota 5 Coppe del Mondo l’aspetta Marc Girardelli, austriaco come lui, di nascita, ma passato poi a regalare trionfi al piccolo Lussemburgo. Dovesse riuscire nel pokerissimo, entrerebbe definitivamente nell’olimpo di questo sport, dove di fatto è già, con Stenmark, Hermann Maier, Tomba, Zurbriggen e appunto Girardelli. Onestamente, se il suo rendimento non calerà (e dalla dichiarazioni della vigilia sembra più motivato che mai), non vediamo chi possa sorprenderlo, in linea teorica. 

AVVERSARI – Già, in linea teorica, perché lo sport poi sa sorprendere quando meno te l’aspetti e a dir la verità è diffusa l’idea che prima poi un altro predestinato, il francese di Courchevel Alexis Pinturault riesca a rovesciare il trono, lui che finora ha vinto una Coppa Europa (come Marcel, del resto) e da due stagioni si pone stabilmente al terzo posto della classifica generale, sempre dietro Hirscher e… un norvegese, che sia Svindal o Jansrud. Alexis, due anni più giovane dell’austriaco, ha tutto per primeggiare, ma difetta al momento della continuità del salisburghese. Certo, è reduce dalla prima stagione con Head, se vogliamo di adattamento, ma solo nel finale ha dimostrato di essere tornato al massimo ovunque, centrando dieci top10 nelle ultime tredici gare, in quattro discipline diverse. Ha già vinto in slalom, gigante, superG, combinata e City Event, ma deve decidere se scegliere la strada della polivalenza totale, che sembra ormai un lontano ricordo per tutti, e quindi allargare il campo anche alla discesa, oppure seguire la via tracciata da Hirscher, ma con l’imperativo di stargli abbondantemente davanti almeno in una disciplina tecnica per sognare la Coppa generale, impresa alquanto difficile.

SPECIALISTI – Zurbriggen e Girardelli non nascono tutti gli anni, anzi, gli avversari di Marcel sono altrettanto specializzati, ormai. Svindal è al rientro dopo l’operazione al tendine d’Achille, potrebbe riprendersi lo scettro in discesa e superG, lasciato momentaneamente al collega e connazionale Jansrud, ma senza un rendimento alto in gigante, specialità in cui fu campione del mondo ad Aare nel 2007, non potrà più vincere la sfera di cristallo, crediamo. Ed è difficile pensarlo ancora tra i migliori in questa disciplina, oggi. Anche se… mai dire mai. Discorso identico per Jansrud, appunto, che in più troverà proprio Axel Lund come avversario assente lo scorso anno nelle specialità veloci. In discesa e superG la concorrenza per il duo norvegese è probabilmente più tosta di quella che Hirscher trova in gigante (a parte Ligety e Pinturault, ovviamente): italiani, americani, austriaci e svizzeri non regalano certo punti a nessuno. Va notato altresì che in slalom, invece, la situazione si è fatta ora più tosta anche per Marcel, ricordando per esempio l’oro iridato (bis) di J.B. Grange a Vail. Ma non solo: data la presenza dello stesso francese, di Razzoli e Gross, di Hargin, Kristoffersen, Khoroshilov, Neureuther e Dopfer.

REICHELT SI O NO – Hirscher ha però un alleato in più, il calendario. Hannes Reichelt tutti i torti non li ha quando dice che un velocista, senza tanti punti in gigante non può vincere in Coppa del Mondo, mentre uno specialista di slalom e porte larghe può farcela senza gareggiare in velocità. Numeri alla mano: nella prossima stagione avremo 21 prove tecniche contro 18 veloci, ma bisogna poi aggiungere tre combinate, che nelle ultime sette gare sono state conquistate solo da Hirscher, Pinturault e Ligety, eccezion fatta per Janka a Wengen, e rimangono, di fatto, specialità ben più favorevoli agli slalomisti puri…. Ognuno si faccia la propria idea. 

