Carca e Deflorian iniziano il lavoro con il Canada

Un incontro molto gradito durante una vacanza sciistica in Canada

Ad addomesticare gli indigeni del Canada ski team sono atterrati al cospetto dell’Assiniboine due Cristoforo Colombo della navigazione a fil di lamina: Max Carca e Paolo Deflorian. Li staniamo sul ponte di guardia di Sunshine Village, poco più di un pugno di chilometri da Banff, sulla linea di confine con l’oceano di ghiaccio del British Columbia. «Guarda qui che roba, questi ragazzi – se la ridono Carca e Deflorian – sono stakanovisti. Fosse per loro non smetterebbero mai». Sedute di curve in campo libero, conduzione, quintalate di pali stretti e gigante. «Qui si lavora bene, con serietà e consapevolezza – spiega il duo tecnico tricolore – e, sul futuro di questo sport, si parla subito chiaro. È triste, ma qui non si vuole illudere nessuno: va avanti chi ha volontà e grinta, c’è selezione». Soliti noti a parte, a saltare come un matto tra un tracciato ed un altro c’è un certo Erik che di cognome fa Read: «Yes, I am», sorride garbato il figlio di Ken. «È uno dei migliori – spiegano Carca e Deflorian – gli devi dire di smettere perchè è un lavoratore incredibile». Gliela buttiamo lì a Erik, e cioè se sa nulla che 25 anni fa, a Nakiska, il nostro Albertone aveva centrato la doppietta. «No, I don’t», allarga i bastoncini in pugno Erik. Una capatina su Google sarebbe d’obbligo. «Ora ce ne andremo in Sudamerica – tracciano il percorso Carca e Deflorian – perchè qui son rimaste solo le alci a leccare il sale sotto la neve sciolta». Giorni fa quassù si è visto Rob Boyd. Tutti lo conoscono anche se non è il Tombone di Sestola, ma nello sci la memoria è più corta di uno sci da slalom.

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