E’ scomparso Claudio Baldessari

Un altro grande lutto per lo sci e la montagna. Questa mattina è scomparso Claudio Baldessari, storico direttore della rivista della FISI Sport Invernali e responsabile dell’ufficio stampa della federazione. Claudio negli ultimi tempi è stato anche uno stimato opinionista di Race ski magazine. Non ha retto a un’infezione polmonare, contratta mentre era già ricoverato in ospedale dopo essere stato investito da un’auto. I funerali saranno celebrati lunedì alle 11 nella chiesa di San Nereo e Achilleo a Milano, in Viale Argonne, poco lontano dalla sede della FISI. Nato a Trento nel 1928, ufficiale degli alpini, lasciò il servizio con il grado di capitano. E’ stato istruttore di sci e di alpinismo. Accademico militare di alpinismo, ha costituito e comandato il primo reparto di alpini paracadutisti della storia, compiendo numerosi lanci in montagna. Con Cesare Maestri ha effettuato diverse scalate, tra cui alcune ‘prime’: la più famosa è senz’altro quella della Roda di Vael, sul Catinaccio. E’ stato direttore tecnico dello sci club Topolino con il presidente Rolly Marchi e consulente della Coca-Cola, creando il ‘Gran Premio Saette’, fucina di giovani talenti. Lascia la moglie Maria Teresa e la figlia Cristina, che da qualche anno lo aveva reso nonno.

IL RICORDO – Conosco Claudio dagli anni Novanta. La prima volta l’ho incontrato in Canada, a un viaggio stampa, e ho avuto subito modo di capire di che tempra era fatto. Durante un fuoripista a Lake Louise, alla prima curva, si è scontrato frontalmente con il maestro, picchiando la testa. Un mese più tardi, al rientro in Italia, è stato operato d’urgenza per un ematoma alla testa. Qualche anno dopo mi ha chiamato all’ufficio stampa della FISI a dargli una mano con le rassegne stampa. Era un militare ma dietro quella scorza ‘dura’ da alpino si vedeva un uomo di grande sensibilità, un instancabile lavoratore. All’ufficio stampa della federazione era il più anziano ma eravamo sempre noi giovani a essere ‘acciaccati’. Ricordo che prima di mangiare tirava fuori dalla tasca della giacca una provetta con un po’ di peperoncino in polvere che spargeva sulle pietanze. Qualche anno fa fu ‘agganciato’ da un tir mentre pedalava per le strade di Milano. Ora era ricoverato in ospedale dopo essere stato investito da un’automobile. Ciao Claudio, grazie per tutto quello che ci hai insegnato.

L’ULTIMO ARTICOLO – Avevamo chiesto a Claudio Baldessari un commento sull’assemblea elettiva della Fisi, che non è stato pubblicato in forma integrale sulla rivista. Lo pubblichiamo ora.

La FISI a Modena:
passione o compassione?

«In fretta nella sventura i mortali s’invecchiano», parola di Omero. Anche la realtà Fisi di certo non più giovane, nell’Assemblea elettiva di Modena, lo scorso 31 marzo, è invecchiata ulteriormente. E invecchiare può significare anche passare dalla passione alla compassione.
Ma, compassione a parte, rimane difficile comprendere il perché di tanti candidati schierati ovviamente gli uni contro gli altri: addirittura 4  per la presidenza, 22 per sette posti di consigliere laico, 3 aspiranti al posto di tecnico, 5 per i due posti di atleta; abbastanza facile pensare a quanto affermato da Henry Miller: «confusione è parola inventata per un ordine che non comprendiamo». E certe cose sono di sicuro ordinate (dal verbo ordine) ma poco  comprensibili, a meno che non si pensi perché qualcuno s’è chiesto: «non è forse l’animo sportivo di estrazione bellica?” Però si riferiva alle competizioni agonistiche e non alla realtà degli associati impegnati in un’assemblea elettiva, avendo ricevuto ordini diversi».
La storia Fisi è prossima ai cent’anni e si è proposta pure nel salvataggio delle nostre montagne (oltre 50% del territorio nazionale) che coprono il Paese da Nord a Sud, compresa la Sicilia dove l’Etna svetta oltre i 3.300 metri. Ma oggi questo è poco considerato e la Federazione Italiana Sport Invernali è molto discussa, non di rado pure svillaneggiata. Valutata molto poco sia dal CONI, dal quale dipende, che dalle realtà politica e imprenditoriale dove viene considerata alla stregua di un dopolavoro come tanti.
In passato la Fisi contava circa 230 mila tesserati, oggi solo 80 mila o poco di più. La sua realtà agonistica è una delle poche cose che ancora funzionano, nonostante le ristrettezze economiche nelle quali è costretta da anni. Purtroppo gli entusiasmi che un tempo animavano la collettività nelle società affiliate si sono via, via dispersi e quasi annullati. Così, nella considerazione che sono soprattutto gli entusiasmi che muovono il mondo fa veramente male al cuore dover constatare che sono quasi scomparsi. Che cosa si può fare per tentare di riconquistarli?
E’ convinzione di non poche persone benpensanti che la prima cosa da fare sia la modifica dello Statuto; per consentire il voto a tutti i tesserati e per eliminare il n° minimo per l’affiliazione delle società: tutti tesserati debbono avere la tessera Fisi. Oggi il voto ai tesserati è possibile perché agevolato dalle tecnologie che consentono il “voto elettronico certificato”. Il nuovo presidente, Flavio Roda, potrebbe proporre e preparare opportunamente la convocazione di  un’Assemblea Straordinaria. Il  suo mandato dura fino ai Giochi di Sochi (2014), ed è di certo periodo sufficiente pure per preparare questo importante appuntamento. Appuntamento che l’esperienza e le capacità del tecnico Roda sono in grado di organizzare nel miglior modo possibile. Però è necessario essere soprattutto convinti, volere il cambiamento ed impegnarsi per realizzarlo nel miglior modo possibile. Cosa non facile, vista la poco chiara situazione politica federale attuale, ma non impossibile.
Modificare lo Statuto è cosa irrinunciabile  in un Paese retto da una Costituzione che garantisce sovranità e diritto di decidere al popolo. Il popolo Fisi è quello dei tesserati e lo Statuto Fisi, al punto 3 dell’art. 1, ricorda che la Federazione è: «retta dal principio democratico». Pure lo Statuto Coni parla di «principi di democrazia interna e pari opportunità». Ma democrazia non vuol dire ogni testa un voto?
Sull’argomento non sono di certo necessarie ulteriori spiegazioni; chi ha orecchie per intendere … intenda! E ricordi che il Coni vuole pure i principi  «per promuovere la massima diffusione della pratica sportiva in ogni fascia di età e di popolazione, con particolare riferimento allo sport giovanile. Ed è autorità di disciplina, regolazione e gestione delle attività sportive, intese come elemento essenziale della formazione fisica e morale dell’individuo e parte integrante dell’educazione e della cultura nazionale. Operando, ovviamente, attraverso la realtà delle Federazioni, degli “Enti di Propaganda Sportiva” e delle discipline associate».
Di sicuro, almeno nella realtà politica degli ultimi tempi, la Fisi ha dato l’impressione di essere impigrita, inadatta e incapace di raccogliere le sfide dell’attualità. Sarebbe auspicabile che il nuovo Presidente, Flavio Roda, si impegnasse nella modifica dello Statuto. Buona parte dell’informazione, quella seria, gli darebbe certamente una mano. E lui, se gli riuscirà di farlo, sarebbe senz’altro ricordato come Presidente importante nella storia degli sport invernali italiani.

 

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