RITIRI-INFORTUNI – Pochi i ritiri significativi in campo maschile a fronte di un numero comunque alto di atleti che hanno detto basta in generale: due sicuramente annunciati già dall’estate precedente (Didier Defago, Mario Matt) uno preventivabile (Benny Raich), di Simoncelli si è già detto e scritto tutto. Non sono da sottovalutare, invece, gli infortuni estivi, che hanno già costretto a rimandare l’inizio di stagione per Kueng, Feuz, Caviezel, Richard, mentre Matts Olsson, discreto gigantista svedese, rientrerà solo per l’annata 2016-2017 esattamente come il miglior velocista tedesco, Tobias Stechert. E Bode Miller, come Tina Maze, ha deciso di prendersi un anno sabbatico, che potrebbe semplicemente anticipare il ritiro di uno dei più grandi sciatori di sempre e sicuramente del personaggio più mediatico e chiacchierato degli ultimi tre lustri di Coppa del Mondo. Mancherà tantissimo a tutti per mille motivi, anche ai suoi detrattori… La speranza è che ritorni almeno per un ultimo anno, per i saluti del caso, ma è chiaro che, ahinoi, dobbiamo ormai cominciare ad abituarci a una Coppa del Mondo senza Bode Miller. Un altro così temiamo non ci sarà più… 

CALENDARIO – Il calendario è bello fitto: sono addirittura 44 le gare previste quest’anno: 10 giganti, 11 slalom, un parallelo (Alta Badia), un City Event, 11 discese, 7 superG, 3 combinate alpine. Le novità sono rappresentate dal City Event di Stoccolma e dal parallelo in Badia; ritornano Chamonix e Hinterstoder e si viaggerà anche in oriente, con le tappe giapponesi e coreane (preolimpiche). I maschi infatti voleranno in Corea ai primi di febbraio, a Jungbong, un comprensorio interessante anche se tutto da conoscere, prima di trasferirsi a Naeba, in Giappone, per un ritorno clamoroso dopo oltre 40 anni sul Monte Takenoko, già teatro di ben 8 gare di Coppa del Mondo negli anni ’70, tra maschi e femmine: per l’Italia, vi salirono sul podio Christina Tisot, Ilario Pegorari e Claudia Giordani. Poi tutti a Skt. Moritz per il gran finale in vista dei Mondiali 2017. Le varie start list vedono in generale tanti azzurri nei trenta, nel primo gruppo però troviamo il solo Paris in velocità, Nani ed Eisath in gigante, Gross e Razzoli in slalom. Ma degli azzurri parleremo a breve in maniera più approfondita. 

CAMBI DI MATERIALI – Pochi, come a livello femminile, i cambi marca eccellenti, anche se in questo caso c’è di mezzo un azzurro di punta: Werner Heel è tornato infatti all’antico amore, Rossignol, dopo essere passato da Head e Atomic; Byggmark si è accasato a Voelkl da Rossignol, con Striedinger e Scheiber approdati entrambi a Rossignol da Blizzard. 

FUTURO – Fermo restando l’ancora giovane età di Hirscher e Pinturault (ma Marcel si è detto insicuro anche solo della partecipazione ai Giochi 2018, forse logorato da allenamenti durissimi per mantenere lo status di dominatore del Circo Bianco?) il futuro, a livello di classifica generale, parla oggettivamente norvegese, con Henrik Kristoffersen, che sicuramente allargherà il campo d’azione anche a superG e Cominate Alpine, finora mai disputate, e poi con i vari Kilde, Monsen, Sejersted, dominatori dei Mondiali jr., assieme a Kristoffersen, nelle ultime tre edizioni. Attenzione poi al nome più interessante messosi in mostra nel circuito un anno fa, ovvero quello del croato di Zagabria, 22 anni, Filip Zubcic, già settimo in Alta Badia in gigante e 15esimo nello slalom casalingo in Croazia. Anche lui in un futuro non troppo lontano potrebbe provare a cimentarsi pure in superG e combinata  in ottica discorso classifica generale, magari fra un lustro. Purtroppo, a differenza delle ragazze italiane, non esiste in questo momento un talento azzurro giovane o mediamente giovane in grado di disimpegnarsi con discreti risultati in tre discipline più la Combinata, fermo restando che Innerhofer è tornato a sciare in gigante, ma ci riferiamo ad atleti nati dopo il 1990. Unica eccezione, Mattia Casse, piemontese sfortunato in passato, che però è riuscito già a cogliere punti nel circuito dalle porte larghe alla discesa passando per superG e Combinata, anche se ancora deve trovare la sua prima top10 in Coppa. Che sia la volta buona quest’anno?  

AMARCORD – E allora… ricordando che sono passati vent’anni e qualche mese dall’ultimo trionfo italiano in Coppa del Mondo, augurandovi anche in questo caso buona stagione 2015-2016 vi offriamo una veloce ripassata, anche di un mondo televisivo che non c’è più, dell’annata magica 1994-95 ovviamente di Alberto Tomba. A marzo 1995 alzò al cielo la sfera di cristallo generale inseguita a lungo, a Bormio, davanti a 40.000 persone. A quando un altro momento così?   

 

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