Eva Maria Brem, poi il mondo. Ma e' grande Italia

ASPEN – 1a manche dominata. Brignone 2a. Sette azzurre qualificate

Una donna sola al comando, la sua… tuta è biancorossa, la sua nazionalità austriaca. Era data in grandissima forma, papabile anche per la vittoria finale, ma certo nessuno poteva aspettarsi che dominasse la prima manche con distacchi altissimi: Eva-Maria Brem ha ‘ucciso’ la prima parte di gara, ad Aspen, località che tornava nel circo bianco, con il gigante, dopo due stagioni. Ora tutto dipende quasi esclusivamente da lei.

LA GARA – Pista bella, tosta, difficile, neve dura, ma non ghiacciata, anche se è stata leggermente barrata, tracciato piuttosto veloce, disegnato dall’austriaco Tatschl nella giornata di venerdì 28 novembre e poi leggermente ‘allargato’ nella mattina odierna, in Colorado. La Lower Ruthie’s Run mette a dura prova i muscoli delle atlete, perché si parte praticamente da tremila metri, con un  dislivello di 372m. A parte un canaletto iniziale, è tutta sul ripido. L’inizio è stato sorprendente, con gli errori sul piano di Fenninger e Shiffrin, finite rispettivamente in settima e decima posizione, tra 1’’88 e 2’’23. Scesa con il pettorale n.5, è stata invece eccezionale un’altra austriaca, Eva-Maria Brem appunto, a podio in tre delle ultime quattro gare tra le porte larghe, che ha preso un gran ritmo iniziale, ha condotto perfettamente lo sci nel raccordo tra ripido e piano ed è riuscita a continuare su questo andazzo anche nella seconda parte di gara, che presenta ancora due cambi di pendenza, cosa poi non più eseguida da nessun’altra atleta. Morale: primo posto meritatissimo, con distacchi abissali, tutte le avversarie oltre il secondo. Bene Zettel, ma qui è la signora, 8 podi ad Aspen con due vittorie, una in gigante, una in slalom; 3a, bravissima, Maze, decisamente un’altra in gigante rispetto a Soelden, finalmente senza sbavature Michaela Kirchgasser, 5a con il pettorale 25 a 1’’72. Tecnicamente, non di discute. Se non commette i suoi soliti errori, tutte è possibile, con lei. E’ un festival austriaco in cima alla classifica: sono in cinque tra le prime sette: Brem, Zettel, Kirchgasser, Goergl e Fenninger. Nelle dieci anche Rebensburg e Marmottan. 

ITALIA – Grande Italia in Colorado. E ce l’aspettavamo, perché sono tutte in forma, motivate e ben allenate. Si rivede la Federica Brignone della 1a manche di Soelden 2011, veloce, pulita, leggera, con uno sci diverso (più rigido) e una sciata diversa, visto che adesso è molto più precisa e stabile. La valdostana è l’unica vicina alla Brem al primo intermedio (soli 7 centesimi), poi paga dazio nella seconda parte, continuando comunque a sciare bene. E’ seconda a 1’’14. E’ suo l’ultimo podio dell’Italia femminile in gigante: terzo posto a Schladming alle Finali del marzo 2012. Ma nella seconda manche troveremo sette italiane, contingente più alto: peccato per Nadia Fanchini, uscita a metà tracciato quando sarebbe entrata tranquillamente nelle cinque. Tredicesima Marsaglia all’esordio in Colorado, 18a Irene Curtoni che ha un po’ pasticciato dall’inizio alla fine, può fare molto meglio sulla sua pista preferita; 19a Marta Bassino alla terza gara in Coppa del Mondo, maturità incredibile, sono tutte piste nuove, queste, per lei; 20a Moelgg, 23a Nicole Agnelli, 30a Elena Curtoni. Le prime trenta sono racchiuse in 3’’77, ma tra la quarta, Tina Maze, proprio la minore delle sorelle Curtoni, ci sono 16 atlete e 2’’e 16 centesimi. Nella seconda, prevista alle 21.00 ora italiana (diratta su RaiSport ed Eurosport), sono possibili grandi rimonte, mentre il successo dipenderà tutto dai nervi di Eva-Maria Brem, mai stata al comando di una manche, finora.

Sarà una seconda manche, tracciata da Livio Magoni, tecnico delle azzurre, da non perdere, assolutamente.  

 

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