Gut, maturità e ‘mani’ sulla Coppa. Shiffrin con la testa ai grandi eventi? Italia finalmente esplosa

Tournée francese lunga quasi una settimana tra prove e gare, che ha lasciato alcuni spunti interessanti. Sulla velocità si è notata qualche ragazza un po’ stanca, ma è normale dopo la trasferta nordamericana. Ci stava che qualcuna, magari anche brava, commettesse degli errori sulla OK. Sorpreso in parte da Lara Gut, che raramente sbaglia due gare di fila e invece lo ha fatto. La combinata era nata male ed è finita peggio. Ripetere un altro errore in discesa è strano e magari può lasciarti anche un po’ sorpreso: nell’ambiente mediatico ha creato un po’ di domande. Mi sembra però che la ticinese lo abbia gestito bene, c’è molta tranquillità nel suo entourage. La risposta è arrivata in superG senza fare chissà cosa, per carità, ma sciando come bisognava fare su quel tracciato. A proposito, peccato per l’uscita di Goggia perché sarebbe stato bello vedere il duello tra lei e Lara nell’ultimo tratto.

Lara Gut in festa al parterre della Val d'Isere (@Zoom agence)
Lara Gut in festa al parterre della Val d’Isere (@Zoom agence)

VAL D’ISERE – Nel superG, tracciato molto bene da Assinger che è andato a cercare “molto terreno” e ha disegnato una gara per atlete con buone doti da gigantiste, soprattutto nella parte centrale, con qualche porta difficile in fondo, si sono viste tre atlete elevarsi dalla media: Gut, Weirather e Goggia. Le altre difficilmente si “sono buttate” dentro come occorreva fare. Brave anche alcune non specialiste come Worley e Brignone (pur con errori), perché nel tratto centrale bisognava saper condurre le curve e loro lo hanno saputo fare. Sottolineo il podio di Elena Curtoni: inaspettato forse per lei e per il momento in cui è arrivato, ma super atteso da anni in questa specialità da tutti gli allenatori. Ha fatto una gara attiva e non passiva ed ecco che appena rivela un po’ di attitudine in più alla gara guarda caso si trova subito lì davanti, dove io credo debba sempre stare, sempre almeno nelle prime cinque. Chiaro, il distacco da Gut è sopra il secondo, ma ben venga una Curtoni su questi livelli ai quali ripeto io credo debba appartenere. Peccato per l’assenza in discesa di Laurenne Ross, visto che avrebbe potuto ripetere quanto fatto nella libera per la combinata alpina, avrebbe sicuramente alzato di più il livello. Male in generale le americane, le francesi, le tedesche e le canadesi tutte in crisi per ora in velocità. Soprattutto mi sorprende in negativo la Francia: c’è Worley che sta tenendo su tutto il gruppo, ma il team di velocità fa fatica a tirare una curva come va fatta. Squadra da rifondare?

Goggia e Worley (@Zoom agence)
Goggia e Worley (@Zoom agence)

BILANCIO PRIMA PARTE – Il gigante è la disciplina dove in generale si sta meglio. Ci sono sette/otto atlete che possono tutte vincere, grazie soprattutto alle italiane che stanno spingendo forte, a una Loeseth molto regolare aiutata anche da tracciati relativamente facili, con in più Shiffrin, Gut e la già citata Worley. L’errore fatto dalla FIS a Courchevel, secondo il mio pensiero, è stato quello di non partire subito più bassi: sarebbe uscito un gigante sprint di 45’’, ma almeno avrebbero portato a casa la prima manche. Poi andava presa una decisione sulla seconda. Sono contento comunque per Brignone: ha avuto ragione lei, la velocità di Lake Louise e V.d’Isère le ha fatto bene ed è tornata sui suoi livelli ripartendo da discesa e superG. Brava e ora speriamo che a Semmering possa confermare quanto di buono visto in Savoia. In generale, mi conforta il livello del gigante, resta sempre la base di tutto. Se funziona quella disciplina, vuol dire che allora il futuro non è poi così grigio, perché se funziona il gigante, bene o male poi funzionerà anche il resto, anche se per ora a parte poche eccezioni non si è visto.

Federica Brignone ©Agence Zoom
Federica Brignone ©Agence Zoom

COPPA GENERALE – Ancora presto per parlarne, bisogna aspettare il post-Mondiale. Ma non vedo chi possa andare a dare fastidio a Lara Gut. Lara è capace di stringere i denti e alzare il suo livello sotto pressione. Shiffrin? Per me sono più chiacchiere da Media quelle sulla Coppa. Io credo che fino a dopo le Olimpiadi si concentrerà sul grande evento (St. Moritz 2017, Pyeongchang 2018) senza andare per forza a cercarsi la Coppa generale. Non ha ancora lo status per “giocare” in quattro discipline, ci arriverà, ma adesso, in poco più di un anno ci sono Mondali e Olimpiadi. Forse ha ancora troppa paura di perdere brillantezza in slalom per gettarsi con convinzione in discesa e superG e soprattutto finché non vince con regolarità in gigante la vedo dura conquistare la Overall. A Courchevel, tra l’altro, non mi è piaciuta: attacchi curva troppo anticipati, il vento laterale l’ha sicuramente messa in crisi, ha sciato bene solo la prima parte.

Shiffrin
Shiffrin

PROMOSSI E BOCCIATI – Sorprese: la più grossa è Ilka Stuhec e, in parte, anche Sofia Goggia, ma direi soprattutto la slovena. Chi conosce l’ambiente da anni sapeva del talento della bergamasca, che prima o poi doveva venire fuori. Si sta confermando al top la squadra di gigante femminile italiana, come da previsioni. Courchevel sembrava essere la volta buona per il successo, arriverà. La rivalità interna si fa sentire, ma in senso assolutamente positivo e vorrei spendere due parole per Matteo Guadagnini, che mi sembra proprio l’allenatore giusto al posto giusto. Porta tranquillità, esperienza, capacità di tenere le redini in questi momenti, sfruttando la sua esperienza maturata con i maschi. E dopo essere rimasto fuori dalla Nazionale per qualche stagione, è tornato con grande spirito e motivazioni nuove. Bene anche la Svizzera, davvero una piacevole sorpresa. L’effetto Mondiale si fa sentire e paga la programmazione impostata a Crans Montana 2011 per i Mondiali jr. Si è investito nella direzione giusta mettendo anche gli allenatori al posto giusto. Un bel lavoro da parte di Swiss Ski. Note dolenti: in primis l’Austria, che con le donne non otteneva un podio nelle prime dodici gare dalla stagione 1980-1981. Ma attenzione, le giovani non mancano: Brunner e Scheyer su tutte. Huetter è forte, ma non ancora leader. Come Brem, ora infortunata, che soffre però tanto l’attenzione mediatica mettendosi pressione da sola. Con il rientro di Veith potrebbero cambiare nuovamente le cose, ma bisogna vedere in quali condizioni sarà. Comunque sono cicli: hanno avuto un gruppo così forte per almeno una decina d’anni che dietro quel team eccezionale e compatto si è rallentato un po’ tutto il sistema. Ci sta. Crisi profonda anche per Marie-Michele Gagnon, con gli allenatori che non riescono a capire cosa non funzioni. E poi Rebensburg: non sarà rientrata troppo presto? Non si è forse sottovalutato il problema al piatto tibiale? Meglio in velocità, ma in gigante è ancora lontana dalle migliori. Adesso gli allenatori devono imporsi e cambiar marcia, perché se anche i tecnici in squadra si adagiano nella “comfort zone”, poi sarà dura riprendersi…
Buon Natale a tutti.

Ilka Stuhec (@Zoom agence)
Ilka Stuhec (@Zoom agence)

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